febbraio, Liturgia

11 Febbraio 2018 – VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (B)

ANTIFONA D’INGRESSO
Sii per me difesa, o Dio, rocca e fortezza che mi salva, perché tu sei mio baluardo e mio rifugio; guidami per amore del tuo nome. (Sal 31,3-4)

COLLETTA
O Dio, che hai promesso di essere presente in coloro che ti amano e con cuore retto e incero custodiscono la tua parola, rendici degni di diventare tua stabile dimora. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Oppure:
Risanaci, o Padre, dal peccato che ci divide, e dalle discriminazioni che ci avviliscono; aiutaci a scorgere anche nel volto del lebbroso l’immagine del Cristo sanguinante sulla croce, per collaborare all’opera della redenzione e narrare ai fratelli la tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

PRIMA LETTURA Lv 13,1-2.45-46
Il lebbroso se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento.

Siamo nella terza sezione del libro del Levìtico dove si elenca ciò che è puro o impuro agli occhi di Dio. La lebbra, come ogni altra malattia, veniva considerata castigo di un peccato. Con il termine lebbra si indicava ogni malattia della pelle che poteva risultare contagiosa. Era compito del sacerdote vagliare e decidere se il malcapitato era guarito oppure no e di conseguenza se fosse puro o impuro.

Dal libro del Levìtico
Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse: «Se qualcuno ha sulla pelle del corpo un tumore o una pustola o macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra, quel tale sarà condotto dal sacerdote Aronne o da qualcuno dei sacerdoti, suoi figli. Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: “Impuro! Impuro!”. Sarà impuro finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento». Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 31 (32)

«Beato l’uomo al quale il Signore non ha imputato peccato, né è inganno sulla sua bocca [Sal 32(31),1.2] comincia il salmo e comincia la comprensione. La comprensione, o intelligenza, consiste in questo: sapere che non devi vantarti dei tuoi meriti, né presumere di poter peccare impunemente… Questo salmo si chiama dell’intelligenza. Per prima cosa l’intelligenza ti fa riconoscere peccatore. In seguito, quando avrai cominciato a operare il bene con la fede e per mezzo dell’amore, ti fa attribuire il merito non alle tue forze, ma alla grazia di Dio. Così non vi sarà inganno nel tuo cuore, cioè nella tua bocca interiore: né avrai una cosa sulle labbra e un’altra nel pensiero… Chi, mentre è ingiusto, pretende di essere giusto, non è forse un ingannatore?» (Sant’Agostino).

Rit. Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia.

Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno. Rit.

Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato. Rit.

Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia! Rit.

SECONDA LETTURA 1Cor 10,31-11,1
Diventate miei imitatori come io lo sono di Cristo.

Dal capitolo 7 in poi, ci troviamo nella sezione dove Paolo dà delle risposte a quesiti che i Corìnzi gli hanno posto, possiamo supporre, con una precedente lettera andata perduta. Paolo raccomanda un criterio di discernimento nel compiere o meno un’azione, che risulta un vero e proprio programma di vita spirituale che conduce alla santità: fare tutto per la gloria di Dio, anche negli atti più banali come il mangiare e il bere.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. Non siate motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse ma quello di molti, perché giungano alla salvezza. Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO Lc 7,16
Alleluia, alleluia.
Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo.
Alleluia.

VANGELO Mc 1,40-45
La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.

Gesù abbandona in segreto Cafàrnao. Attraversando la Galilea opera diversi miracoli fra i quali la guarigione del lebbroso di cui ci parla oggi il Vangelo. Una volta guarito, Gesù gli raccomanda di adempiere a tutte le prescrizioni della Legge, cioè di recarsi dal sommo sacerdote affinché confermi la guarigione, e così essere dichiarato puro e riammesso a tutte le attività sociali e religiose.

Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Parola del Signore.

LA PAROLA DI DIO COMMENTATA DAL MAGISTERO DELLA CHIESA

La purificazione, un cammino che inizia nel fonte battesimale – CCC 1262: I diversi effetti operati dal Battesimo sono significati dagli elementi sensibili del rito sacramentale. L’immersione nell’acqua richiama i simbolismi della morte e della purificazione, ma anche della rigenerazione e del rinnovamento. I due effetti principali sono dunque la purificazione dai peccati e la nuova nascita nello Spirito Santo.

La purificazione continua tutta la vita – CCC 2520: Il Battesimo conferisce a colui che lo riceve la grazia della purificazione da tutti i peccati. Ma il battezzato deve continuare a lottare contro la concupiscenza della carne e i desideri disordinati. Con la grazia di Dio giunge alla purezza del cuore: mediante la virtù e il dono della castità, perché la castità permette di amare con un cuore retto e indiviso; mediante la purezza d’intenzione che consiste nel tener sempre presente il vero fine dell’uomo: con un occhio semplice, il battezzato cerca di trovare e di compiere in tutto la volontà di Dio; mediante la purezza dello sguardo, esteriore ed interiore; mediante la disciplina dei sentimenti e dell’im-maginazione; mediante il rifiuto di ogni compiacenza nei pensieri impuri, che inducono ad allontanarsi dalla via dei divini comandamenti: «La vista provoca negli stolti il desiderio» (Sap 15,5); mediante la preghiera.

