gennaio, Liturgia

21 Gennaio 2018 – III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (B)

ANTIFONA D’INGRESSO
Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore da tutta la terra; splendore e maestà dinanzi a lui, potenza e bellezza nel suo santuario. (Sal 96,1.6)

COLLETTA
Dio onnipotente ed eterno, guida i nostri atti secondo la tua volontà, perché nel nome del tuo diletto Figlio portiamo frutti generosi di opere buone. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Oppure:
O Padre, che nel tuo Figlio ci hai dato la pienezza della tua parola e del tuo dono, fa’ che sentiamo l’urgenza di convertirci a te e di aderire con tutta l’anima al Vangelo, perché la nostra vita annunzi anche ai dubbiosi e ai lontani l’unico Salvatore, Gesù Cristo. Egli è Dio, e vive e regna con te…

PRIMA LETTURA Gn 3,1-5.10
I Niniviti si convertirono dalla loro condotta malvagia.

Il libro di Giona, pur essendo inserito tra i profeti minori, è un libro didattico la cui trama non ha nulla di storico. Si pensa sia stato redatto nel periodo postesilico e il suo insegnamento è diretto ad una comunità che tende a chiudersi in se stessa. La missione di Giona mostra come la Parola di Dio sia universale e chiami tutti i popoli alla conversione. Nìnive, nemica storica d’Israele, è l’emblema della malvagità. Nata come sede del culto di Ishtar (dea babilonese dell’amore e della guerra, alla quale si rendeva culto con la pratica della prostituzione sacra), diviene capitale degli Assiri, popolo noto per la sua spietata ferocia. Nel racconto, proprio coloro che sembrano i più lontani, accolgono l’invito alla conversione e riconoscono il Dio d’Israele che si mostra un Dio di grande compassione.

Dal libro del profeta Giona
Fu rivolta a Giona questa parola del Signore: «Àlzati, va’ a Nìnive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico». Giona si alzò e andò a Nìnive secondo la parola del Signore. Nìnive era una città molto grande, larga tre giornate di cammino. Giona cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta». I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli. Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 24 (25)
«Distoglie il suo animo dalle cose terrene, lo solleva al di sopra di se stesso, lo dirige, lo tende e lo fissa più in alto, più vicino a Dio. Si è distolto dalle cose caduche e umane, si è offerto a Dio in sincerità di cuore. Mio Dio, confidando solo in te e non in me, ho preso la risoluzione di fare questa cosa grande: di disprezzare tutto ciò che è terrestre e di innalzarmi fino a te. Non permettere che sia precipitato a terra dall’alto di questa familiarità con te, che ho cercato» (Eusebio).

Rit. Fammi conoscere, Signore, le tue vie.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza. Rit.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore. Rit.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via. Rit.

SECONDA LETTURA 1Cor 7,29-31
Passa la figura di questo mondo.

La prima lettera ai Corìnzi fu scritta da Paolo per rispondere ad alcune problematiche proprie di quella comunità. Pur trattando diversi temi, ogni affermazione porta ad un’unica verità: il ruolo fondamentale di Cristo al quale ognuno appartiene grazie al Battesimo. Di fronte alla grandezza della vocazione cristiana tutto passa in secondo piano: i beni materiali, gli affetti, ma anche i doni spirituali legati alla vita presente in quanto caduchi.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO Mc 1,15
Alleluia, alleluia.
Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo.
Alleluia.

VANGELO Mc 1,14-20
Convertitevi e credete al Vangelo.

In Marco il Vangelo o “buona notizia” si identifica con la persona stessa di Gesù. Il luogo in cui dà inizio al suo ministero è una terra di passaggio, chiamata da Isaìa “Galilea delle genti” (Is 8,23b). Da Matteo sappiamo che egli preferì Cafàrnao a Nàzaret, quest’ultima, infatti, si trova sulle colline, Cafàrnao sul lago di Genèsaret (impropriamente chiamato mare di Galilea), lungo la via del mare, strada maestra che collegava Damasco con l’Egitto evitando la zona montuosa. Il suo messaggio si presentava, dunque universale e la sua chiamata era rivolta a gente di qualsiasi estrazione sociale.

