meditazioni, Ottobre

15 Ottobre 2019

I Lettura: Nei cap. 1-8 Paolo affronta il tema della miseria umana. L’uomo, pur avendo in sé la possibilità e la capacità di conoscere Dio, precipita in un baratro di idolatrie e di vizi.

Vangelo: Le abluzioni rituali erano considerate uno dei cardini basilari nell’osservanza religiosa giudaica. Gesù rifiuta questa concezione legalista ed esteriore della religione, invitando a praticare più l’aspetto interiore della stessa; è la coscienza che si deve purificare. Condanna apertamente l’aspetto moraleggiante della religione, preoccupata più per l’osservanza tecnica che per la fede in sé.

Date in elemosina, ed ecco, per voi tutto sarà puro – Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

Voi farisei… – CCC 579-580: Il principio dell’integralità dell’osservanza della Legge, non solo nella lettera ma nel suo spirito, era caro ai farisei. Mettendolo in forte risalto per Israele, essi hanno condotto molti ebrei del tempo di Gesù a uno zelo religioso estremo. E questo, se non voleva risolversi in una casistica «ipocrita», non poteva che preparare il popolo a quell’inaudito intervento di Dio che sarà l’osservanza perfetta della Legge da parte dell’unico Giusto al posto di tutti i peccatori. L’adempimento perfetto della Legge poteva essere soltanto opera del divino Legislatore nato sotto la Legge nella Persona del Figlio. Con Gesù, la Legge non appare più incisa su tavole di pietra ma scritta «nell’animo» e nel «cuore» (Ger 31,33) del Servo che, proclamando «il diritto con fermezza» (Is 42,3), diventa l’«alleanza del popolo» (Is 42,6). Gesù compie la Legge fino a prendere su di sé «la maledizione della Legge», in cui erano incorsi coloro che non erano rimasti fedeli «a tutte le cose scritte nel libro della Legge»; infatti la morte di Cristo intervenne «per la redenzione delle colpe commesse sotto la prima Alleanza» (Eb 9,15).

Date piuttosto in elemosina – CCC 2447: Le opere di misericordia sono azioni caritatevoli con le quali soccorriamo il nostro prossimo nelle sue necessità corporali e spirituali. Istruire, consigliare, consolare, confortare sono opere di misericordia spirituale, come pure perdonare e sopportare con pazienza. Le opere di misericordia corporale consistono segnatamente nel dare da mangiare a chi ha fame, nell’ospitare i senza tetto, nel vestire chi ha bisogno di indumenti, nel visitare gli ammalati e i prigionieri, nel seppellire i morti. Tra queste opere, fare l’elemosina ai poveri è una delle principali testimonianze della carità fraterna: è pure una pratica di giustizia che piace a Dio: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare faccia altrettanto» (Lc 3,11). «Piuttosto date in elemosina quel che c’è dentro, e tutto sarà puro per voi» (Lc 11,41). «Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: “Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi”, ma non date loro il necessario per il corpo, che giova? » (Gc 2,15-16).

L’elemosina – Giovanni Paolo II (Discorso, 28 marzo 1979): Parola greca, elemosina significa etimologicamente compassione e misericordia. Diverse circostanze e influssi di una mentalità riduttiva hanno svisato e sconsacrato in certo modo il suo primigenio significato, riducendolo talvolta a quello di un atto senza spirito e senza amore. Ma l’elemosina, in se stessa, va intesa essenzialmente come atteggiamento dell’uomo che avverte il bisogno degli altri, che vuol partecipare agli altri il proprio bene. Chi vorrà dire che non ci sarà sempre un altro, che abbia bisogno di aiuto, anzitutto spirituale, di sostegno, di conforto, di fraternità, di amore? Il mondo è sempre troppo povero di amore.

