Liturgia

2 Luglio 2017 – XIII Domenica del Tempo Ordinario

Antifona d’ingresso

Popoli tutti, battete le mani, acclamate a Dio con voci di gioia. (Sal 46,2)

Colletta

O Dio, che ci hai reso figli della luce con il tuo Spirito di adozione, fa’ che non ricadiamo nelle tenebre dell’errore, ma restiamo sempre luminosi nello splendore della verità. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Oppure:

Infondi in noi, o Padre, la sapienza e la forza del tuo Spirito, perché camminiamo con Cristo sulla via della croce, pronti a far dono della nostra vita per manifestare al mondo la speranza del tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te…

Introduzione alla Parola di Dio

Nella Prima lettura la nascita del figlio della donna facoltosa di Sunem mette in evidenza sia il potere taumaturgico del profeta Eliseo che l’ospitalità che viene ricompensata con un premio grande, cioè con la nascita miracolosa di un bambino. La virtù dell’ospitalità è molto esaltata sopra tutto nel mondo orientale (Dt 10,18-19; Gs 20,4; Rm 12,13; Col 4,10). In polemica con il culto pagano, l’autore sacro vuole sottolineare che a dare la fecondità ai grembi sterili è il Dio d’Israele e non le divinità morte dei pagani. Nella seconda lettura l’Apo-stolo Paolo, fondandosi sul rito del battesimo per immersione ben conosciuto dai suoi lettori, spiega loro il significato del segno sacramentale: lo scendere nell’acqua è essere sepolti nella morte di Cristo (Col 2,12; Mc 10,38); il risalire dall’acqua è nascere con lui alla vita della risurrezione e già fin d’ora «sedere nei cieli, in Cristo Gesù» (Ef 2,5-6). Ora, se tale è la realtà del battesimo le conseguenze pratiche sono inevitabili. Il cristiano, innanzi tutto, deve considerarsi morto al peccato per vivere per Dio, in Cristo; vivere cioè come figlio di Dio. Poi, deve camminare in una vita nuova secondo lo Spirito, che anticipa già fin d’ora la risurrezione che sarà totale e definitiva solo alla fine dei tempi (1Cor 15,12s; Ef 2,6). Il Vangelo ci mette dinanzi a una scomoda e scorticante verità: per seguire il Maestro occorre rinnegarsi e per guadagnare la vita eterna bisogna rischiare la vita terrena. Seguire Gesù, fedeli fino alla morte, comporta privazioni e «spesso difficoltà e anche persecuzioni. Accettare il discepolato cristiano senza condizioni, con tutte le implicazioni che porta con sé, è prendere sulle spalle la croce. Si tratta dei discepoli di un uomo che morì sulla croce. Se i discepoli non possono aspirare a essere da più del Maestro, devono essere disposti a morire come lui» (Felipe F. Ramos). L’ospitalità esaltata da Cristo, si farà cristiana quando nei pellegrini, spesso bisognosi di tutto, si coglieranno i tratti di Gesù (Eb 13,2). Un favore fatto ai piccoli, anche il più umile come un bicchiere d’acqua fresca, è da ritenersi fatto a Cristo. Nelle comunità cristiane, l’ospitalità sarà richiesta per essere iscritti nel «catalogo delle vedove» (1Tm 5,9-10).

Prima Lettura

Costui è un uomo di Dio, un santo, si fermi da noi.

Dal secondo libro dei Re (4,8-11.14-16): Un giorno Eliseo passava per Sunem, ove c’era una donna facoltosa, che l’invitò con insistenza a tavola. In seguito, tutte le volte che passava, si fermava a mangiare da lei. Essa disse al marito: “Io so che è un uomo di Dio, un santo, colui che passa sempre da noi. Prepariamogli una piccola camera al piano di sopra, in muratura, mettiamoci un letto, un tavolo, una sedia e una lampada, sì che, venendo da noi, vi si possa ritirare”. Recatosi egli un giorno là, si ritirò nella camera e si coricò. Eliseo chiese a Giezi suo servo: “Che cosa si può fare per questa donna?”. Il servo disse: “Purtroppo essa non ha figli e suo marito è vecchio”. Eliseo disse: “Chiama-la!”. La chiamò; essa si fermò sulla porta. Allora disse: “L’anno prossimo, in questa stessa stagione, tu terrai in braccio un figlio”.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 88 (89)