Dal Vangelo secondo Marco
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Parola del Signore.

LA PAROLA DI DIO COMMENTATA DAL MAGISTERO DELLA CHIESA

Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo» – CCC 1427: Gesù chiama alla conversione. Questo appello è una componente essenziale dell’annuncio del Regno: «Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è ormai vicino; convertitevi e credete al Vangelo» (Mc 1,15). Nella predicazione della Chiesa questo invito si rivolge dapprima a quanti non conoscono ancora Cristo e il suo Vangelo. Il Battesimo è quindi il luogo principale della prima e fondamentale conversione. È mediante la fede nella Buona Novella e mediante il Battesimo che si rinuncia al male e si acquista la salvezza, cioè la remissione di tutti i peccati e il dono della vita nuova.

Senza la conversione non si può entrare nel regno di Dio – CCC 545: Gesù invita i peccatori alla mensa del Regno: «Non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mc 2,17). Li invita alla conversione, senza la quale non si può entrare nel Regno, ma nelle parole e nelle azioni mostra loro l’infinita misericordia del Padre suo per loro e l’immensa «gioia» che si fa «in cielo per un peccatore convertito» (Lc 15,7). La prova suprema di tale amore sarà il sacrificio della propria vita «in remissione dei peccati» (Mt 26,28).

La conversione un cammino perenne, un impegno continuo per tutta la Chiesa – CCC 1428: Ora, l’appello di Cristo alla conversione continua a risuonare nella vita dei cristiani. Questa seconda conversione è un impegno continuo per tutta la Chiesa che «comprende nel suo seno i peccatori» e che, «santa insieme e sempre bisognosa di purificazione, incessantemente si applica alla penitenza e al suo rinnovamento». Questo sforzo di conversione non è soltanto un’opera umana. È il dinamismo del «cuore contrito» (Sal 51,19) attirato e mosso dalla grazia a rispondere all’amore misericordioso di Dio che ci ha amati per primo.

Conversione e adesione a Cristo – Ad Gentes 7: La ragione dell’attività missionaria discende dalla volontà di Dio, il quale «vuole che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità. Vi è infatti un solo Dio, ed un solo mediatore tra Dio e gli uomini, Gesù Cristo, uomo anche lui, che ha dato se stesso in riscatto per tutti» (1Tm 2,4-6), «e non esiste in nessun altro salvezza» (At 4,12). È dunque necessario che tutti si convertano al Cristo conosciuto attraverso la predicazione della Chiesa, ed a lui e alla Chiesa, suo corpo, siano incorporati attraverso il battesimo.

Evangelizzazione e conversione – Ad Gentes 13: Ovunque Dio apre una porta della parola per parlare del mistero del Cristo, ivi a tutti gli uomini, con franchezza e con perseveranza deve essere annunziato il Dio vivente e colui che egli ha inviato per la salvezza di tutti, Gesù Cristo. Solo così i non cristiani, a cui aprirà il cuore lo Spirito Santo, crederanno e liberamente si convertiranno al Signore, e sinceramente aderiranno a colui che, essendo «la via, la verità e la vita» (Gv 14,6), risponde a tutte le attese del loro spirito, anzi le supera infinitamente. Una tale conversione va certo intesa come un inizio: eppure è sufficiente perché l’uomo avverta che, staccato dal peccato, viene introdotto nel mistero dell’amore di Dio, che lo chiama a stringere nel Cristo una relazione personale con lui. Difatti, sotto l’azione della grazia di Dio, il neo-convertito inizia un itinerario spirituale in cui, trovandosi già per la fede in contatto con il mistero della morte e della risurrezione, passa dall’uomo vecchio all’uomo nuovo che in Cristo trova la sua perfezione. Questo passaggio, che implica un progressivo cambiamento di mentalità e di costumi, deve manifestarsi nelle sue conseguenze di ordine sociale e svilupparsi progressivamente nel tempo del catecumenato. E poiché il Signore in cui si crede è segno di contraddizione, non di rado chi si è convertito va incontro a rotture e a distacchi, ma anche a gioie, che Dio generosamente concede. La Chiesa proibisce severamente di costringere o di indurre e attirare alcuno con inopportuni raggiri ad abbracciare la fede, allo stesso modo in cui rivendica energicamente il diritto che nessuno con ingiuste vessazioni sia distolto dalla fede stessa. Secondo una prassi antichissima nella Chiesa, i motivi della conversione vanno bene esaminati, e, se è necessario, purificati.