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa

«Mai, fratelli dilettissimi, la divina ammonizione è ammutolita o ha cessato, nelle Scritture sante sia del vecchio che del nuovo patto, di incitare sempre e ovunque il popolo di Dio alle opere di misericordia; alta si è elevata l’esortazione dello Spirito Santo, imponendo a chiunque è illuminato dalla speranza del regno celeste di fare elemosine… Le stesse parole di Dio hanno indicato i rimedi per propiziare Dio e il magistero divino ha insegnato ciò che devono fare i peccatori; a Dio si soddisfa con le opere della giustizia; i peccati si cancellano con i meriti della misericordia. Leggiamo presso Salomone: Rinchiudi la tua elemosina nel cuore del povero, ed essa supplicherà per te la liberazione da ogni male [Sir 29,15], e ancora: Chi chiude le orecchie per non udire il misero, invocherà Dio, ma non ci sarà chi lo esaudisca [Pro 21,13]. Non può infatti meritare la misericordia di Dio chi non è misericordioso né può ottener alcunché con la preghiera dalla divina bontà, chi non si mostra umano di fronte alla preghiera del povero. Anche nei salmi lo Spirito Santo lo dichiara e attesta dicendo: Beato chi ha cura del povero e del misero: il Signore lo libererà nel tempo avverso [Sal 40,2]. Memore di questi precetti Daniele diede al re Nabucodonosor, angosciato per il terrore di un sogno funesto, la ricetta per impetrare l’aiuto divino e allontanare ogni male; disse: Perciò, o re, ti piaccia il mio consiglio: redimi i tuoi peccati con le elemosine, le tue ingiustizie con le opere di misericordia verso i poveri, e Dio sopporterà le tue colpe [Dn 4,24]. Ma il re non gli diede ascolto e subì tutte le avversità e i malanni visti in sogno: eppure li avrebbe potuti evitare e uscirne illeso, se avesse redento i suoi peccati con le elemosine. Lo attesta anche l’angelo Raffaele; per esortare all’elemosina larga e generosa, dice: È buona l’orazione con il digiuno e l’elemosina, perché l’elemosina libera dalla morte e cancella da se stessa i peccati [Tb 12,8]. Mostra che le nostre preghiere e i nostri digiuni possono molto meno se non sono aiutati dalle elemosine, e che le suppliche sole hanno ben poco valore impetratorio se non vengono colmate dall’ag-giunta delle opere, dei fatti» (San Cipriano).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia

«Fratelli, io non mi vergogno del Vangelo… In esso infatti si rivela la giustizia di Dio». “La missione di annunciare la Parola di Dio è compito di tutti i discepoli di Gesù Cristo come conseguenza del loro battesimo. Nessun credente in Cristo può sentirsi estraneo a questa responsabilità che proviene dall’appar-tenere sacramentalmente al Corpo di Cristo. Questa consapevolezza deve essere ridestata in ogni famiglia, parrocchia, comunità, associazione e movimento ecclesiale. La Chiesa, come mistero di comunione, è dunque tutta missionaria e ciascuno, nel suo proprio stato di vita, è chiamato a dare un contributo incisivo all’annuncio cristiano. In nessun modo la Chiesa può limitarsi ad una pastorale di «mantenimento», per coloro che già conoscono il Vangelo di Cristo. Lo slancio missionario è un segno chiaro della maturità di una comunità ecclesiale. Inoltre, i Padri hanno espresso con forza la consapevolezza che la Parola di Dio è la verità salvifica di cui ogni uomo in ogni tempo ha bisogno. Per questo, l’annuncio deve essere esplicito. La Chiesa deve andare verso tutti con la forza dello Spirito (1Cor 2,5) e continuare profeticamente a difendere il diritto e la libertà delle persone di ascoltare la Parola di Dio, cercando i mezzi più efficaci per proclamarla, anche a rischio della persecuzione. A tutti la Chiesa si sente debitrice di annunciare la Parola che salva (Rm 1,14)”.

(Benedetto XVI, Verbum Domini 94.95)

Preghiamo

O Padre, che per mezzo del tuo Spirito hai suscitato nella Chiesa santa Teresa di Gesù per indicare una via nuova nella ricerca della perfezione, concedi a noi, tuoi fedeli, di nutrirci spiritualmente della sua dottrina e di essere infiammati da un vivo desiderio di santità. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

 

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