agosto, Liturgia

19 Agosto 2018 – XX del Tempo Ordinario (B)

Antifona d’ingresso

O Dio, nostra difesa, contempla il volto del tuo Cristo. Per me un giorno nel tuo tempio, è più che mille altrove. (Sal 84,10,11)

Colletta

O Dio, che hai preparato beni invisibili per coloro che ti amano, infondi in noi la dolcezza del tuo amore, perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, otteniamo i beni da te promessi, che superano ogni desiderio. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Oppure: 

O Dio della vita, che in questo giorno santo ci fai tuoi amici e commensali, guarda la tua Chiesa che canta nel tempo la beata speranza della risurrezione finale, e donaci la certezza di partecipare al festoso banchetto del tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

 

Prima Lettura                Pr 9,1-6

Mangiate il mio pane, bevete il vino che vi ho preparato.

“Questo libro dell’Antico Testamento, «I Proverbi», ci presenta la Sapienza di Dio come una grande Signora che prepara il banchetto a cui invita anche gli stolti. Il pane e il vino che essa offre sono la figura della parola di Dio e dell’Eucaristia, che Gesù avrebbe dato al nuovo popolo di Dio” (Messale festivo, ed. LDC).

Dal libro dei Proverbi

La sapienza si è costruita la sua casa, ha intagliato le sue sette colonne. Ha ucciso il suo bestiame, ha preparato il suo vino e ha imbandito la sua tavola. Ha mandato le sue ancelle a proclamare sui punti più alti della città: «Chi è inesperto venga qui!». A chi è privo di senno ella dice: «Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato. Abbandonate l’inesperienza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza».                                          Parola di Dio.

Salmo Responsoriale                 Dal Salmo 33 (34)

«Senza ripugnanza e fastidio tu ci hai dato modo di bere alle dolci onde della pace, disponendoci a bere avidamente, a lunghi sorsi. Ma come fare, però! In noi, nelle nostre possibilità, c’è purtroppo solo un desiderio di pace, non il suo possesso! È vero che anche solo il desiderio di realizzarla ha la sua ricompensa da parte di Dio; ma è anche vero che malgrado la si desideri, fa male non vederne l’effetto compiuto… La pace la voglio anch’io; e non solo la desidero, ma la imploro! Ma intendo la pace di Cristo, la pace autentica, una pace senza residui di ostilità, una pace che non covi in sé la guerra; non la pace che soggioga gli avversari, ma quella che ci unisce in amicizia!» (San Girolamo).

Rit. Gustate e vedete com’è buono il Signore.

Benedirò il Signore in ogni tempo,

sulla mia bocca sempre la sua lode.

Io mi glorio nel Signore:

i poveri ascoltino e si rallegrino. Rit.

Temete il Signore, suoi santi:

nulla manca a coloro che lo temono.

I leoni sono miseri e affamati,

ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene. Rit.

Venite, figli, ascoltatemi:

vi insegnerò il timore del Signore.

Chi è l’uomo che desidera la vita

e ama i giorni in cui vedere il bene? Rit.

Custodisci la lingua dal male,

le labbra da parole di menzogna.

Sta’ lontano dal male e fa’ il bene,

cerca e persegui la pace. Rit.

Seconda Lettura                 Ef 5,15-20

Sappiate comprendere qual è la volontà del Signore.

San Paolo esorta gli abitanti della comunità di Èfeso ad impegnarsi a camminare nella luce di Cristo, abolendo tutta una seria di atteggiamenti che non sono consoni tra i santi, al fine di essere in grado di comprendere quale possa essere la volontà del Signore. Paolo non fa che richiamare le due ebbrezze: quella del vino che fa perdere il controllo e quella dello Spirito che dà la vera sapienza del cuore.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli, fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò sconsiderati, ma sappiate comprendere qual è la volontà del Signore. E non ubriacatevi di vino, che fa perdere il controllo di sé; siate invece ricolmi dello Spirito, intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo.

Parola di Dio.

Canto al Vangelo                 Gv 6,56 

Alleluia, alleluia.

