liturgia

16 Luglio 2017 – XV Domenica del Tempo Ordinario

 

Antifona d’ingresso

Nella giustizia contemplerò il tuo volto, al mio risveglio mi sazierò della tua presenza. (Sal 17,15)

 

Colletta

O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità, perché possano tornare sulla retta via, concedi a tutti coloro che si professano cristiani di respingere ciò che è contrario a questo nome e di seguire ciò che gli è conforme. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Oppure:

Accresci in noi, o Padre, con la potenza del tuo Spirito la disponibilità ad accogliere il germe della tua parola, che continui a seminare nei solchi dell’umanità, perché fruttifichi in opere di giustizia e di pace e riveli al mondo la beata speranza del tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

 

 Introduzione alla Parola di Dio

«Al popolo di Dio in esilio, seriamente esposto a scoraggiamento e delusione nella sua fede, non bastava una vaga esortazione alla fedeltà. Proprio perché esistevano dubbi sulla potenza di Dio, il profeta ricorda la forza della parola-promessa di Dio salvatore e creatore, signore della storia come lo è della natura. Il capitolo 55 è tutto un invito di Dio ad Israele perché abbia fiducia nel Signore e si converta a lui, riprendendo coscienza dell’alleanza di Dio con lui e di lui con Dio» (Secondo Migliasso). Per l’apostolo Paolo, il mondo materiale, creato per l’uomo, partecipa al destino di quest’ultimo. Maledetto a causa del peccato di Adamo e di Eva (cfr. Gen 3,17) viene a trovarsi in una situazione di caducità e di finitezza. Ma come il corpo dell’uomo è destinato alla risurrezione e alla gloria, così anche il mondo sarà oggetto di redenzione e parteciperà alla libertà e alla gloria dei figli di Dio. La filosofia greca «voleva liberare lo spirito dalla materia considerata come cattiva; il cristianesimo libera la stessa materia» (Bibbia di Gerusalemme). La parabola del seminatore vuole mettere in evidenza gli ostacoli che il regno di Dio trova nel suo sviluppo sulla terra. Ma, nonostante i fallimenti e l’incorrispondenza di molti, il seme, a suo tempo, porterà abbondanti frutti. Un messaggio di ottimismo per tanti cristiani delusi (cfr. Lc 24,13ss).

Prima Lettura

La pioggia fa germogliare la terra.

Dal libro del profeta Isaìa (55,10-11): Così dice il Signore: «Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale Dal Salmo 64 [65]

“Coroni i santi con le tue ricompense e ti coroni dei tuoi santi. L’anno accettevole è il Signore stesso. Benedirai il coronamento di questo anno. La corona è il cerchio dei tempi che corrono senza fine. Oppure coronamento dell’anno è il globo del mondo sul quale la passione del Signore ha riportato vittoria. Le pianure della legge che secondo la lettera non davano frutti di gioia, saranno colmate mediante i frutti del Vangelo” (Girolamo).

 

  1. Tu visiti la terra, Signore, e benedici i suoi germogli.

Tu visiti la terra e la disseti,

la ricolmi di ricchezze.

Il fiume di Dio è gonfio di acque;

tu prepari il frumento per gli uomini. R.

 

Così prepari la terra:

ne irrìghi i solchi, ne spiani le zolle,

la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli. R.

 

Coroni l’anno con i tuoi benefici,

i tuoi solchi stillano abbondanza.

Stillano i pascoli del deserto

e le colline si cingono di esultanza. R.

 

I prati si coprono di greggi,

le valli si ammantano di messi:

gridano e cantano di gioia! R.

 

 

Seconda Lettura

L’ardente aspettativa della creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio.

 Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (8,18-23): Fratelli, ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità, non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta, nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Il seme è la parola di Dio, il seminatore è Cristo: chiunque trova lui, ha la vita eterna. (Cfr. Mt 13,19.23)

Alleluia.

 

Vangelo

Il seminatore uscì a seminare.

Dal Vangelo secondo Matteo (13,1-23): Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti». Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice: Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca! Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono! Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Parola del Signore.

 

Dal Vangelo secondo Matteo (forma breve Mt 13,1-9): Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

Parola del Signore.

