Dicembre, Liturgia

17 Dicembre 2017 – III Domenica del Tempo di Avvento (B)

Antifona d’ingresso

Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino. (Fil 4,4.5)

Colletta

Guarda, o Padre, il tuo popolo, che attende con fede il Natale del Signore, e fa’ che giunga a celebrare con rinnovata esultanza il grande mistero della salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Oppure: 

O Dio, Padre degli umili e dei poveri, che chiami tutti gli uomini a condividere la pace e la gioia del tuo regno, mostraci la tua benevolenza e donaci un cuore puro e generoso, per preparare la via al Salvatore che viene. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Prima Lettura              Is 61,1-2.10-11

Gioisco pienamente nel Signore.

Il profeta indica come suo compito quello di «promulgare l’anno di misericordia del Signore». Con queste parole si indica un giubileo straordinario nel quale avrà luogo la remissione di tutti i debiti. Il giubileo diventa il simbolo di una nuova partenza da una situazione di ingiustizia sociale. Il motivo di tanta gioia si basa sull’esperienza della salvezza, che si identifica con la giustizia, che è preziosa come il diadema dello sposo o i gioielli della sposa durante la cerimonia nuziale. 

Dal libro del profeta Isaìa

Lo spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di grazia del Signore. Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto con il mantello della giustizia, come uno sposo si mette il diadema e come una sposa si adorna di gioielli. Poiché, come la terra produce i suoi germogli e come un giardino fa germogliare i suoi semi, così il Signore Dio farà germogliare la giustizia e la lode davanti a tutte le genti.

Parola di Dio.

Salmo responsoriale         Lc 1,46-50.53-54

«Anche voi siete beati, perché avete udito e avete creduto: ogni anima che crede, concepisce e genera la Parola di Dio e riconosce le sue opere. Che in ciascuno sia l’anima di Maria, per glorificare il Signore; che in ciascuno sia lo spirito di Maria per esultare in Dio. Se corporalmente c’è una sola madre di Cristo, secondo la fede Cristo è generato da tutti; ogni anima infatti riceve il Verbo di Dio in sé, purché, immacolata e immune da colpe, sappia custodire la castità con coraggio. Ogni anima, dunque, che sa esser così, magnifica il Signore, come l’anima di Maria l’ha magnificato e il suo spirito ha esultato in Dio salvatore» (Sant’Ambrogio).

Rit. La mia anima esulta nel mio Dio.

L’anima mia magnifica il Signore

e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l’umiltà della sua serva.

D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Rit.

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente

e Santo è il suo nome;

di generazione in generazione la sua misericordia

per quelli che lo temono. Rit.

Ha ricolmato di beni gli affamati,

ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo,

ricordandosi della sua misericordia. Rit.

Seconda Lettura     1Ts 5,16-24

Spirito, anima e corpo, si conservino irreprensibili per la venuta del Signore.

La gioia rappresenta una dimensione importante della vita cristiana. Essa non consiste in una vana esaltazione, ma nella sensazione profonda di pace che accompagna la scoperta del senso della propria vita. Questa gioia trova la sua fonte nella preghiera, perché solo nel rapporto con Dio si capisce a fondo se stessi e gli altri. La preghiera serve soprattutto a cogliere il senso del Mistero e a orientare le scelte fondamentali della vita. Perciò essa deve essere continua.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

Fratelli, siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male. Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è colui che vi chiama: egli farà tutto questo!

Parola di Dio.

Canto al Vangelo                            Is 61,1 (cit. in Lc 4,18)

Alleluia, alleluia.

Lo spirito del Signore è sopra di me, mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.

Alleluia.

Vangelo     Gv 1,6-8.19-28

In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete.

La pagina evangelica è il risultato della fusione di due distinti brani: il primo (vv. 6-8) tratto dal Prologo, il secondo (vv. 19-28) dal racconto del ministero di Giovanni. Le due parti sono legate tra loro da una parola chiave, cioè «testimonianza». Giovanni è il testimone della luce, cioè di Cristo, luce del mondo (cfr. Gv 8,12). Una verità manifestata dallo stesso Battista nelle risposte date agli inviati dei Giudei.

Dal Vangelo secondo Giovanni

Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elìa?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Parola del Signore.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

 

Spirito, anima e corpo – CCC 366-367: La Chiesa insegna che ogni anima spirituale è creata direttamente da Dio – non è «prodotta» dai genitori – ed è immortale: essa non perisce al momento della sua separazione dal corpo nella morte, e di nuovo si unirà al corpo al momento della risurrezione finale. Talvolta si dà il caso che l’anima sia distinta dallo spirito. Così san Paolo prega perché il nostro essere tutto intero, «spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore» (1Ts 5,23). La Chiesa insegna che tale distinzione non introduce una dualità nell’anima. «Spirito» significa che sin dalla sua creazione l’uomo è ordinato al suo fine soprannaturale, e che la sua anima è capace di essere gratuitamente elevata alla comunione con Dio.