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue,

dice il Signore, rimane in me e io in lui.

Alleluia.

Vangelo                     Gv 6,51-58

La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

“Dal livello sapienziale, l’evangelista passa a quello sacramentale. Diversamente dai sinottici, la formula eucaristica giovannea ha un pronunciato carattere cristologico: il pane non è il «corpo», ma la «carne» e la salvezza acquista una dimensione cosmico-universale. La partecipazione all’eucaristia stabilisce tra il credente e Gesù un rapporto di intimità uguale a quello tra Gesù e il Padre” (Bibbia Via, Verità e Vita, nota).

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Parola del Signore.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

 

L’Eucaristia è un sacrificio di lode – Giovanni Paolo II (Udienza Generale, 11 Ottobre 2000): Essenzialmente orientato alla comunione piena tra Dio e l’uomo, “il sacrificio eucaristico è la fonte e il culmine di tutto il culto della Chiesa e di tutta la vita cristiana. A questo sacrificio di rendimento di grazie, di propiziazione, di impetrazione e di lode i fedeli partecipano con maggiore pienezza, quando non solo offrono al Padre con tutto il cuore, in unione con il sacerdote, la sacra vittima e, in essa, loro stessi, ma ricevono pure la stessa vittima nel sacramento” (Sacra Congregazione dei Riti, Eucharisticum Mysterium, 3/e). Come dice il termine stesso nella sua genesi greca, l’Eucaristia è “ringraziamento”; in essa il Figlio di Dio unisce a sé l’umanità redenta in un canto di azione di grazie e di lode. Ricordiamo che la parola ebraica todah, tradotta “lode”, significa anche “ringraziamento”. Il sacrificio di lode era un sacrificio di rendimento di grazie (cfr. Sal 50[49],14.23). Nell’Ultima Cena, per istituire l’Eucaristia, Gesù ha reso grazie a suo Padre (cfr. Mt 26,26-27 e paralleli); è questa l’origine del nome di questo sacramento.

 

Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo – CCC 1355: Nella Comunione, preceduta dalla preghiera del Signore e dalla frazione del pane, i fedeli ricevono “il pane del cielo” e “il calice della salvezza”, il Corpo e il Sangue di Cristo che si è dato “per la vita del mondo” (Gv 6,51). Poiché questo pane e questo vino sono stati “eucaristizzati”, come tradizionalmente si dice, “questo cibo è chiamato da noi Eucaristia, e a nessuno è lecito parteciparne, se non a chi crede che i nostri insegnamenti sono veri, si è purificato con il lavacro per la remissione dei peccati e la rigenerazione, e vive così come Cristo ha insegnato”.

Cosa dicono i Santi e i Papi:

San Cirillo: Se il veleno dell’orgoglio ti gonfia, ricorri all’Eucarestia; e il Pane sotto le cui apparenze si è annichilato il tuo Signore, t’insegnerà l’umiltà

San Bernardo: Si merita di più ascoltando devotamente una Santa Messa che col distribuire ai poveri tutte le proprie sostanze e col girar pellegrinando tutta la terra.

San Leonardo: Vale di più ascoltare devotamente una Santa Messa che digiunare un anno intero a pane e acqua.

San Pier Giuliano Eymard: L’Eucaristia è il testamento di Gesù, un testamento fondato sul suo Sangue… Sappi, cristiano, che la Santa Messa è l’atto più santo della religione: tu non potresti far niente di più glorioso a Dio, né di più vantaggioso alla tua anima che ascoltarla piamente e il più sovente!… Andate alla Sacra Mensa con la vostra povertà e le vostre miserie, ma con fiducia e amore: è la migliore disposizione che potete portarvi.

Promessa di Gesù a Santa Geltrude: Assicurati che a chi ascolta devotamente la Santa Messa io manderò, negli ultimi istanti della sua vita tanti dei miei Santi per confortarlo e proteggerlo, quante saranno state le Messe da lui bene ascoltate.

San Giovanni Crisostomo: Quando la Santa Messa inizia, voi non siete più sulla terra, siete in Cielo, in mezzo agli Angeli e ai Santi che adorano l’Agnello senza macchia che si sacrifica per i peccati del mondo.

