Liturgia

3 Settembre 2017 – XXII Domenica del Tempo Ordinario (A)

Antifona d’ingresso

Abbi pietà di me, Signore, perché ti invoco tutto il giorno: tu sei buono e pronto al perdono, sei pieno di misericordia con chi ti invoca. (Sal 86,3.5)

Colletta

O Dio, nostro Padre, unica fonte di ogni dono perfetto, suscita in noi l’amore per te e ravviva la nostra fede, perché si sviluppi in noi il germe del bene e con il tuo aiuto maturi fino alla sua pienezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Oppure:

Rinnovaci con il tuo Spirito di verità, o Padre, perché non ci lasciamo deviare dalle seduzioni del mondo, ma come veri discepoli, convocati dalla tua parola, sappiamo discernere ciò che è buono e a te gradito, per portare ogni giorno la croce sulle orme di Cristo, nostra speranza. Egli è Dio, e vive e regna con te…

Introduzione alla Parola di Dio

(I Lettura) In questa confessione di Geremìa si nota un misto di rifiuto e di attaccamento nei confronti di una missione apparentemente troppo difficile per un essere umano solo e sprovveduto. Al tempo stesso però egli fa l’esperienza del carattere efficace e irresistibile della parola di Dio. Neppure gli uomini di Dio sono esentati dalla dura esperienza della delusione, dello scoraggiamento e della ribellione. (II Lettura) Paolo invita a cambiare se stessi: lasciatevi trasformare da Dio con un completo mutamento della vostra mente; invita a un radicale cambiamento di mentalità, di modo di pensare e di ragionare, sostituendo alla logica del mondo la logica di Cristo, all’interesse la gratuità, al potere il servizio. (Vangelo) Gesù fa il primo annuncio della sua morte e risurrezione. Per la prima volta parla della croce, che è scandalo per tutti, anche per Pietro che vorrebbe persuaderlo a fare altrimenti. In un certo senso Pietro si mette davanti a Gesù. Ma Gesù deve andare a Gerusalemme perché lì, con le sue ferite, guarirà le nostre. Per questo Gesù rimprovera Pietro e gli ordina di rimettersi al suo posto, ossia dietro a lui.

Prima Lettura

La parola del Signore è diventata per me causa di vergogna.

Dal libro del profeta Geremìa (20,7-9): Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto violenza e hai prevalso. Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno; ognuno si beffa di me. Quando parlo, devo gridare, devo urlare: «Violenza! Oppressione!». Così la parola del Signore è diventata per me causa di vergogna e di scherno tutto il giorno. Mi dicevo: «Non penserò più a lui, non parlerò più nel suo nome!». Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 62 (63)

La creatura tra «le aridità e la solitudine di questo mondo, ha sete di Dio per un impulso dell’anima e del cuore. Il Signore ha avuto fame della fede della Chiesa e sete della salvezza delle anime. Dal canto suo la Chiesa, ogni giorno, ha sete del Cristo» (San Girolamo).

Rit. Ha sete di te, Signore, l’anima mia.

O Dio, tu sei il mio Dio,

dall’aurora io ti cerco,

ha sete di te l’anima mia,

desidera te la mia carne

in terra arida, assetata, senz’acqua. Rit.

Così nel santuario ti ho contemplato,

guardando la tua potenza e la tua gloria.

Poiché il tuo amore vale più della vita,

le mie labbra canteranno la tua lode. Rit.

Così ti benedirò per tutta la vita:

nel tuo nome alzerò le mie mani.

Come saziato dai cibi migliori,

con labbra gioiose ti loderà la mia bocca. Rit.

Quando penso a te che sei stato il mio aiuto,

esulto di gioia all’ombra delle tue ali.

A te si stringe l’anima mia:

la tua destra mi sostiene. Rit.

Secondo Lettura

Offrite i vostri corpi come sacrificio vivente.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (12,1-2): Fratelli, vi esorto, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo    

Alleluia, alleluia.

Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo illumini gli occhi del nostro cuore per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati. (Cfr. Ef 1,17-18)

Alleluia.

Vangelo

Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso.

 

Dal Vangelo secondo Matteo (16,21-27): In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».

Parola del Signore.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

 

Offrite i vostri corpi come sacrificio vivente – CCC 2031: La vita morale è un culto spirituale. Noi offriamo i nostri «corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio» (Rm 12,1), in seno al corpo di Cristo, che noi formiamo, e in comunione con l’offerta della sua Eucaristia. Nella liturgia e nella celebrazione dei sacramenti, preghiera ed insegnamento si uniscono alla grazia di Cristo, per illuminare e nutrire l’agire cristiano. Come l’insieme della vita cristiana, la vita morale trova la propria fonte e il proprio culmine nel sacrificio eucaristico.

