maggio, meditazioni

14 MAGGIO 2020 – GIOVEDÌ – SAN MATTIA APOSTOLO (FESTA)

      I Lettura: Mattia è l’unico degli apostoli che non è stato personalmente scelto da Gesù ma dalla prima comunità cristiana per subentrare a Giuda Iscariota. A presiedere l’assemblea è Pietro stabilendo dei criteri di scelta ben precisi per l’elezione dell’apostolo: il prescelto doveva essere un discepolo che era stato con Gesù dall’inizio del ministero pubblico fino all’Ascensione. Secondo alcuni storici, Mattia, sarebbe stato uno dei 72 discepoli del Signore. Il sorteggio avvenne fra tra lui e Giuseppe, il Giusto.

Vangelo: Precede questo testo l’immagine di “Gesù, vera vite” che illustra la necessità di una unione profonda e fondamentale dei discepoli con Gesù stesso. Vi si ripete per dieci volte il “rimanere in”. In tutto il testo, il verbo ricorrente è “amare”: in particolare inteso come “amore fraterno”. Il modello da imitare è l’amore del Padre per Gesù e l’amore di Gesù per i discepoli; amore che essi non conoscono ma di cui Gesù si fa rivelatore. La parola greca che viene qui usata è “agapao: amore di comunione, amore gratuito, disinteressato come quello del Padre” al quale Gesù ha obbedito pienamente. I discepoli sono chiamati ad obbedire ai comandi di Gesù per partecipare di quest’amore.

Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamati amici – Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

San Mattia, Apostolo – Giovanni Paolo II (Omelia, 14 maggio 1985): Gli Atti degli apostoli ci ricordano oggi la scelta dell’apostolo Mattia designato per occupare il posto rimasto vacante in seguito al tradimento e alla morte di Giuda. La Chiesa festeggia San Mattia, inserito nel gruppo dei Dodici con questa elezione, poco dopo la partenza di Cristo Gesù. Questo è un avvenimento molto significativo. Seguendo la tradizione dell’antica alleanza, in cui Dio si è legato alle dodici tribù di Israele, il Cristo ha chiamato dodici apostoli. Dopo l’ascensione, la Chiesa apostolica primitiva ha considerato suo dovere ristabilire questo numero che, nell’economia divina, aveva avuto tanto rilievo ed era stato santificato. E l’elezione designò un uomo che, come gli altri apostoli, era stato “testimone della risurrezione del Cristo”. È questa la condizione essenziale. Mattia è stato testimone del modo in cui Gesù “ha osservato i comandamenti del Padre ed è rimasto nel suo amore” (cfr Gv 15,10). Ormai egli testimonierà che, in risposta, il Padre ha glorificato Gesù risuscitandolo. In ogni epoca, i successori degli apostoli e i missionari sono andati a portare questa testimonianza del Cristo in nuovi luoghi, presso altri popoli.

Rimanete nel mio amore: Giovanni Paolo II (Omelia, 28 maggio 2000): La parola che la nostra Chiesa oggi ascolta dalle labbra del suo Signore è forte e chiara: “Rimanete nel mio amore! … Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amato” (Gv 15,9.12). Come non sentire particolarmente “nostra” questa parola di Gesù? Non ha forse la Chiesa di Roma il compito specifico di “presiedere alla carità” nell’intera ecumene cristiana? (cfr S. Ignazio, Ad Rom, inscr.). Sì, il comandamento dell’amore impegna la nostra Chiesa di Roma con una forza ed un’urgenza speciale. E l’amore è esigente. Cristo dice: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13). L’amore condurrà Gesù sulla croce. Ogni discepolo deve ricordarlo. L’amore viene dal Cenacolo ed al Cenacolo riconduce. In effetti, dopo la risurrezione, sarà ancora nel Cenacolo che gli Apostoli con la mente riandranno alle parole pronunciate da Gesù il Giovedì Santo e prenderanno consapevolezza del contenuto salvifico che esse rivestono. In forza dell’amore di Cristo, accolto e ricambiato, essi sono ormai suoi amici: “Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; vi ho chiamati amici perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi” (Gv 15,15).

Rimanete nel mio amore – CCC 1822-1824: La carità è la virtù teologale per la quale amiamo Dio sopra ogni cosa per se stesso, e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio. Gesù fa della carità il comandamento nuovo. Amando i suoi «sino alla fine» (Gv 13,1), egli manifesta l’amore che riceve dal Padre. Amandosi gli uni gli altri, i discepoli imitano l’amore di Gesù, che essi ricevono a loro volta. Per questo Gesù dice: «Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore» (Gv 15,9). E ancora: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati» (Gv 15,12). La carità, frutto dello Spirito e pienezza della Legge, osserva i comandamenti di Dio e del suo Cristo: «Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore» (Gv 15,9-10).

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa

«“Se voi rimanete in me e le mie parole rimangono in voi domandate quanto volete e vi sarà fatto” [Gv 15,7]. Rimanendo in Cristo, che cosa possono chiedere i fedeli se non quanto a Cristo conviene? Che possono volere, se restano uniti al Salvatore, se non ciò che non si oppone alla loro salvezza? Una cosa infatti desideriamo… [la] nostra salvezza» (Sant’Agostino).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia

«Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due tu hai scelto». Oggi in comunione con tutta la Chiesa facciamo memoria dell’Apostolo Mattia, il primo non scelto direttamente dal Signore Gesù. Egli, infatti, durante la sua vita terrena aveva scelto i Dodici, ma anche altre persone, come i settantadue discepoli che inviò a due a due (cfr Lc 10,1), e che volle come collaboratori della sua opera di evangelizzazione, rendendoli anche partecipi dei doni di grazia, come quelli di guarire ed esorcizzare. Mattia è il primo ad essere scelto dalla comunità Apostolica, la quale invoca lo Spirito Santo e chiede indicazioni su colui che Dio ha scelto. Due elementi dobbiamo notare: la vocazione di ogni persona ha la sua radice sempre in Dio il quale ha un disegno di salvezza e di amore per ciascuno di noi. Tale disegno divino viene accolto dalla Chiesa la quale, attraverso la preghiera e il discernimento, conferma ed elegge. Ecco perché crediamo nella Chiesa non solo come Una e Santa ma anche Cattolica ed Apostolica, in quanto non vi può essere Chiesa, in ogni sua gerarchia e ministero, laicale, religioso o ordinato, se non attraverso la preghiera, il discernimento e l’elezione di coloro che attraverso i secoli rimangono i legittimi successori degli Apostoli: i Vescovi e i presbiteri loro collaboratori. Preghiamo perché rimangano fedeli e autentici ascoltatori dello Spirito Santo nella guida di ciascun figlio di Dio.

Preghiamo

O Dio, che hai voluto aggregare san Mattia al collegio degli Apostoli, per sua intercessione concedi a noi, che abbiamo ricevuto in sorte la tua amicizia, di essere contati nel numero degli eletti. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

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