agosto, meditazioni

15 Agosto 2018

15 Agosto 2018 – Mercoledì – Assunzione Beata Vergine Maria (Solennità) – (Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab; Sal 44[45]; 1Cor 15,20-27a; Lc 1,39-56) – I Lettura: Il tempio del cielo non è più quello di Gerusalemme. Contiene l’arca della nuova alleanza, dimora definitiva di Dio in mezzo al suo popolo. Il c. 12 combina gli elementi di due visioni distinte, la lotta fra il drago contro la donna e la sua discendenza insieme alla lotta di Michele contro il drago (cfr. Bibbia di Gerusalemme). Salmo: “Ascolta, figlia… ascolta tutto ciò che i profeti hanno detto di queste nozze, e osserva come tutto si è compiuto, questo sposo promesso da così lungo tempo è venuto! Piega il tuo orecchio, cioè sii umile, per poter comprendere. Dimentica la casa di tuo padre, perché sei rigenerata dallo Spirito… (Mt 7,14). Non credere che ti venga destinato uno sposo qualsiasi: È il tuo re, adoralo” (Pascasio Adberto). II Lettura: “Come l’offerta a Dio delle primizie esprimeva simbolicamente la consacrazione di tutto il raccolto, così la risurrezione di Gesù esprime la consacrazione di tutta l’umanità, chiamata a nuova vita che, a suo tempo, trasfigurerà ogni creatura. Il primo Adamo è fonte di morte per i suoi discendenti, il nuovo Adamo è fonte di vita per i credenti’’ (Bibbia Password; cfr. Bibbia Via, Verità e Vita, nota). Vangelo: “Chiamato Magnificat dalla sua prima parola nella versione latina della Bibbia di san Girolamo, il canto di Maria è un inno dei «poveri del Signore» già noti all’AT, cioè di quei fedeli ebrei che si affidavano totalmente a Dio e alla sua Parola. L’inno propone una celebrazione dell’azione divina attraverso sette verbi che rivelano la radicale diversità della scala di valori agli occhi di Dio” (Bibbia Via, Verità e Vita, nota)

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili – Dal Vangelo secondo Luca: In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Riflessione: «In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta…». È bello contemplare Maria in questo suo procedere con passo deciso, proprio di chi ha una volontà ferma, senza esitazioni, senza ripensamenti. Maria si alza: un’indicazione che non vuole farci pensare tanto al fatto che prima fosse seduta, sarebbe perfino banale fermarsi a tali osservazioni! Si alza chi è pronto, chi ha deciso, chi inizia il cammino! Si alza chi obbedisce ad un comando, chi si mette a disposizione, chi vuole fare qualcosa di concreto! Pensiamo al figliol prodigo della parabola narrata da san Luca, la vita di quel ragazzo, fino ad allora ribelle, meschina, fuggiasca, cambia quando decide, quando la smette di rimanere in mezzo ai porci: «mi alzerò e andrò da mio padre!» (Lc 15,18). In poche parole vi è tutta la conversione di una vita. «Mi alzerò… voglio cercare l’amore dell’anima mia» (Ct 3,2) è la decisione della sposa del Cantico che desidera incontrare il suo amato Sposo. Maria si alza e lo fa in fretta, non perché precipitosa o affannata, ma perché desiderosa di servire, perché spinta dalla carità (cfr. 2Cor 5,14). Tutta la vita di Maria è stata un alzarsi e andare verso Dio e i fratelli, in un continuo e fedele sì all’Amore. Oggi la contempliamo, coronata di gloria: ancora una volta si innalza e va verso il Padre. Maria, terminato il suo pellegrinaggio terreno, ancora una volta si alza e andando incontro al Padre fa sua la preghiera del salmista: «Io sono sempre con te: Tu mi hai preso per la mano destra. Mi guiderai secondo i tuoi disegni e poi mi accoglierai nella gloria. Chi avrò per me nel cielo? Con te non desidero nulla sulla terra. Vengono meno la mia carne e il mio cuore; ma Dio è roccia del mio cuore, mia parte per sempre» (Sal 73 [72],23-26). Sale la Regina, ma non per sedersi sul Trono: Maria rimane la “serva del Signore”, Maria rimane la “Madre di tutti i viventi”. E ancora oggi, nella Chiesa, nelle nostre case, nella nostra vita, Maria viene, si adopera, interviene, intercede: dal Cielo continua la gloriosa missione di mediatrice e dispensatrice di tutte le grazie. Col cuore e la mente fisse in Dio, in perfetta contemplazione della Trinità Santissima, nella gloria del corpo e del’anima, Maria rimane in ascolto dei suoi figli che con fiducia ricorrono a lei: “prega per noi peccatori”.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: Primizia della Chiesa gloriosa – Catechidmo degli Adulti 789: Maria accompagna la Chiesa nel suo cammino e la precede alla meta. Assunta in cielo in anima e corpo, vive nella completa e definitiva perfezione della comunione con Dio e costituisce la primizia della Chiesa gloriosa, che si compirà alla risurrezione universale dei morti, ponendosi davanti a noi come modello concreto della speranza cristiana. La verità dell’assunzione di Maria è emersa lentamente lungo i secoli, con crescente chiarezza, nel comune senso della fede del popolo cristiano, in oriente e in occidente. Infine è stata solennemente definita da Pio XII nel 1950: «L’immacolata Madre di Dio e sempre vergine Maria, finito il corso della sua vita terrena, è stata assunta, in corpo e anima, alla gloria celeste. È la Pasqua di Maria, frutto della Pasqua di Gesù. È il compimento di un’unione senza pari con il Signore della vita, il coronamento dei doni di grazia e di santità a partire dall’immacolata concezione, il premio alla sua obbedienza di fede e al suo servizio di carità.