Mezzi per favorire la vita spirituale e la conversione – Presbyterorum Ordinis 18: I presbiteri, che sono i ministri della grazia sacramentale, si uniscono intimamente a Cristo salvatore e pastore attraverso la fruttuosa recezione dei sacramenti, soprattutto con la confessione sacramentale frequente, giacché essa – che va preparata con un quotidiano esame di coscienza – favorisce in sommo grado la necessaria conversione del cuore all’amore del Padre delle misericordie. Alla luce della fede, che si alimenta della lettura della Bibbia, essi possono cercare diligentemente di scoprire nelle diverse vicende della vita i segni della volontà di Dio e gli appelli della sua grazia, divenendo così sempre più pronti a corrispondere a ogni esigenza della missione cui si sono dedicati nello Spirito Santo.

PREGHIERA DEI FEDELI
Celebrante: Fratelli e sorelle, con le parole «Il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo», Gesù ci strappa alle nostre preoccupazioni, alle nostre abitudini e ci invita a crescere nella fede adulta. Chiediamo al Padre di essere la nostra guida.
Lettore: Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore!

– Per gli attuali successori degli apostoli e dei profeti: comprendano l’urgenza della loro missione e sappiano far risuonare nel mondo l’appello alla conversione. Preghiamo. Rit.

– Per i capi di Stato, i responsabili politici, economici e sociali: non si lascino dominare dalle cose del mondo, ma le usino come semplici strumenti, nel servizio degli uomini loro fratelli. Preghiamo. Rit.

– Per coloro che considerano Dio un essere lontano e indifferente, un’entità astratta e impersonale: l’annuncio del vangelo li avvicini all’incontro autentico con Dio Padre, che entra nella vita di ogni persona e chiama alla conversione. Preghiamo. Rit.

– Per la nostra comunità cristiana: perché restiamo umili davanti a Dio, pronti a seguire le sue vie, disponibili ad andare verso gli altri. Preghiamo. Rit.

Celebrante: Padre, che attraverso la parola di un solo profeta hai saputo toccare il cuore di una grande città e convertirla, esaudisci le nostre preghiere: fa’ che conosciamo il Vangelo e ci lasciamo guidare da Gesù tuo Figlio e nostro fratello. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

PREGHIERA SULLE OFFERTE
Accogli i nostri doni, Padre misericordioso, e consacrali con la potenza del tuo Spirito, perché diventino per noi sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO DELLE DOMENICHE DEL TEMPO ORDINARIO VII
La salvezza nell’obbedienza di Cristo.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Nella tua misericordia hai tanto amato gli uomini
da mandare il tuo Figlio come Redentore
a condividere in tutto, fuorché nel peccato, la nostra condizione umana.
Così hai amato in noi ciò che tu amavi nel Figlio
e in lui, servo obbediente, hai ricostituito l’alleanza
distrutta dalla disobbedienza del peccato.
Per questo mistero di salvezza, uniti agli angeli e ai santi,
cantiamo con gioia l’inno della tua lode: Santo…

ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Guardate al Signore e sarete raggianti, e il vostro volto non sarà confuso. (Sal 34,6)
Oppure:
“Io sono la luce del mondo”, dice il Signore; “chi segue me, non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. (Gv 8,12)
Oppure:
“Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo”. (Mc 1,15)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
O Dio, che in questi santi misteri ci hai nutriti col corpo e sangue del tuo Figlio, fa’ che ci rallegriamo sempre del tuo dono, sorgente inesauribile di vita nuova. Per Cristo nostro Signore.