 

 La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

… così sarà della mia parola… – Verbum Domini 90: San Giovanni sottolinea con forza il paradosso fondamentale della fede cristiana: da una parte, egli afferma che «Dio, nessuno lo ha mai visto» (Gv 1,18; cfr. 1Gv 4,12). In nessun modo le nostre immagini, concetti o parole possono definire o misurare la realtà infinita dell’Altissimo. Egli rimane il Deus semper maior. Dall’altra parte, egli afferma che il Verbo realmente «si fece carne» (Gv 1,14). Il Figlio unigenito, che è rivolto verso il seno del Padre, ha rivelato il Dio che «nessuno ha mai visto» (Gv 1,18). Gesù Cristo viene a noi, «pieno di grazia e verità» (Gv 1,14), che per mezzo di Lui sono donate a noi (cfr. Gv 1,17); infatti, «dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia» (Gv 1,16). In tal modo l’evangelista Giovanni nel Prologo contempla il Verbo dal suo stare presso Dio al suo farsi carne, fino al suo ritornare nel seno del Padre portando con sé la nostra stessa umanità, che egli ha assunto per sempre. In questo suo uscire dal Padre e tornare a Lui (cfr. Gv 13,3; 16,28; 17,8.10) Egli si presenta a noi come il «Narratore» di Dio (cfr. Gv 1,18). Il Figlio, infatti, afferma sant’Ireneo di Lione, «è il Rivelatore del Padre». Gesù di Nazareth è, per così dire, l’«esegeta» di Dio che «nes-suno ha mai visto». «Egli è immagine del Dio invisibile» (Col 1,15). Si compie qui la profezia di Isaia riguardo all’efficacia della Parola del Signore: come la pioggia e la neve scendono dal cielo per irrigare e far germogliare la terra, così la Parola di Dio «non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata» (Is 55,10s). Gesù Cristo è questa Parola definitiva ed efficace che è uscita dal Padre ed è ritornata a Lui, realizzando perfettamente nel mondo la sua volontà.

 Egli parlò loro di molte cose con parabole – CCC 546: Gesù chiama ad entrare nel Regno servendosi delle parabole, elemento tipico del suo insegnamento. Con esse egli invita al banchetto del Regno, ma chiede anche una scelta radicale: per acquistare il Regno, è necessario “vendere” tutto; le parole non bastano, occorrono i fatti. Le parabole sono come specchi per l’uomo: accoglie la Parola come un terreno arido o come un terreno buono? Che uso fa dei talenti ricevuti? Al cuore delle parabole stanno velatamente Gesù e la presenza del Regno in questo mondo. Occorre entrare nel Regno, cioè diventare discepoli di Cristo per “conoscere i Misteri del Regno dei cieli” (Mt 13,11). Per coloro che rimangono “fuori” (Mc 4,11), tutto resta enigmatico.

Ecco, il seminatore uscì a seminare – Giovanni Paolo II (Omelia, 11 Luglio 1993): Come la pioggia e la neve […] scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver fecondato la terra ed averla fatta germogliare, così la Parola del Signore non tornerà a me senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata (Is 55,11). A ciascuno, dunque, la responsabilità di essere “terra buona” e di accogliere Cristo, affinché il Vangelo porti frutti di vita nuova già in questo mondo, oltre che per la vita eterna. Il cristiano deve guardarsi dall’essere superficiale o incostante, non deve lasciarsi sopraffare dalle preoccupazioni del mondo e dall’inganno delle ricchezze (cfr. Mt 13,19-22). Corrispondendo alle sollecitazioni della grazia, egli ha il compito di rendersi “terra buona”, capace non soltanto di accogliere la Parola, ma anche di farla fruttificare con abbondanza.

La nostra cooperazione – Catechismo degli Adulti 611: Per avere un raccolto soddisfacente, non basta che il seminatore getti il seme con abbondanza; occorre che il terreno sia buono. Il Regno è interamente dono, ma ha bisogno della nostra cooperazione: la esige e la provoca nello stesso tempo. Dio non solo rispetta, ma suscita la libertà; non salva l’uomo dall’esterno, come fosse un oggetto, ma lo rigenera interiormente, e poi attraverso di lui rinnova la società e il mondo. La lieta notizia del regno di Dio che viene implica un appello: «Convertitevi e credete al vangelo» (Mc 1,15). La nuova prossimità di Dio mediante Gesù rende possibile una radicale conversione.

I frutti – CCC 1724: Il Decalogo, il discorso della montagna e la catechesi apostolica ci descrivono le vie che conducono al regno dei cieli. Noi ci impegniamo in esse passo passo, mediante azioni quotidiane, sostenuti dalla grazia dello Spirito Santo. Fecondati dalla parola di Cristo, lentamente portiamo frutti nella Chiesa per la gloria di Dio.