San Tommaso d’Aquino: La s. Messa fa resistere ai cattivi pensieri, attutisce gli stimoli della carne, dà all’anima la forza per combattere contro i nemici, cancella i peccati veniali, purifica il cuore, fornisce lena ad operare il bene, rafforza la castità, fa robusti per tollerare le avversità e riempie l’anima d’ogni virtù.

Beato Pier Giorgio Frassati: Io vi esorto, o giovani, con tutte le forze dell’ani-ma ad accostarvi il più possibile alla Mensa Eucaristica: cibatevi di questo pane degli Angeli e di là trarrete la forza per combattere le lotte interne, contro le passioni e contro tutte le avversità.

San Lorenzo Giustiniani: All’Altissimo Dio il sacrificio della Messa è più accetto di quello che sono i meriti degli Angeli tutti.

San Pio da Pietrelcina: Nel corso del giorno, quando non ti è permesso di fare altro, chiama Gesù, anche in mezzo a tutte le tue occupazioni, con gemito rassegnato dell’anima, ed egli verrà e resterà sempre unito con l’anima mediante la sua grazia e il suo santo amore. Vola con lo spirito dinanzi al Tabernacolo, quando non ci puoi andare col corpo, e là sfoga le ardenti brame ed abbraccia il Diletto delle anime meglio che se ti fosse dato di riceverlo sacramentalmente… Se gli uomini comprendessero il valore della Santa Messa, ad ogni Messa ci vorrebbero i carabinieri per tenere in ordine le folle di gente nelle Chiese.

Beato Giovanni Paolo II: L’Eucaristia è istituita perché diventiamo fratelli; viene celebrata perché da estranei e indifferenti gli uni gli altri, diventiamo uniti, uguali ed amici; è data perché, da massa apatica e fra sé divisa, se non avversaria, diventiamo un popolo che ha un cuore solo e un’anima sola.

Benedetto XVI: L’incontro con Gesù nella Messa si attua pienamente quando la comunità riconosce che Egli, nel Sacramento, abita la sua casa, ci invita alla sua mensa, e poi, dopo che l’assemblea si è sciolta, rimane con noi e ci accompagna continuando a raccogliere i nostri sacrifici spirituali e ad offrirli al Padre.

Preghiera dei Fedeli       (proposta)

Nutriti dalla Parola di Dio e invitati alla sua mensa, offriamo con fiducia al Signore le nostre preoccupazioni e quelle dei nostri fratelli. Lui, che conosce tutto della nostra vita, saprà ascoltare la nostra preghiera.

Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.

– Per il Papa e i vescovi: continuino a offrire agli uomini la sapienza di Dio e ad invitare i cristiani a nutrirsi della sua Parola e dell’Eucaristia, preghiamo. Rit.

– Per tutti i cristiani: la mensa del mondo è spesso più allettante di quella di Dio. Preghiamo perché abbiano il coraggio di non attaccare il cuore agli idoli della terra, ma di impegnarsi in una vera vita cristiana, preghiamo. Rit.

– Per quanti hanno responsabilità politiche e civili: non si preoccupino di rafforzare il benessere di pochi, ma di aiutare le persone prive del necessario, nelle quali Cristo soffre e muore, preghiamo. Rit.

– Per la nostra comunità: l’Eucaristia ci faccia sentire uniti a Gesù, uniti tra di noi, uniti a coloro che tutti gli uomini dimenticano, preghiamo. Rit.

Celebrante: O Padre, bontà infinita, ti ringraziamo di averci nutriti con la Parola e l’Eucaristia. Concedici di avere sempre fame di ciò che è veramente necessario, e di essere sensibili ai poveri in cui Gesù continua a soffrire. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Preghiera sulle offerte

Accogli i nostri doni, Signore, in questo misterioso incontro tra la nostra povertà e la tua grandezza: noi ti offriamo le cose che ci hai dato, e tu donaci in cambio te stesso. Per Cristo nostro Signore.