UN PO’ DI PANE PER CAMMINARE
“Il tempo è «compiuto». Vi sono tanti tempi [«Krònoi»] in cui Dio prepara quello che verrà; ma poi vi è un tempo [«Kairòs»], il suo, in cui tutto è portato alla pienezza, «la pienezza del tempo» [Gal 4,4]. Cristo è questa pienezza. Egli introduce il «definitivo» nella storia e discrimina un «prima» e un «adesso». Perciò Paolo può scrivere che con Gesù «il tempo si è fatto breve» [1Cor 7,29]. Gli «ultimi tempi sono ormai inaugurati». «Inaugurati» vuoi dire che non vi è più un altro tempo «ultimo» che vada al di là di Cristo, ma vuol dire anche che non si può restare al di qua di Cristo. Vuol dire ancora che, se sono stati inaugurati, devono adesso essere sviluppati. Difatti si dilatano e diventano «tempi della Chiesa», che vanno dalla risurrezione-ascensione fino alla parusia.
La decisiva importanza dei tempi della Chiesa sta proprio nel fatto che essi rappresentano il «tempo favorevole» [cfr. 2Cor 6,2] per la decisione.
Convertirsi, passando a credere al vangelo, significa propriamente un vero mutamento di èra, un passaggio da un tempo ormai concluso, quello della promessa, al tempo senza fine della realtà” (Card. Giovanni Saldarmi).
Gesù inaugura la sua missione pubblica con un annuncio colmo di gioia: “II regno di Dio è vicino”, ma aggiunge subito il monito: “convertitevi e credete al vangelo”. Non vi è vita cristiana se non vi è la gioia del regno, non vi è accesso al regno se non vi è un reale mutamento di vita.
“Non si può accedere al regno di Cristo se non per mezzo della metanoia, cioè attraverso quell’intimo e totale cambiamento e rinnovamento dell’uomo, dei suoi pensieri, giudizi, modi di vivere. Questo rinnovamento si attua nell’uomo alla luce della santità e dell’amore di Dio, che negli ultimi tempi si sono manifestati e comunicati in pienezza nel Figlio. L’invito del Figlio di Dio alla metanoia ci stimola in modo più incalzante, in quanto egli non solo ce la predica, ma ce ne offre l’esempio in se stesso. Cristo infatti è un modello supremo per coloro che fanno penitenza, lui che vuole portare la pena non per il suo peccato, ma per quello degli altri. […]. Dunque ogni cristiano, seguendo il Maestro, deve rinnegare se stesso, prendere la sua croce e partecipare alle sofferenze di Cristo. Trasformato così ad immagine della sua morte, è reso capace di meritare la gloria della risurrezione” (Paolo VI).

CONOSCIAMO L’OPUS MATRIS VERBI DEI

Capitolo 3
VITA CONSACRATA CON VOTO DI POVERTÀ CASTITÀ OBBEDIENZA
C. Il voto di Obbedienza Ad imitazione di Gesù servo

Art. 71 – I Responsabili guidino i Sodali in maniera tale che questi nell’intrapren-dere iniziative e nell’assolvere i propri compiti cooperino con un’obbedienza attiva e responsabile. Perciò li ascoltino volentieri e promuovano l’unione delle forze per il bene della Famiglia ecclesiale e della Chiesa, pur rimanendo ferma la loro autorità di decidere e di comandare ciò che deve farsi (cfr. PC 14).

Art. 72 – I Sodali si obbligano a verificarsi ogni trimestre con il proprio Responsabile circa gli impegni della loro consacrazione: impegni di preghiera, modo di vivere i consigli evangelici, impegni apostolici, inserimento nel sociale (lavoro, famiglia, cultura, comportamento e stile di vita, ecc.).

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