Una purificazione incessantemente ricominciata – CCC 2813: Nell’acqua del Battesimo siamo stati «lavati… santificati… giustificati nel Nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio» (1Cor 6,11). Lungo tutta la nostra vita il Padre nostro ci chiama «alla santificazione» (1Ts 4,7), e, poiché è per lui che noi siamo «in Cristo Gesù, il quale… è diventato per noi santificazione» (1Cor 1,30), ne va della sua Gloria e della nostra vita che il suo Nome sia santificato in noi e da noi. Sta qui l’urgenza della nostra prima domanda. Chi potrebbe santificare Dio, giacché è lui che santifica? Ma traendo ispirazione da queste parole: «Sarete santi… poiché io, il Signore, sono santo» (Lv 20,26), noi chiediamo che, santificati dal Battesimo, possiamo perseverare in ciò che abbiamo incominciato ad essere. E lo chiediamo ogni giorno, perché ogni giorno ci lasciamo sedurre dal male, e perciò dobbiamo purificarci dai nostri peccati con una purificazione incessantemente ricominciata… Ricorriamo, dunque, alla preghiera perché la santità dimori in noi.

Tutti abbiamo bisogno di purificarci. La purificazione della Chiesa – CCC 827: «Mentre Cristo “santo, innocente, immacolato”, non conobbe il peccato, ma venne allo scopo di espiare i soli peccati del popolo, la Chiesa che comprende nel suo seno i peccatori, santa e insieme sempre bisognosa di purificazione, incessantemente si applica alla penitenza e al suo rinnovamento». Tutti i membri della Chiesa, compresi i suoi ministri, devono riconoscersi peccatori. In tutti, sino alla fine dei tempi, la zizzania del peccato si trova ancora mescolata al buon grano del Vangelo. La Chiesa raduna dunque dei peccatori raggiunti dalla salvezza di Cristo, ma sempre in via di santificazione. La Chiesa è santa, pur comprendendo nel suo seno dei peccatori, giacché essa non possiede altra vita se non quella della grazia: appunto vivendo della sua vita, i suoi membri si santificano, come, sottraendosi alla sua vita, cadono nei peccati e nei disordini, che impediscono l’irradiazione della sua santità. Perciò la Chiesa soffre e fa penitenza per tali peccati, da cui peraltro ha il potere di guarire i suoi figli con il sangue di Cristo e il dono dello Spirito Santo.

La purificazione, un impegno continuo per tutta la Chiesa – CCC 1428: Ora, l’appello di Cristo alla conversione continua a risuonare nella vita dei cristiani. Questa seconda conversione è un impegno continuo per tutta la Chiesa che «comprende nel suo seno i peccatori» e che, «santa insieme e sempre bisognosa di purificazione, incessantemente si applica alla penitenza e al suo rinnovamento». Questo sforzo di conversione non è soltanto un’opera umana. È il dinamismo del «cuore contrito» (Sal 51,19) attirato e mosso dalla grazia a rispondere all’amore misericordioso di Dio che ci ha amati per primo.

Si passerà attraverso una purificazione… – CCC 1022.1054: Ogni uomo fin dal momento della sua morte riceve nella sua anima immortale la retribuzione eterna, in un giudizio particolare che mette la sua vita in rapporto a Cristo, per cui o passerà attraverso una purificazione, o entrerà immediatamente nella beatitudine del cielo, oppure si dannerà immediatamente per sempre. Alla sera della vita, saremo giudicati sull’amore […]. Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio, ma imperfettamente purificati, benché sicuri della loro salvezza eterna, vengono sottoposti, dopo la morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia di Dio.

PREGHIERA DEI FEDELI
Celebrante: Fratelli e sorelle, nel cuore della nostra vita c’è la sorgente di ogni guarigione, Gesù Cristo, che ha preso su di sé le nostre piaghe per farci partecipare, fin da ora, alla sua risurrezione.

Lettore: Preghiamolo con fiducia: Signore Gesù, donaci occhi limpidi.

– Per la Chiesa e i suoi pastori: perché, come Gesù, si chinino sui malati e tocchino il loro dolore, testimoniando come la solidarietà cominci con la condivisione. Preghiamo. Rit.

– Peri nostri malati: sappiamo vedere in loro nostri fratelli e nostre sorelle che soffrono, non solo nel corpo; sappiamo aiutarli nella vicinanza con amore e sacrificio. Preghiamo. Rit.

– Per le autorità politiche ed economiche: perché si impegnino a combattere le gravi malattie del Sud del mondo, in cui ancora oggi muoiono centinaia di bambini ogni giorno. Preghiamo. Rit.

– Perché quanti trascurano i doveri cristiani sappiano trovare in Cristo la sorgente di ogni guarigione spirituale, per uscire dal disimpegno e dare un solido orientamento alla loro esistenza, preghiamo. Rit.