Per capire l’Assunzione… – Benedetto XVI (Angelus, 15 Agosto 2012): Per capire l’Assunzione dobbiamo guardare alla Pasqua, il grande Mistero della nostra salvezza, che segna il passaggio di Gesù alla gloria del Padre attraverso la passione, la morte e la risurrezione. Maria, che ha generato il Figlio di Dio nella carne, è la creatura più inserita in questo mistero, redenta fin dal primo istante della sua vita, e associata in modo del tutto particolare alla passione e alla gloria del suo Figlio. L’Assunzione al Cielo di Maria è pertanto il mistero della Pasqua di Cristo pienamente realizzato in Lei. Ella è intimamente unita al suo Figlio risorto, vincitore del peccato e della morte, pienamente conformata a Lui. Ma l’Assunzione è una realtà che tocca anche noi, perché ci indica in modo luminoso il nostro destino, quello dell’umanità e della storia. In Maria, infatti, contempliamo quella realtà di gloria a cui è chiamato ciascuno di noi e tutta la Chiesa.

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: Maria proclama la sua umiltà e la santità di Dio – “Dimostra di essere stata, a suo giudizio, umile ancella di Cristo, ma quanto alla grazia celeste afferma di essere stata d’improv-viso innalzata e glorificata, al punto che la sua singolare beatitudine è a ragione esaltata dalla voce di tutte le generazioni. Aggiunge anche i doni della pietà divina che ha ricevuto in modo meraviglioso, lodandoli con degno rendimento di grazie […]. Non attribuisce niente ai suoi meriti ma riporta tutta la sua grandezza al dono di colui che, potente e grande per natura, rende i suoi fedeli, da piccoli e deboli, grandi e forti. Giustamente aggiunge: e santo è il suo nome per ammonire gli ascoltatori, anzi per istruire tutti coloro ai quali sarebbero giunte le sue parole, ad accorrere alla fede e all’invocazione del suo nome, per poter essere partecipi della santità eterna e della vera salvezza, secondo le parole del profeta: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvo [Gl 3,5; Rm 10,13]: è lo stesso nome di cui dice sopra: e il mio spirito gioisce in Dio mio Salvatore” (Beda).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia: Il cantico di Maria «si ispira al cantico di Anna [1Sam 2,1-10] e a molti altri passi dell’Antico Testamento. Oltre ai principali accostamenti letterari sottolineati dalle referenze marginali, si noteranno i due grandi temi: 1) poveri e piccoli soccorsi a scapito dei ricchi e dei potenti [Sof 2,3; cfr. Mt 5,3]; 2) Israele oggetto del favore divino [cfr. Dt 7,6; ecc.], in seguito alla promessa fatta ad Abramo [Gen 15,1; 17,1]. Luca deve aver trovato questo cantico nell’ambiente dei “poveri”, dove forse veniva attribuito alla figlia di Sion: egli ha ritenuto conveniente porlo sulle labbra di Maria, inserendolo nel suo racconto in prosa» (Bibbia di Gerusalemme). Il Magnificat, oltre a celebrare la misericordia divina e la sua perenne attività salvifica a favore degli uomini, esalta i veri valori che contano agli occhi di Dio, in contrapposizione ai fatui valori amati dagli uomini. Tutto ciò è comprensibile se si sottolineano i sette verbi che attraversano l’intero cantico: Dio ha spiegato la potenza del suo braccio; ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni; ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati; ha rimandato i ricchi a mani vuote; ha soccorso Israele. Con il canto dei poveri del Signore, Maria, magnificando il Signore, «celebra un fatto nuovo: il regno è presente. Essa vi si rivela tutta al servizio del popolo di Dio. In lei e per mezzo di lei, la salvezza è annunziata, la promessa è compiuta; nella sua povertà si realizza il mistero delle beatitudini. La fede di Maria è la stessa del popolo di Dio: una fede umile che si approfondisce continuamente attraverso oscurità e prove, mediante la meditazione della salvezza, mediante il servizio generoso che illumina poco a poco lo sguardo del fedele [Gv 3,21; 7,17; 8,31s]. A motivo di questa fede, attenta nel conservare la parola di Dio, Gesù stesso ha proclamato beata colei che l’aveva portato nelle sue viscere [Lc 11,27s]» (Xavier Leon Dufour).

Santo del giorno: 15 Agosto – Nostra Signora di Madhu: È il titolo con cui viene venerata, in un villaggio della parte nord dello Sri Lanka, una statua della Madonna col Bambino. Nel 1670, a causa del dominio olandese sullo Sri Lanka, venti famiglie cattoliche si trasferirono dal villaggio di Mantai al territorio di Kandyan, portando con sé una statua della Madonna col Bambino, venerata come Nostra Signora della Salute. Dopo aver vagato per molto tempo nella giungla, raggiunsero un altro villaggio, detto Marutha-madhu. Quasi contemporaneamente, un altro gruppo di 700 fuggiaschi, insieme a sette sacerdoti, proveniente dalla penisola di Jaffna, riparò nello stesso luogo. Fra di essi c’era una giovane portoghese, Helena, tanto nota per la sua religiosità da meritarsi il soprannome di “santa Helena”: successivamente sposò un ufficiale della dogana locale e si occupò di costruire una prima chiesa per ospitare la venerata immagine. In Italia, una copia di quest’immagine è venerata presso la chiesa del Gesù Nuovo a Napoli.

Preghiamo: Dio onnipotente ed eterno, che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima l’immacolata Vergine Maria, madre di Cristo tuo Figlio, fa’ che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni, per condividere la sua stessa gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

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