marzo, meditazioni

18 MARZO 2020 – MERCOLEDÌ, III DEL TEMPO DI QUARESIMA

I Lettura: Nella seconda parte del primo grande discorso di Mosè domina l’esortazione pressante all’osservanza della Legge. L’inizio della professione di fede d’Israele è proprio un invito all’ascolto, cioè a uscire da sé e dal piccolo mondo personale, per entrare in Dio e nel grande mondo della sua rivelazione.

      Vangelo: Gesù porta a compimento la religione dell’AT. Il NT continua l’Antico, ma insieme lo supera. Nulla dell’AT passerà senza aver raggiunto il suo compimento. L’AT e il NT sono un’unica cosa e in questa totalità presentano il piano divino, l’economia della salvezza.

Chi insegnerà e osserverà i precetti, sarà considerato grande nel regno dei cieli – Dal Vange-lo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

La libertà cristiana – Paolo VI (Udienza Generale, 9 luglio 1969): … la nostra libertà cristiana non ci sottrae alla legge di Dio, nelle sue supreme esigenze di umana saggezza, di sequela evangelica, d’ascetismo penitenziale, e d’obbedienza all’ordine comunitario, proprio della società ecclesiale. La libertà cristiana non è carismatica, nel senso arbitrario, che oggi alcuni si arrogano: siate «liberi, c’insegna l’apostolo Pietro, senza farvi della libertà un mantello per coprire la vostra malizia, ma come servi di Dio» (1Pt 2,16); non è la sfida spregiudicata alla norma vigente nella società civile, la cui autorità, – è San Paolo che parla, – obbliga in coscienza (Rm 13,1-7), e nella società ecclesiastica, plasmata dalla fede e dalla carità, e governata da un’autorità rivestita di poteri non provenienti dalla base, ma da origine divina, per istituzione di Cristo e successione apostolica; poteri, se occorre indiscutibili (Lc 10,16; 1Gv 4,6), e gravi (1Cor 4,2l), anche se sempre rivolti piuttosto che al dominio (cfr. 2Cor 1,23; 1Cor 13,10), all’edificazione, cioè alla liberazione spirituale dei fedeli.

L’autentica libertà – Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa 2: In quest’alba del terzo millennio, la Chiesa non si stanca di annunciare il Vangelo che dona salvezza e autentica libertà anche nelle cose temporali, ricordando la solenne raccomandazione rivolta da san Paolo al discepolo Timoteo: «Annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero» (2Tm 4,2-5).

Gesù non ha abolito la Legge antica – Giovanni Paolo II (Udienza Generale, 1 marzo 2000): … i Dieci Comandamenti schiudono davanti a noi l’unico futuro autenticamente umano e questo perché non sono l’arbitraria imposizione di un Dio tirannico. Jahvè li ha scritti nella pietra, ma li ha incisi soprattutto in ogni cuore umano quale universale legge morale valida ed attuale in ogni luogo ed in ogni tempo. Questa legge impedisce che l’egoismo e l’odio, la menzogna e il disprezzo distruggano la persona umana. I Dieci Comandamenti, con il loro costante richiamo alla divina Alleanza, pongono in luce che il Signore è l’unico nostro Dio e che ogni altra divinità è falsa e finisce per ridurre in schiavitù l’essere umano, portandolo a degradare la propria umana dignità… Nel sermone della montagna, Gesù disse di non essere venuto ad abolire la Legge antica, ma a perfezionarla (cfr Mt 5,17). Di fatto, da quando il Verbo di Dio si è incarnato ed è morto sulla croce per noi, i Dieci Comandamenti si fanno udire attraverso la sua voce. Egli li radica mediante la vita nuova della Grazia nel cuore di chi crede in Lui. Il discepolo di Gesù non si sente perciò oppresso da una moltitudine di prescrizioni, ma, sospinto dalla forza dell’amore, avverte i Comandamenti di Dio come una legge di libertà: libertà di amare grazie all’azione interiore dello Spirito. Le Beatitudini costituiscono l’evangelico completamento della Legge del Sinai. L’Alleanza allora stipulata col Popolo ebreo trova il suo perfezionamento nella nuova ed eterna Alleanza sancita nel sangue di Cristo. Cristo è la nuova Legge, ed in Lui la salvezza è offerta a tutte le genti.

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa

Amore per la Legge di Dio – «Chi ama la legge di Dio, onora anche ciò che in essa non comprende. Ciò che gli pare poco logico, giudica piuttosto di non averlo compreso e pensa che vi si trovi celato qualcosa di grande. Non gli è dunque di scandalo la legge del Signore; e per non soffrire scandalo, soprattutto egli non bada agli uomini – per quanto sia santa la loro vocazione -, tanto da far dipendere la loro fede dai loro costumi. Perciò, se alcuni di loro cadono, egli non se ne scandalizza e non rovina così se stesso. Al contrario, egli ama la legge del Signore per se stessa, e in lui vi è sempre grande pace e mai scandalo. L’ama senza preoccupazioni, perché sa che anche se molti peccano contro la legge, essi non peccano certo a causa della legge» (Sant’Agostino).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia

«Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica». Il Signore si è rivelato a noi come Via, Verità e Vita. Ora, partiamo da un esempio: se uno vuole seguire una indicazione precisa e giungere al luogo di destinazione scelta, sono essenziali due cose. Anzitutto bisogna conoscere la via, cioè sapere se andare a nord piuttosto che a sud, a destra o a sinistra, possiamo conoscerla per intero o anche di volta in volta (come fanno i moderni navigatori). Ma non basta sapere se è giusto andare da una parte piuttosto che dall’altra, bisogna poi concretamente imboccare e percorrere la strada indicata. Tornando alla Liturgia della Parola che oggi la Chiesa ci propone, tanto la Prima Lettura (con Mosè) quanto il Vangelo (con Gesù Cristo) sottolineano l’importanza di entrambi questi due aspetti. Dobbiamo anzitutto prestare ascolto alle indicazioni che la Sacra Scrittura ci offre per poter giungere presso il Cuore di Dio e dimorare in Lui. Ma bisogna anche concretamente percorrere tale Via, senza la quale non usciamo dal nostro buco o, peggio, ci smarriamo in chissà quali meandri. Se ascolto senza muovermi a nulla mi gioverà conoscere il Cristo; se mi muovo senza l’orecchio attento alle indicazioni che lo Spirito Santo mi offre, mi ritroverò a percorrere una via che non sarà la Via del Padre, la Via della Verità e della Vita.

Preghiamo

Signore Dio nostro, fa’ che i tuoi fedeli, formati nell’impegno delle buone opere e nell’ascolto della tua parola, ti servano con generosa dedizione liberi da ogni egoismo, e nella comune preghiera a te, nostro Padre, si riconoscano fratelli. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

 

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