Uniti a Cristo – CCC 1368: L’Eucaristia è anche il sacrificio della Chiesa. La Chiesa, che è il corpo di Cristo, partecipa all’offerta del suo Capo. Con lui, essa stessa viene offerta tutta intera. Essa si unisce alla sua intercessione presso il Padre a favore di tutti gli uomini. Nell’Eucaristia il sacrificio di Cristo diviene pure il sacrificio delle membra del suo corpo. La vita dei fedeli, la loro lode, la loro sofferenza, la loro preghiera, il loro lavoro, sono uniti a quelli di Cristo e alla sua offerta totale, e in questo modo acquistano un valore nuovo. Il sacrificio di Cristo riattualizzato sull’altare offre a tutte le generazioni di cristiani la possibilità di essere uniti alla sua offerta. Nelle catacombe la Chiesa è spesso raffigurata come una donna in preghiera, con le braccia spalancate, in atteggiamento di orante. Come Cristo ha steso le braccia sulla croce, così per mezzo di lui, con lui e in lui essa si offre e intercede per tutti gli uomini.

 

Discernere la volontà di Dio – CCC 2826: È mediante la preghiera che possiamo discernere la volontà di Dio ed ottenere la costanza nel compierla. Gesù ci insegna che si entra nel regno dei cieli non a forza di parole, ma facendo «la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Mt 7,21).

 

Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli – CCC 554: Dal giorno in cui Pietro ha confessato che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente, il Maestro «comin-ciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme, e soffrire molto […] e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno» (Mt 16,21). Pietro protesta a questo annunzio, gli altri addirittura non lo comprendono. In tale contesto si colloca l’episodio misterioso della trasfigurazione di Gesù su un alto monte, davanti a tre testimoni da lui scelti: Pietro, Giacomo e Giovanni. Il volto e la veste di Gesù diventano sfolgoranti di luce, appaiono Mosè ed Elia che parlano «della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme» (Lc 9,31). Una nube li avvolge e una voce dal cielo dice: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo» (Lc 9,35).

 

Tutta la vita di Cristo è offerta al Padre – CCC 606-607: Il Figlio di Dio disceso dal cielo non per fare la sua volontà ma quella di colui che l’ha mandato, «en-trando nel mondo dice: […] Ecco, io vengo […] per fare, o Dio, la tua volontà. […] Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre» (Eb 10,5-10). Dal primo istante della sua incarnazione, il Figlio abbraccia nella sua missione redentrice il disegno divino di salvezza: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera» (Gv 4,34). Il sacrificio di Gesù «per i peccati di tutto il mondo» (1Gv 2,2) è l’espressione della sua comunione d’amore con il Padre: «Il Padre mi ama perché io offro la mia vita» (Gv 10,17). «Bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato» (Gv 14,31). Questo desiderio di abbracciare il disegno di amore redentore del Padre suo anima tutta la vita di Gesù perché la sua passione redentrice è la ragion d’essere della sua incarnazione: «Padre, salvami da quest’ora? Ma per questo sono giunto a quest’ora!» (Gv 12,27). «Non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?» (Gv 18,11). E ancora sulla croce, prima che «tutto [sia] compiuto» (Gv 19,30), egli dice: «Ho sete» (Gv 19,28).

Preghiera dei Fedeli

Celebrante: Abbiamo sete di te, o Padre, la nostra anima anela a vedere il tuo volto. Ascolta le nostre preghiere e rendici come tu ci vuoi, perché la tua grazia vale più della vita.

Lettore: Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.

– Perché i cristiani ardano d’amore per il loro Dio, senza lasciarsi sopraffare dalle persecuzioni e dallo scherno del mondo. Preghiamo. Rit.

– Per chi è attratto dal consumismo e si lascia catturare dalle tentazioni del mondo, perché sappia riscoprire i veri valori dello spirito. Preghiamo. Rit.

– Per gli uomini del nostro tempo, perché non facciano dell’autosufficienza un idolo, ma riconoscano che l’obbedienza alla volontà di Dio rende la vita realizzata. Preghiamo. Rit.

– Per quanti vivono nella prova, perché si sentano amati dal Signore anche nella sofferenza e sappiano portare la croce imitando Gesù, che ha donato la sua vita per l’umanità. Preghiamo. Rit.

– Per noi che partecipiamo a questa Eucaristia, perché il Signore ci infonda il coraggio di aprirci al suo disegno d’amore e di lasciarci plasmare dalla sua volontà. Preghiamo. Rit.

Celebrante: Siamo come Pietro, Signore e vorremmo che il Cristo manifestasse la sua potenza e la sua forza. Invece tu lo hai predestinato alla croce. Converti il nostro cuore, o Padre, perché possiamo accogliere sempre la tua volontà, anche quando si presenta nella croce. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Santifica, Signore, l’offerta che ti presentiamo, e compi in noi con la potenza del tuo Spirito la redenzione che si attua nel mistero. Per Cristo nostro Signore.

Prefazio delle domeniche del tempo Ordinario (VII)

La salvezza nell’obbedienza di Cristo


È veramente cosa buona e giusta,

nostro dovere e fonte di salvezza,

rendere grazie sempre e in ogni luogo

a te, Signore, Padre santo,

Dio onnipotente ed eterno.