Venne un uomo… – CCC 717: «Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni» (Gv 1,6). Giovanni è riempito «di Spirito Santo fin dal seno di sua madre» (Lc 1,15) da Cristo stesso che la Vergine Maria aveva da poco concepito per opera dello Spirito Santo. La «visitazione» di Maria ad Elisabetta diventa così visita di Dio al suo popolo.

… venne come testimone per dare testimonianza alla luce – Dei Verbum 4: Dopo aver a più riprese e in più modi, parlato per mezzo dei profeti, Dio «alla fine, nei giorni nostri, ha parlato a noi per mezzo del Figlio» (Eb 1,1-2). Mandò infatti suo Figlio, cioè il Verbo eterno, che illumina tutti gli uomini, affinché dimorasse tra gli uomini e spiegasse loro i segreti di Dio (cfr. Gv 1,1-18). Gesù Cristo dunque, Verbo fatto carne, mandato come «uomo agli uomini», «parla le parole di Dio» (Gv 3,34) e porta a compimento l’opera di salvezza affidatagli dal Padre (cfr. Gv 5,36; 17,4). Perciò egli, vedendo il quale si vede anche il Padre (cfr. Gv 14,9), col fatto stesso della sua presenza e con la manifestazione che fa di sé con le parole e con le opere, con i segni e con i miracoli, e specialmente con la sua morte e la sua risurrezione di tra i morti, e infine con l’invio dello Spirito di verità, compie e completa la Rivelazione e la corrobora con la testimonianza divina, che cioè Dio è con noi per liberarci dalle tenebre del peccato e della morte e risuscitarci per la vita eterna. L’economia cristiana dunque, in quanto è l’Alleanza nuova e definitiva, non passerà mai, e non è da aspettarsi alcun’altra Rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo (cfr. 1Tm 6,14 e Tt 2,13).

Gesù luce del mondo – Veritatis Splendor 1: Chiamati alla salvezza mediante la fede in Gesù Cristo, “luce vera che illumina ogni uomo” (Gv 1,9), gli uomini diventano “luce nel Signore” e “figli della luce” (Ef 5,8) e si santificano con “l’obbedienza alla verità” (1Pt 1,22). Questa obbedienza non è sempre facile. In seguito a quel misterioso peccato d’origine, commesso per istigazione di Satana, che è “menzognero e padre della menzogna” (Gv 8,44), l’uomo è permanentemente tentato di distogliere il suo sguardo dal Dio vivo e vero per volgerlo agli idoli (cfr. 1Ts 1,9), cambiando “la verità di Dio con la menzogna” (Rm 1,25); viene allora offuscata anche la sua capacità di conoscere la verità e indebolita la sua volontà di sottomettersi ad essa. E così, abbandonandosi al relativismo e allo scetticismo (Gv 18,38), egli va alla ricerca di una illusoria libertà al di fuori della stessa verità. Ma nessuna tenebra di errore e di peccato può eliminare totalmente nell’uomo la luce di Dio Creatore. Nella profondità del suo cuore permane sempre la nostalgia della verità assoluta e la sete di giungere alla pienezza della sua conoscenza. Ne è prova eloquente l’inesau-sta ricerca dell’uomo in ogni campo e in ogni settore. Lo prova ancor più la sua ricerca sul senso della vita. Lo sviluppo della scienza e della tecnica, splendida testimonianza delle capacità dell’intelligenza e della tenacia degli uomini, non dispensa dagli interrogativi religiosi ultimi l’umanità, ma piuttosto la stimola ad affrontare le lotte più dolorose e decisive, quelle del cuore e della coscienza morale.

Preghiera dei Fedeli

Celebrante: Fratelli e sorelle, mentre ci avviciniamo al Natale, preghiamo il Padre che ridesti in noi la gioia per la salvezza donataci da Gesù.

Lettore: Preghiamo insieme e diciamo: Ridesta la nostra gioia, Signore!

– Per la Chiesa: continui nel mondo la missione di Gesù di annunciare che Dio ama i poveri e gli affamati di giustizia, e sazierà la loro fame. Preghiamo. Rit.

– Per i responsabili della politica e della vita economica: Dio li aiuti a mettere al primo posto nei loro progetti i poveri, gli emarginati, i miseri. Preghiamo. Rit.

– Per coloro che hanno il cuore spezzato, i poveri, i prigionieri, gli oppressi: l’azione dei cristiani li aiuti a vincere le difficoltà della vita e ritrovare la gioia. Preghiamo. Rit.

– Per la nostra comunità: perché nei momenti difficili continui ad avere la serenità e la pace che scaturisce dalla certezza che Gesù ci ha salvati e resi figli di Dio. Preghiamo. Rit.

Celebrante: Padre, hai mandato Gesù a salvarci dal peccato, dalla disperazione e dalla morte, e ci fai rivivere in questi giorni l’inizio di questa salvezza. Aiuta tutti noi a ricevere con gioia il dono della salvezza, e a collaborare con Gesù per salvare i nostri fratelli. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Preghiera sulle offerte

Sempre si rinnovi, Signore, l’offerta di questo sacrificio, che attua il santo mistero da te istituito, e con la sua divina potenza renda efficace in noi l’opera della salvezza. Per Cristo nostro Signore.

