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19 FEBBRAIO 2020 – MERCOLEDÌ, VI DEL TEMPO ORDINARIO

I Lettura: Giacomo, con la sua lettera, ha la necessità di far capire che una fede accolta spinge all’azione. Il cristiano è quello che ascolta e mette in pratica la Parola. L’ascolto vero avviene osservando tre indicazioni fondamentali: ascoltare molto, parlare poco, fuggire l’ira.

      Vangelo: La guarigione del cieco di Betsàida, che avviene in modo graduale, è fortemente simbolica per i discepoli. Seguendo da vicino il maestro e attraverso i suoi insegnamenti, ancora vedono e capiscono poco della sua missione. Avevano bisogno di un nuovo insegnamento di Gesù per riconoscerlo in pieno.

Il cieco fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa – Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo. Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà – Veritatis Splendor 83: Come si vede, nella questione della moralità degli atti umani, e in particolare in quella dell’esistenza degli atti intrinsecamente cattivi, si concentra in un certo senso la questione stessa dell’uomo, della sua verità e delle conseguenze morali che ne derivano. Riconoscendo e insegnando l’esistenza del male intrinseco in determinati atti umani, la Chiesa rimane fedele alla verità integrale dell’uomo, e quindi lo rispetta e lo promuove nella sua dignità e vocazione. Essa, di conseguenza, deve respingere le teorie sopra esposte che si pongono in contrasto con questa verità. Bisogna però che noi, Fratelli nell’E-piscopato, non ci fermiamo solo ad ammonire i fedeli circa gli errori e i pericoli di alcune teorie etiche. Dobbiamo, prima di tutto, mostrare l’affascinante splendore di quella verità che è Gesù Cristo stesso. In Lui, che è la Verità (cfr Gv 14,6), l’uomo può comprendere pienamente e vivere perfettamente, mediante gli atti buoni, la sua vocazione alla libertà nell’obbedienza alla legge divina, che si compendia nel comandamento dell’amore di Dio e del prossimo. Ed è quanto avviene con il dono dello Spirito Santo, Spirito di verità, di libertà e di amore: in Lui ci è dato di interiorizzare la legge e di percepirla e viverla come il dinamismo della vera libertà personale: “la legge perfetta, la legge della libertà” (Gc 1,25).

Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa… – CCC 2208: La famiglia deve vivere in modo che i suoi membri si aprano all’attenzione e all’impegno in favore dei giovani e degli anziani, delle persone malate o handicappate e dei poveri. Numerose sono le famiglie che, in certi momenti, non hanno la possibilità di dare tale aiuto. Tocca allora ad altre persone, ad altre famiglie e, sussidiariamente, alla società provvedere ai bisogni di costoro: «Una religione pura e senza macchia davanti a Dio nostro Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puri da questo mondo» (Gc 1,27).

Gli impose le mani – CCC 699: Imponendo le mani Gesù guarisce i malati e benedice i bambini. Nel suo nome, gli Apostoli compiranno gli stessi gesti. Ancor di più, è mediante l’imposizione delle mani da parte degli Apostoli che viene donato lo Spirito Santo. La lettera agli Ebrei mette l’imposizione delle mani tra gli «articoli fondamentali» del suo insegnamento. La Chiesa ha conservato questo segno dell’effusione onnipotente dello Spirito Santo nelle epiclesi sacramentali.

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa

“Se tu dicessi: «Mostrami il tuo Dio»; io ti direi: «Mostrami il tuo uomo e io ti mostrerò il mio Dio». Mostra quindi se gli occhi della tua mente vedono e se le orecchie del tuo cuore odono. Infatti, come gli occhi corporei percepiscono gli oggetti che si muovono su questa terra, notando le differenze fra una cosa e l’altra, la luce e le tenebre, il bianco e il nero, il brutto e il bello, il simmetrico e l’asimmetrico, il proporzionato e il deforme [e analogamente si deve dire a proposito di quanto è udito dalle orecchie: suoni acuti o gravi o armoniosi], non diversamente le orecchie del cuore e gli occhi della mente possono vedere Dio. Infatti, Dio può essere visto soltanto da coloro che sono in grado di vederlo, da coloro, cioè, che hanno gli occhi dello spirito ben aperti. Infatti, sebbene tutti abbiano gli occhi, quelli di talune persone sono talora avvolti dall’oscurità e perciò incapaci di contemplare la luce del sole. Se i ciechi non sono in grado di vedere nulla, non per questo la luce del sole non risplende: la causa è da ravvisarsi unicamente nella loro cecità. Allo stesso modo, anche gli occhi del tuo spirito sono accecati dai tuoi peccati e dalle cattive azioni che commetti. L’anima dell’uomo dev’essere pura come uno specchio terso. Una volta formatasi la ruggine sullo specchio, il volto dell’uomo non può più riflettervisi: similmente, l’uomo offuscato dal peccato non può vedere Dio. Mostra allora te stesso: se non sei adultero o libertino, ladro o brigante o saccheggiatore, sodomita o insolente o maldicente o collerico; fa’ vedere se non sei invidioso o arrogante o superbo, violento o avaro o ribelle verso i tuoi genitori; se non sei venditore dei tuoi figli. Infatti Dio non si manifesta a coloro che si comportano in questo modo, se non si siano dapprima purificati da ogni macchia. Tutte queste cose portano le tenebre dentro di te, come quando sopraggiunge l’albugine nei tuoi occhi rendendoli incapaci di fissare la luce del sole. Allo stesso modo, anche i tuoi peccati diffondono intorno a te l’oscurità in maniera che tu non possa più riconoscere Dio» (Teofilo di Antiochia).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia

«Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente». Gesù è la Luce che illumina chi sta nelle tenebre e nell’ombra della morte; è il Sole che sorge dall’alto; egli è colui che dona vita e colore ad ogni cosa perché tutto è stato fatto per mezzo di lui e niente senza di lui esiste. Il cieco è figura di chi vaga nel buio della fede, lontano da Dio: non riesce a distinguere i colori delle cose, cioè non riesce a coglierne la giusta finalità, l’equilibrio e la virtù che è in ogni cosa. Questo cieco non chiede direttamente la grazia della guarigione ma sono altri che lo conducono a lui: è il ministero dell’inter-cessione. Quando preghiamo per chi non crede, è come se prendessimo quel cieco nella fede e lo conducessimo a Cristo perché lo guarisca dalla sua infermità spirituale. Gesù interviene, ma la grazia spesso incontra ostacoli e difficoltà perché opera rispettando la libertà e la coscienza di ciascuno. Ed ecco che anche il Signore deve “faticare” e tornare più volte su quel cieco, interrogandolo, imponendogli le mani, dandogli grazia. Un miracolo, quello della conversione, che avviene fuori dal villaggio, nel deserto del cuore, lontano dal mondo. Il cieco si fa guidare da Gesù, collabora, risponde: e il miracolo giunge a pienezza.

Preghiamo

O Dio, che hai promesso di essere presente in coloro che ti amano e con cuore retto e sincero custodiscono la tua parola, rendici degni di diventare tua stabile dimora. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

 

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