“Dirà presto: Dove sono le tue misericordie antiche, Signore? (v. 49). Perciò si dà cura di rispondere come se dicesse: Malgrado le cose umane mi turbino e gettino l’angoscia e l’esitazione nel mio cuore, al punto che a volte dubito delle tue promesse, perché ciò che ci accade è proprio il contrario di quanto hai promesso, malgrado dunque tutto questo io voglio cominciare proclamando la mia fede: Le tue misericordie, Signore, canterò in eterno; non solo oggi, ma anche nei momenti più tristi, e in eterno! Perché io so che tu sei un Dio verace e quando hai parlato una volta non cambi più. La tua verità non verrà mai meno. Tutto il salmo profetizza la nascita del Cristo dalla stirpe di Davide e il suo regno” (Eusebio).

  1. Canterò per sempre l’amore del Signore. 

Canterò senza fine le grazie del Signore,

con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà nei secoli,

perché hai detto: “La mia grazia rimane per sempre”;

la tua fedeltà è fondata nei cieli. R.

Beato il popolo che ti sa acclamare

e cammina, o Signore, alla luce del tuo volto:

esulta tutto il giorno nel tuo nome,

nella tua giustizia trova la sua gloria. R.

Perché tu sei il vanto della sua forza

e con il tuo favore innalzi la nostra potenza.

Perché del Signore è il nostro scudo,

il nostro re, del Santo d’Israele. R.


Seconda Lettura

Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti con lui: camminiamo in una vita nuova.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (6,3-4.8-11): Fratelli, quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte. Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo (cfr. 1Pt 2,9)

Alleluia, alleluia.

Voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa; proclamate le grandezze di Dio, che vi ha chiamato dalle tenebre all’ammirabile sua luce.

Alleluia.

 

Vangelo

Chi non prende la croce non è degno di me.

Dal Vangelo secondo Matteo (10,37-42): In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa”.

Parola del Signore.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

Catecumenato e iniziazione cristiana – Ad Gentes 14: Coloro che da Dio, tramite la Chiesa, hanno ricevuto il dono della fede in Cristo, siano ammessi nel corso di cerimonie liturgiche al catecumenato. Questo, lungi dall’essere una semplice esposizione di verità dogmatiche e di norme morali, costituisce una vera scuola di formazione, debitamente estesa nel tempo, alla vita cristiana, in cui appunto i discepoli vengono in contatto con Cristo, loro maestro. Perciò i catecumeni siano convenientemente iniziati al mistero della salvezza ed alla pratica della morale evangelica, e mediante dei riti sacri, da celebrare successivamente, siano introdotti nella vita religiosa, liturgica e caritativa del popolo di Dio. In seguito, liberati grazie ai sacramenti dell’iniziazione cristiana dal potere delle tenebre, morti e sepolti e risorti insieme con il Cristo, ricevono lo Spirito di adozione a figli e celebrano il memoriale della morte e della resurrezione del Signore con tutto il popolo di Dio. È auspicabile una riforma della liturgia del tempo quaresimale e pasquale, perché sia in grado di preparare l’anima dei catecumeni alla celebrazione del mistero pasquale, durante le cui feste essi per mezzo del battesimo rinascono in Cristo. Questa iniziazione cristiana nel corso del catecumenato non deve essere soltanto opera dei catechisti o dei sacerdoti, ma di tutta la comunità dei fedeli, soprattutto dei padrini, in modo che i catecumeni avvertano immediatamente di appartenere al popolo di Dio. Essendo la vita della Chiesa apostolica, è necessario che essi imparino a cooperare attivamente all’evangelizzazione ed alla edificazione della Chiesa con la testimonianza della vita e con la professione della fede.

