aprile, meditazioni

1 APRILE 2020 – MERCOLEDÌ, V DEL TEMPO DI QUARESIMA

I Lettura: Il noto episodio dei tre servi ebrei rimasti illesi nella fornace ardente contrappone la fede nell’unico Dio agli idoli del politeismo, sia quello babilonese al tempo del re Nabucodònosor che quello giudaico durante la persecuzione di Antìoco Epìfane IV. Nei vv. 17s Yahweh è il Dio della vita: servirlo è scegliere la vera vita anche quando questa sequela comportasse sofferenza e martirio.

Vangelo: Parlando ai Giudei che si vantano di essere discendenti di Abramo, e dunque liberi, Gesù introduce una serie di precisazioni sul tema della fede e del discepolato, della libertà e dell’inti-mità familiare, della figliolanza e della paternità. La rivelazione di Gesù culmina nel proclamare la propria divinità, mentre l’irrigidimento dei suoi interlocutori sfocia nel tentativo di lapidarlo.

Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero – Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

Liberazione e salvezza – CCC 1741: Con la sua croce gloriosa Cristo ha ottenuto la salvezza di tutti gli uomini. Li ha riscattati dal peccato che li teneva in schiavitù. «Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi» (Gal 5,1). In lui abbiamo comunione con «la verità» che ci fa «liberi» (Gv 8,32). Ci è stato donato lo Spirito Santo e, come insegna l’Apostolo, «dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà» (2Cor 3,17). Fin d’ora ci gloriamo della «libertà… dei figli di Dio» (Rm 8,21).

La vera libertà – Paolo VI (Udienza Generale, 5 febbraio 1969): … l’uso della libertà non è facile. Questa osservazione non contraddice, sì bene rispetta l’affermazione della libertà. Essa ha bisogno d’un’educazione, d’una formazione. E questo bisogno è così profondo per lo sviluppo autentico dello spirito e dell’operare umano, ed è così importante per la convivenza sociale, che la storia ci documenta quanto sia stato fatto, a torto o a ragione, per contenere, per reprimere, per negare l’uso della libertà. Ne è nato un celebre e, si può dire, perenne conflitto fra l’uso della libertà e l’esercizio dell’auto-rità. Libertà e autorità sono tanto spesso apparsi termini antitetici. Anche ai nostri giorni la soluzione di questa antitesi pone problemi gravi, sia nel campo pedagogico, che domestico, o sociale e politico; ed anche in quello ecclesiastico. Oggi non ne parleremo qui. Noteremo invece come dobbiamo educarci all’uso sempre più umano e cristiano della libertà. Non potremo progredire nella vita cristiana, né in quella ecclesiale, se non avremo progredito nell’autentico e legittimo uso della libertà. Dovremo togliere dalla nostra mente certi pseudoconcetti della libertà. Ad esempio: quello che la confonde con l’indifferenza, con la pigrizia, con l’inerzia dello spirito; con la libertà di non far nulla; con il letargo egoistico delle energie della vita e con l’oblio dell’imperativo fondamentale che le dà senso e valore, il dovere. La libertà ci è concessa per compiere con virtù propria il nostro dovere. Altro concetto errato, e purtroppo assai diffuso, è quello che confonde la libertà guidata dalla ragione e consistente nell’autodeterminazione della volontà con l’acquiescenza agli istinti sentimentali, o animali che pur sono nell’uomo. Correnti modernissime di pensiero rivoluzionario sostengono e divulgano questa falsa concezione, che seduce l’uomo a perdere la propria vera libertà per diventare schiavo delle proprie passioni e delle proprie debolezze morali: ce lo insegna il Signore: «Chi commette il peccato è schiavo del peccato» [Gv 8,34]. È un fenomeno classico e sempre attuale, ed oggi più che mai, nella emancipazione moderna dalla legge esteriore e dalla legge morale.

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa

Tutta la terra loderà Dio – “Alleluia: è la lode di Dio, per noi, affaticati; essa contrassegna quella che sarà la nostra attività nel riposo. Quando infatti, dopo la fatica di quaggiù, giungeremo al riposo di lassù, unico nostro ufficio sarà la lode di Dio, la nostra attività sarà un alleluia… Quasi un profumo della lode divina, della quiete celeste raggiunge anche noi, ma molto più ci preme la nostra mortalità. Parlando infatti ci stanchiamo, e desideriamo ristorare le membra; e se diciamo a lungo: alleluia, la lode di Dio ci è onerosa per il peso del nostro corpo. La pienezza dell’alleluia incessante vi sarà solo dopo questo mondo, dopo questa fatica. E con ciò, fratelli? Diciamolo quanto possiamo, per meritare di dirlo sempre! Lassù l’alleluia sarà nostro cibo; l’alleluia sarà nostra bevanda, l’alleluia sarà l’attività del nostro riposo, tutta la nostra gioia sarà un alleluia, cioè lode di Dio. E chi loda senza imperfezione, se non chi gioisce senza noia? Quanta forza vi sarà nella mente, quanta fermezza immortale nel corpo, perché l’attenzione della mente non venga mai meno nella divina contemplazione, né le membra soccombano nella continua lode di Dio!” (Sant’Agostino).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia

«Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero». Gesù è l’Agnello di Dio, venuto nel mondo per liberarci dalle catene del demonio: il peccato e la morte. Con i nostri propositi e il nostro impegno possiamo anche illuderci di sostenere la battaglia e di provare a liberarci dalle grinfie del Maligno, ma potrebbe accadere di far seguire ai grandi propositi ben più grandi fallimenti: ne sono una prova le cadute dei discepoli e, su tutte, il triplice rinnegamento di Pietro. Chi ci libererà dunque da queste catene di morte (cfr Rm 7,24)? Solo Dio a cui dobbiamo rendere grazie e a cui deve andare tutta la gloria! Non ci salveranno le nostre diplomatiche prese di posizioni, mai troppo nette per non disturbare nessuno; non ci salverà cercare di servire Dio e il mondo: ne è uno splendido esempio la Prima Lettura: i tre giovani potevano risparmiarsi torture e morte se solo avessero accettato di adeguarsi al mondo che imponeva loro, non di rinnegare il proprio Dio ma di servire anche le altre divinità. Al rifiuto dei giovani, il re li stringe e li getta nel fuoco, ma Dio li salva. Quando noi pensiamo di salvarci, accostando al culto a Dio anche il culto alla mentalità di questo mondo, fatta di volgarità e imbrogli, di turpiloquio e falsità, allora rimaniamo incatenati nel peccato con i suoi lacci e le sue gabbie. Ma quando ci decideremo per Dio, anche se il mondo tenterà di incatenarci, allora saremo liberi davvero.

Preghiamo

Risplenda la tua luce, Dio misericordioso, sui tuoi figli purificati dalla penitenza; tu che ci hai ispirato la volontà di servirti, porta a compimento l’opera da te iniziata. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

 

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