– Perché, trovata nella confessione – sacramento del perdono – la liberazione dalla nostra lebbra, abbiamo in noi un cuore ben disposto, capace di comprendere e aiutare gli altri, preghiamo. Rit.

Celebrante: Signore, che hai toccato con la tua mano il lebbroso e l’hai risanato, tocca anche i nostri cuori, e risanali dall’egoismo e dall’indifferenza verso chi soffre. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

PREGHIERA SULLE OFFERTE
Questa nostra offerta, Signore, ci purifichi e ci rinnovi, e ottenga a chi è fedele alla tua volontà la ricompensa eterna. Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO DELLE DOMENICHE DEL TEMPO ORDINARIO IV
La storia della salvezza.

È veramente cosa buona e giusta,
proclamare le tue grandi opere
e renderti grazie a nome di tutti gli uomini,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
Egli, nascendo da Maria Vergine,
ha inaugurato i tempi nuovi;
soffrendo la passione,
ha distrutto i nostri peccati;
risorgendo dai morti,
ci ha aperto il passaggio alla vita eterna;
salendo a te, Padre,
ci ha preparato un posto nel tuo regno.
Per questo mistero di salvezza,
uniti agli angeli e ai santi,
cantiamo senza fine
l’inno della tua lode: Santo…

ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Hanno mangiato e si sono saziati e Dio li ha soddisfatti nel loro desiderio, la loro brama non è stata delusa. (Sal 78,29-30)
Oppure:
Dio ha tanto amato il mondo da donare il suo unico Figlio, perché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna. (Gv 3,16)
Oppure:
“Signore, se vuoi puoi guarirmi!”. Gesù disse: “Lo voglio, guarisci”. (Mc 1,40. 41)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Signore, che ci hai nutriti al convito eucaristico, fa’ che ricerchiamo sempre quei beni che ci danno la vera vita. Per Cristo nostro Signore.

UN PO’ DI PANE PER CAMMINARE
«Lo voglio, sii purificato!». È una parola pronunciata da Gesù, ma è la parola che Gesù ci invita a pronunciare nei nostri quotidiani incontri con le tante lebbre e i tanti lebbrosi del mondo odierno. «Lo voglio, sii purificato!». È una parola che sale dal profondo di un cuore, quello del Maestro, capace di commuoversi, di sentire compassione, e che ci ricorda che di parole vuote o di facili esortazioni asettiche il mondo non ne abbisogna. «Lo voglio, sii purificato!». È una parola che nasce da una comunione, da un contatto: il lebbroso non poteva essere toccato, e il farlo comportava diventare impuro ed essere, come il lebbroso, allontanato dall’accampamento. C’è quindi in Gesù tutto il desiderio di farsi “lebbroso” ma non per insozzarsi e ammalarsi, piuttosto per risanare e abbellire ciò che la malattia aveva sfigurato. Come dire che non possiamo pensare di aiutare i bambini o le famiglie povere o qualsiasi altra lebbra sociale e spirituale, se non siamo capaci anzitutto di provare la fame e la nudità; non possiamo sentirci a posto col mondo e con la nostra coscienza firmando un assegno comodamente seduti dinanzi al calduccio di un caminetto: Gesù ci invita a “toccare” i lebbrosi, ad andare loro incontro, a condividerne le pene e le gioie, i dolori e le speranze. «Lo voglio, sii purificato!». È una parola che nasce dal desiderio di purezza, non per una egoistica paura di contagio ma per il senso interiore di bellezza e di sanità fisica e spirituale cui dovremmo tutti aspirare. E non possiamo pronunciare tale parola, o meglio, non possiamo illuderci che tale espressione diventi in noi e per mezzo nostro una parola di salvezza, una parola che guarisce, che libera e dona vita, se non abbiamo in noi il senso della purezza, se non siamo capaci anzitutto di toccare la lebbra del peccato in noi e di combatterla seriamente con ogni sforzo ascetico: rischieremmo il contrario, e cioè di insozzare gli altri con il nostro peccato piuttosto che creare un circolo virtuoso di comunione e di bellezza. «Lo voglio, sii purificato!». È una parola che nasce dalla consapevolezza di essere noi stessi lebbrosi e bisognosi del tocco e dell’abbraccio di Cristo, nella certezza che solo nella misura in cui ci facciamo dono potremmo ottenere da Dio ogni dono.

CONOSCIAMO L’OPUS MATRIS VERBI DEI

CAPITOLO 3
VITA CONSACRATA CON VOTO DI POVERTÀ CASTITÀ OBBEDIENZA
C. Il voto di Obbedienza Ad imitazione di Gesù servo

Art. 78 – In piena sintonia col Mistero eucaristico i Sodali si facciano anche loro eucaristia per i fratelli, lasciandosi consumare dalle esigenze del servizio apostolico in loro favore.

Art. 79 – Con Maria, umile serva del Signore, l’Opus Matris Verbi Dei vuole proferire il suo “sì” quotidiano alla volontà del Padre, fino alla consumazione del Calvario.

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