 

Il Battesimo – CCC 537: Con il Battesimo, il cristiano è sacramentalmente assimilato a Gesù, il quale con il suo battesimo anticipa la sua morte e la sua risurrezione; il cristiano deve entrare in questo mistero di umile abbassamento e pentimento, discendere nell’acqua con Gesù, per risalire con lui, rinascere dall’acqua e dallo Spirito per diventare, nel Figlio, figlio amato dal Padre e «camminare in una vita nuova» (Rm 6,4): «Scendiamo nella tomba insieme con Cristo per mezzo del Battesimo, in modo da poter anche risorgere insieme con lui; scendiamo con lui per poter anche risalire con lui; risaliamo con lui, per poter anche essere glorificati con lui». «Tutto ciò che è avvenuto in Cristo ci fa comprendere che, dopo l’immersione nell’acqua, lo Spirito Santo vola su di noi dall’alto del cielo e che, adottati dalla voce del Padre, diventiamo figli di Dio».

 

La trasmissione della fede – Lumen Fidei 41: La trasmissione della fede avviene in primo luogo attraverso il Battesimo. Potrebbe sembrare che il Battesimo sia solo un modo per simbolizzare la confessione di fede, un atto pedagogico per chi ha bisogno di immagini e gesti, ma da cui, in fondo, si potrebbe prescindere. Una parola di san Paolo, a proposito del Battesimo, ci ricorda che non è così. Egli afferma che «per mezzo del battesimo siamo […] sepolti insieme a Cristo nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6,4). Nel Battesimo diventiamo nuova creatura e figli adottivi di Dio. L’Apo-stolo afferma poi che il cristiano è stato affidato a una “forma di insegnamento” (typos didachés), cui obbedisce di cuore (cfr. Rm 6,17). Nel Battesimo l’uomo riceve anche una dottrina da professare e una forma concreta di vita che richiede il coinvolgimento di tutta la sua persona e lo incammina verso il bene. Viene trasferito in un ambito nuovo, affidato a un nuovo ambiente, a un nuovo modo di agire comune, nella Chiesa. Il Battesimo ci ricorda così che la fede non è opera dell’individuo isolato, non è un atto che l’uomo possa compiere contando solo sulle proprie forze, ma deve essere ricevuta, entrando nella comunione ecclesiale che trasmette il dono di Dio: nessuno battezza se stesso, così come nessuno nasce da solo all’esistenza. Siamo stati battezzati.

Chi ama il padre… – CCC 1618: Cristo è il centro di ogni vita cristiana. Il legame con lui occupa il primo posto rispetto a tutti gli altri legami, familiari o sociali. Fin dall’inizio della Chiesa, ci sono stati uomini e donne che hanno rinunciato al grande bene del matrimonio per seguire l’Agnello dovunque vada, per preoccuparsi delle cose del Signore e cercare di piacergli, per andare incontro allo Sposo che viene. Cristo stesso ha invitato certuni a seguirlo in questo genere di vita, di cui egli rimane il modello: «Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca» (Mt 19,12).

Preghiera dei Fedeli

Mediante i profeti Dio ha voluto illuminare il cammino del suo popolo. Anche oggi, attraverso la voce della Chiesa, indica la strada dell’autentica conversione. Rivolgiamoci con fede a Dio dicendo:

Rit. Illumina il tuo popolo, Signore.
Per la Chiesa, luce delle genti: annunci con semplicità il regno di Dio e difenda con franchezza il bene dell’uomo, preghiamo. Rit.
Per coloro che il Signore manda come profeti nel nostro mondo: accolgano la sofferenza del rifiuto e dell’incomprensione sull’esempio di Gesù Cristo Signore, preghiamo. Rit.
Per chi non riconosce i segni di Dio: l’amore dei cristiani sia per lui un primo segno dell’esistenza e della paternità di Dio, preghiamo. Rit.
Per i religiosi e le religiose: la loro vita casta, povera e obbediente testimoni che Dio può riempire il cuore dell’uomo, preghiamo. Rit.
Per noi che partecipiamo a questa Eucaristia: sappiamo riconoscere che la croce di Cristo è la più grande profezia per i nostri tempi, preghiamo. Rit.

O Padre, luce e speranza di ogni uomo, rendici disponibili all’azione dello Spirito, perché con fortezza portiamo la nostra croce per essere degni del tuo Figlio, Gesù Cristo nostro redentore, che vive e regna nei secoli dei secoli.