 

 Preghiera dei Fedeli

Con la fiducia filiale che lo Spirito di Cristo suscita nei nostri cuori, innalziamo la comune preghiera a Dio Padre misericordioso. Rit. Ascolta, o Padre, la nostra supplica.

Perché la Chiesa sia sempre più comunità di fede, di preghiera e di carità fraterna, preghiamo. Rit.

 Perché non manchino uomini e donne pronti ad accogliere la chiamata di Dio, preghiamo. Rit.

Perché Dio faccia cadere le armi dalla mano dei violenti, preghiamo. Rit.

 Perché la città degli uomini diventi un luogo di convivenza pacifica e cordiale, preghiamo. Rit.

Perché lo Spirito del Signore porti salute agli infermi, consolazione agli afflitti, speranza e pace al mondo intero, preghiamo. Rit.

O Padre, fonte di ogni dono, ti abbiamo manifestato con umile confidenza le nostre intenzioni; nella tua immensa bontà esaudisci la nostra preghiera. Per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Guarda, Signore, i doni della tua Chiesa in preghiera, e trasformali in cibo spirituale per la santificazione di tutti i credenti. Per Cristo nostro Signore.

 

Prefazio (Comune VI)

Cristo Salvatore e Redentore

È veramente cosa buona e giusta,

nostro dovere e fonte di salvezza,

rendere grazie sempre e in ogni luogo a te,

Padre santo, per Gesù Cristo, tuo dilettissimo Figlio.

Egli è la tua Parola vivente,

per mezzo di lui hai creato tutte le cose,

e lo hai mandato a noi salvatore e redentore,

fatto uomo per opera dello Spirito Santo

e nato dalla Vergine Maria.

Per compiere la tua volontà

e acquistarti un popolo santo,

egli stese le braccia sulla croce,

morendo distrusse la morte e proclamò la risurrezione.

Per questo mistero di salvezza, uniti agli angeli e ai santi,

cantiamo a una sola voce la tua gloria: Santo…

 

Antifona alla comunione

Il passero trova la casa, la rondine il nido dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e mio Dio. Beato chi abita la tua casa: sempre canta le tue lodi. (Sal 83,4-5)

Oppure:

Il seme seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende. (Mt 13,23)

Preghiera dopo la comunione

Signore, che ci hai nutriti alla tua mensa, fa’ che per la comunione a questi santi misteri si affermi sempre più nella nostra vita l’opera della redenzione. Per Cristo nostro Signore.

Un po’ di pane per camminare

Giulio Bevilacqua (La parola di Padre): La Parola di Dio è come l’atomo, come il seme. Sotto la sua apparente semplicità e povertà nasconde un massimo di complessità, un massimo di capacità di trasformazione dell’uomo e della vita. La parabola del seminatore, dopo avere tracciato la provenienza, la ricchezza, le intenzioni della parola, ne presenta il dramma: il seme può morire, lo può uccidere proprio quell’ambiente che avrebbe dovuto farlo vivere.

La Parola creatrice di Dio può essere annientata in ciascuno di noi, perché Dio offre i suoi doni ma non li impone; perché Dio che ha dato la libertà non la riprende né la calpesta. La libertà, sommo valore, diviene così qualcosa che la rende più grande: rischio, rischio per l’uomo e rischio per Dio. Dio è arrivato al punto di lasciare all’uomo la possibilità di uccidere Dio!

Ma che cosa chiede questa parabola a noi uomini? Di ascoltare la Parola con cuore buono e sincero; di custodirla come un tesoro.

Ascoltare significa aprirsi, mettersi a disposizione, non con la sola intelligenza, ma con la totalità del proprio essere. Non leggere il Vangelo, ma nutrirsene è l’idea che domina i profeti, chiamati a mangiare il libro. La parola deve tradursi in esperienza, solo l’esperienza rivela l’infinita ricchezza della parola.

 

Conosciamo l’Opus Matris Verbi Dei

(Per conoscerci: 0922 607054 // 095 965638)

 

Capitolo 1

Natura, forma di vita e finalità della Famiglia Ecclesiale di Vita Evangelica

Opus Matris Verbi Dei

Art. 12 – Ai Sodali, in questo proposito, è guida e modello la Madre di Dio e della Chiesa, Maria Ss., venerata con il titolo di “Madre della Parola”, alla quale desiderano conformarsi e assimilarsi nell’accogliere la Parola di Dio e generarla nella vita dei fratelli.

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