Nella tua misericordia hai tanto amato gli uomini

da mandare il tuo Figlio come Redentore

a condividere in tutto, fuorché nel peccato,

la nostra condizione umana.

Così hai amato in noi

ciò che tu amavi nel Figlio

e in lui, servo obbediente,

hai ricostituito l’alleanza

distrutta dalla disobbedienza del peccato.

Per questo mistero di salvezza,

uniti agli angeli e ai santi,

cantiamo con gioia

l’inno della tua lode: Santo…

Antifona alla comunione

Quant’è grande la tua bontà, Signore! La riservi per quelli che ti temono. (Sal 31,20)

Oppure:

Beati gli operatori di pace: saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia: di essi è il regno dei cieli. (Mt 5,9-10)

Oppure:

“Il Figlio dell’uomo verrà nella gloria del Padre suo con i suoi angeli e renderà a ciascuno secondo le sue azioni”. (Mt 16,27)

Preghiera dopo la comunione

O Signore, che ci hai nutriti alla tua mensa, fa’ che questo sacramento ci rafforzi nel tuo amore e ci spinga a servirti nei nostri fratelli. Per Cristo nostro Signore.

Un po’ di pane per camminare

Ha sete di te, Signore, l’anima mia – Giovanni Paolo II (Udienza Generale, 25 Aprile 2001): Il Salmo 62 […] è il Salmo dell’amore mistico, che celebra l’adesione totale a Dio, partendo da un anelito quasi fisico e raggiungendo la sua pienezza in un abbraccio intimo e perenne. La preghiera si fa desiderio, sete e fame, perché coinvolge anima e corpo. Come scrive santa Teresa d’Avila, “la sete esprime il desiderio di una cosa, ma un desiderio talmente intenso che noi moriamo se ne restiamo privi” [Cammino di perfezione, c. XXI]. […]. È l’alba, il sole sta sorgendo nel cielo terso della Terra Santa e l’orante comincia la sua giornata recandosi al tempio per cercare la luce di Dio. Egli ha bisogno di quell’incontro col Signore in modo quasi istintivo, si direbbe “fisico”. Come la terra arida è morta, finché non è irrigata dalla pioggia, e come nelle screpolature del terreno essa sembra una bocca assetata e riarsa, così il fedele anela a Dio per essere riempito di Lui e per potere così esistere in comunione con Lui. Il profeta Geremìa aveva già proclamato: il Signore è “sorgente d’acqua viva”, e aveva rimproverato il popolo per aver costruito “cisterne screpolate, che non tengono l’acqua” [2,13]. Gesù stesso esclamerà ad alta voce: “Chi ha sete venga a me e beva, chi crede in me” [Gv 7,37-38]. Nel pieno meriggio di un giorno assolato e silenzioso, promette alla donna samaritana: “Chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna” [Gv 4,14]. La preghiera del Salmo 62 s’intreccia, per questo tema, col canto di un altro stupendo Salmo, il 41: “Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio. L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente” [vv. 2-3]. Ora, nella lingua dell’Antico Testamento, l’ebraico, “l’anima” è espressa con il termine nefesh, che in alcuni testi designa la “gola” e in molti altri si allarga ad indicare l’essere intero della persona. Colto in queste dimensioni, il vocabolo aiuta a comprendere quanto sia essenziale e profondo il bisogno di Dio; senza di lui vien meno il respiro e la stessa vita. Per questo il Salmista giunge a mettere in secondo piano la stessa esistenza fisica, qualora venga a mancare l’unione con Dio: “La tua grazia vale più della vita” [Sal 62,4]. Anche nel Salmo 72 si ripeterà al Signore: “Fuori di te nulla bramo sulla terra. Vengono meno la mia carne e il mio cuore; ma la roccia del mio cuore è Dio, è Dio la mia sorte per sempre… Il mio bene è stare vicino a Dio” [vv. 25-28].

Conosciamo l’Opus Matris Verbi Dei

(Per conoscerci: 0922 607054 // 095 965638)

 

Capitolo 2

La nostra spiritualità

Art. 24 – Il respiro contemplativo delle nostre comunità abbia il suo centro nella liturgia, culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, insieme, fonte da cui promana tutta la sua virtù (cfr. SC 10).

Art. 25 – I Sodali sapendo che dalla liturgia, particolarmente dall’Eucaristia, deriva loro, come da sorgente, la grazia (cfr. SC 10), si accostino alla sacra liturgia con disposizioni d’animo retto, conformando la loro mente alle parole e cooperando con la grazia divina per non riceverla invano (cfr. SC 11).

Art. 26 – I Sodali celebrano in comune Lodi, Vespri e Compieta. Coloro che non recitano in comune dette Ore, sono tenuti a recitarle in privato. I Chierici, oltre a dette Ore, hanno l’obbligo di recitare tutta la Liturgia delle Ore. Inoltre, tutti recitano, in comune, la “Preghiera di Consacrazione”.

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