Preghiera sulle offerte

O Dio, che per mezzo dei segni sacramentali compi l’opera della redenzione, fa’ che il nostro servizio sacerdotale sia degno del sacrificio che celebriamo.
Per Cristo nostro Signore.

 

Prefazio

È veramente cosa buona e giusta renderti grazie

e innalzare a te l’inno di benedizione e di lode,

Dio onnipotente ed eterno,

per Cristo nostro Signore.

Mirabile è l’opera da lui compiuta

nel mistero pasquale:

egli ci ha fatti passare

dalla schiavitù del peccato e della morte

alla gloria di proclamarci stirpe eletta, regale sacerdozio,

gente santa, popolo di sua conquista,

per annunziare al mondo la tua potenza, o Padre,

che dalle tenebre ci hai chiamati

allo splendore della tua luce.

Per questo mistero di salvezza,

uniti ai cori degli angeli,

proclamiamo esultanti la tua lode: Santo…

 

Antifona alla comunione

Chi avrà perduto la sua vita per causa mia,

la troverà, dice il Signore.  (Mt 10,39)

 

Preghiera dopo la comunione

La divina Eucaristia, che abbiamo offerto e ricevuto, Signore,

sia per noi principio di vita nuova,

perché, uniti a te nell’amore,

portiamo frutti che rimangano per sempre.

Per Cristo nostro Signore.

Un po’ di pane per camminare.

Romano Guardini (Il Signore): Il messaggio di Gesù è messaggio di salvezza. Annuncia l’amore del Padre e la venuta del Regno; invita gli uomini alla pace e alla concordia nella santa volontà di Dio. Tuttavia, la sua parola non inizia con provocar l’unione, bensì la divisione.

Quanto più un uomo diviene intimamente cristiano, tanto più la sua vita si distingue dagli altri che non vogliono divenirlo o almeno nella misura in cui essi si rifiutano di divenirlo. Questo divario sussiste nonostante i vincoli più stretti; poiché non si è cristiani per natura o eredità, ma come conseguenza di una decisione interiore e personale. Uno prende questa decisione; l’altro, no. Ecco perché può aversi da ciò una separazione morale tra padre e figlio, amico e amico, o tra i conviventi d’una stessa casa.

In tale situazione, l’uomo deve porre Gesù al di sopra di tutti gli altri, fossero essi padre e madre, figlio, figlia, amica e amico. Questa esigenza prende in profondità, provoca la tentazione di stare insieme con i genitori di rinunciare a Gesù. Ma Gesù ci pone in guardia: «Se ti attacchi a questa vita mi sacrifichi ad essa, perdi anche la tua vita, la tua vera vita. Ma se ti distacchi per amor mio, ritroverai te stesso per ciò che è essenziale, oltre ogni misura».

Evidentemente è ardua la croce. Noi sfioriamo il mistero più difficile del Cristianesimo. Cristianesimo e croce sono inscindibili.

Da quando il Cristo dovette percorrere la via della croce, vi è una croce sul cammino di chiunque voglia esser cristiano. Per ognuno, è la «sua» croce.

 

Conosciamo l’Opus Matris Verbi Dei

(Per conoscerci: 0922 607054 // 095 965638)

 

Capitolo 1

Natura, forma di vita e finalità della Famiglia Ecclesiale di Vita Evangelica

Opus Matris Verbi Dei

Art. 9 – La Famiglia sarà oggetto di particolare attenzione e carità pastorale. L’Opus Matris Verbi Dei si adopererà per la santificazione della Famiglia mediante la conoscenza e la pratica di tutti quei valori che le sono propri, perché scopra non solo la sua «identità», ciò che essa è, ma anche la sua «missione», ciò che essa può e deve «fare» (FC 17).

Art. 10 – L’Opus Matris Verbi Dei seguendo il giudizio e il discernimento della Chiesa accoglie e fa proprie le istanze delle apparizioni mariane approvate, e in modo particolare quelle di Fatima, per assumere come peculiare impegno la riparazione.

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