Prefazio delle Domeniche del Tempo Ordinario II             (proposta)

Il mistero della redenzione.

 

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza,

rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo,

Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore.

Nella sua misericordia per noi peccatori

egli si è degnato di nascere dalla Vergine;

morendo sulla croce, ci ha liberati dalla morte eterna

e con la sua risurrezione ci ha donato la vita immortale.

Per questo mistero di salvezza, uniti agli angeli e ai santi,

cantiamo con gioia l’inno della tua lode: Santo…

 

Antifona alla comunione

Presso il Signore è la misericordia, e grande presso di lui la redenzione. (Sal 130,7)

Oppure: 

Dice il Signore: «Io sono il pane vivo disceso dal cielo: se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno». (Gv 6,51-52)

Preghiera dopo la comunione

O Dio, che in questo sacramento ci hai fatti partecipi della vita del Cristo, trasformaci a immagine del tuo Figlio, perché diventiamo coeredi della sua gloria nel cielo. Per Cristo nostro Signore.

Un po’ di pane per camminare

«La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda». Oggi la Liturgia domenicale ci fa fare un cammino spirituale fatto di pesi e contrappesi: nella prima Lettura ci presenta il banchetto divino preparato per ciascuno di noi. Siamo tutti invitati a gustare il cibo della Sapienza: «Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato». Un cibo abbondante, che dona vita, sapienza, consolazione, sazietà, gioia di vivere… un cibo che mantiene l’anima leggera, che non appesantisce la volontà, non intorpidisce il cuore, anzi dona vigore alle membra ed energia all’anima. Nella seconda Lettura, san Paolo scrivendo agli Èfesini, ci esorta a stare attenti ad altri alimenti: c’è un vino che fa perdere il controllo! Non è tanto un invito ad astenersi dall’alcool, quanto piuttosto ad astenersi dai veleni di questo mondo, astenersi dal nutrirsi dalle muffe che la stoltezza di questo mondo ci offre. Ed ecco dinanzi a noi i due banchetti: quello della Sapienza e quello del mondo. A questo punto dobbiamo fare due brevi considerazioni che nascono dall’esperienza quotidiana. La prima è che senza cibo non possiamo vivere, quindi inutile farsi troppe illusioni: se non ci cibiamo di cibi succulenti ci sazieremo della mensa offertaci dal mondo, ubriacandoci di stoltezza. La seconda è che se anche ci nutriamo di cibi buoni, basta qualche alimento o anche un solo ingrediente avariato per rovinare il pasto e per farci stare male. Purtroppo sappiamo che a volte basta un po’ di botulino per condurre anche alla morte! Cosa ci dice questa seconda considerazione: ci ricorda che non basta cullarci del fatto che in fondo noi ci nutriamo alla Mensa del Signore: se lasciamo che il veleno entri in noi e sia assorbito dal nostro cuore esso certamente ne risentirà, si paralizzerà e la morte dell’anima potrebbe sopraggiungere improvvisa. Ed eccoci al Vangelo: Cristo è il cibo buono, capace di saziarci, di darci pienezza e soddisfazione. Cristo è il buon cibo che mette allegria ai nostri cuori, che rinfranca le nostre membra infiacchite. Cristo è il buon farmaco, senza controindicazioni, che ci protegge dai mali del mondo, che illumina la nostra coscienza, fortifica la nostra volontà, purifica la nostra memoria… e che ci fa stare davvero bene!

Conosciamo l’Opus Matris Verbi Dei

Capitolo 7

Ammissione, Formazione ed Emissione dei Voti

  1. b) Il Noviziato

Art. 124 – Oltre a quanto previsto e prescritto dal Codice di Diritto Canonico, il Noviziato abbia di mira l’assimilazione delle particolari esigenze di interiorità proprie della nostra Famiglia ecclesiale di vita evangelica e la rottura col mondo che esse comportano.

Art. 125 – Si impegnino in questo settore formativo le forze migliori, sapendo dall’esperienza come il progresso o la decadenza di una Famiglia ecclesiale di vita evangelica dipenda principalmente da una buona o cattiva selezione e formazione dei novizi.

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