Prefazio d’avvento I

La duplice venuta del Cristo.

È veramente cosa buona e giusta,

nostro dovere e fonte di salvezza,

rendere grazie sempre e in ogni luogo

a te, Signore, Padre santo,

Dio onnipotente ed eterno,

per Cristo nostro Signore.

Al suo primo avvento nell’umiltà della nostra natura umana

egli portò a compimento la promessa antica,

e ci aprì la via dell’eterna salvezza.

Verrà di nuovo nello splendore della gloria,

e ci chiamerà a possedere il regno promesso

che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa.

E noi, uniti agli Angeli e alla moltitudine dei Cori celesti,

cantiamo con gioia l’inno della tua lode: Santo… 

Antifona alla comunione

Dite agli sfiduciati: “Coraggio, non abbiate timore: ecco, il nostro Dio viene a salvarci”. (Is 35,4)

Oppure: 

“In mezzo a voi sta uno che non conoscete, al quale io non sono degno di sciogliere i calzari”. (cfr. Gv 1,26-27)

Preghiera dopo la comunione

O Dio, nostro Padre, la forza di questo sacramento ci liberi dal peccato e ci prepari alle feste ormai vicine. Per Cristo nostro Signore.

Un po’ di pane per camminare

L’umiltà è sommamente utile e necessaria al testimone – “La missione di Giovanni e il suo ruolo di testimone sono di una grandezza incomparabile, perché nessuno può rendere testimonianza di una realtà se non nella misura in cui ne è partecipe. Gesù diceva: «Noi annunciamo quello che sappiamo e testimoniamo quello che abbiamo veduto» (Gv 3,11).

Rendere testimonianza alla verità divina, suppone una conoscenza di questa verità. Per questo anche Cristo ha avuto questo ruolo di testimone: «Sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità» (Gv 18,37).

Ma Cristo e Giovanni avevano questa funzione in modo diverso: Cristo possedeva in sé la luce, mentre Giovanni vi partecipava solamente; Cristo rende una testimonianza completa, manifesta perfettamente la verità; Giovanni e gli altri santi lo fanno soltanto nella misura in cui ricevono questa verità. Missione sublime quella di Giovanni perché implica la sua partecipazione alla luce di Dio e la sua somiglianza con Cristo il quale a sua volta ha adempiuto la stessa missione” (San Tommaso d’Aquino).

Tutti i cristiani, come Giovanni Battista, sono costituiti testimoni di Cristo: “Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce” (1Pt 2,9).

Alcuni ricevono da Dio una missione speciale, altri no, ma tutti devono possedere delle doti e delle virtù suscitate e corroborate dalla grazia di Dio.

Tra le virtù eccelle la virtù dell’umiltà.

L’umiltà, nelle fatiche apostoliche, fa sì che il testimone non si vergogni di confessare il Cristo, anche in faccia agli uomini che non lo stimano, e di annunciarlo in tutte le sue parti, e alla presenza di tutti. L’umile non perde il sereno dell’animo suo per qualunque contegno che gli altri tengano con lui e non si scoraggia dinanzi ai fallimenti e agli insuccessi, perché non confida nelle sue forze, ma nella potenza di Dio. Ecco, perché l’umiltà è sommamente utile e necessaria al testimone.

“L’umiltà di Giovanni Battista ci è insegnata nel Vangelo. Certo la sua virtù e il suo merito erano abbastanza grandi perché lo si prendesse per Cristo.

Ma Giovanni preferì restare agli occhi della gente ciò che era, piuttosto che innalzarsi vanamente nell’opinione altrui al di sopra del suo stato. Senza dubbio dicendo: «Io non sono il Cristo» (Gv 1,20), negando con forza ciò che non era, non negò affatto ciò che era. Così, dicendo sinceramente la verità, egli è diventato parte di colui del quale ha rifiutato di usurpare.

Così, poiché non ha voluto prendere il nome di Cristo, è divenuto uno dei membri di Gesù Cristo” (San Gregorio Magno).

Conosciamo l’Opus Matris Verbi Dei

(Per conoscerci: 0922 607054 // 095 965638)

 

Capitolo 3

Vita Consacrata con voto di Povertà Castità Obbedienza

  1. Il voto di Castità (Scelta esclusiva del più grande amore)

Art. 61 – Maria Vergine casta è il terreno propizio dove lo Spirito di Dio elargisce la sua fecondità. I Sodali tuffandosi nell’immacolatezza di Maria, si lascino anche fecondare dallo Spirito per portare come Lei Gesù al mondo.

Art. 62 – I Sodali consapevoli che in Maria la verginità non esclude la sponsalità e la maternità, accostino con serenità evangelica i valori della famiglia cristiana, aiutando tutti a viverli con coerenza.

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