gennaio, meditazioni

15 Gennaio 2020

I Lettura: «La vocazione di Samuèle, che non avviene istantaneamente, come quella di Abramo o dei quattro Apostoli, è una chiamata progressiva che si sviluppa in tre tappe consecutive. La vocazione inizia con una prima chiamata nella notte. Come in ogni vocazione biblica, l’iniziativa è di Dio; l’adesione di Samuèle è pronta, ma ancora cieca. Solo la terza volta che si sente chiamare, il sacerdote Eli intuisce l’importanza dell’esperienza che sta facendo il giovane discepolo; atteggiamento il suo che è modello del vero educatore spirituale, che aiuta, ma non si sostituisce alla vicenda del tutto personale del giovane» (Don Ferdinando Bergamelli sdb).

Vangelo: «Gesù non si preoccupa solo delle sofferenze umane, ma cerca di far entrare l’uomo in relazione con quel Padre che annunzia e che Lui stesso ci presenta. I malati con la ritrovata salute, devono aprirsi all’incontro con Dio e con la sua Parola, per vivere in santità la propria esistenza. Per l’evangelista Marco il miracolo non è mai solo un gesto straordinario compiuto dal Cristo, ma ne spiega la motivazione: essi infatti devono suscitare nel cuore dell’uomo, di chi li riceve e di chi li testimonia, il desiderio della sequela di Cristo» (Centro preparazione al matrimonio – Italia).

Gesù guarì molti che erano affetti da varie malattie – Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

Mi hai chiamato, eccomi – Giovanni Paolo II (Omelia, 19 gennaio 1997): La Liturgia della parola dell’odierna domenica ci presenta il tema della vocazione. Esso viene delineato innanzitutto nella prima Lettura, tratta dal Primo Libro di Samuele. Abbiamo poc’anzi riascoltato il suggestivo racconto della vocazione del profeta, che Dio chiama per nome, destandolo dal sonno. In un primo momento il giovane Samuele non sa da dove provenga questa voce misteriosa. Soltanto in seguito e gradualmente, grazie anche alla spiegazione dell’anziano sacerdote Eli, scopre che quella da lui udita è la voce stessa di Dio. Allora egli risponde subito: “Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta” (1Sam 3,10). Si può dire che la chiamata di Samuele abbia un significato paradigmatico, poiché è la realizzazione di un processo che si ripete in tutte le vocazioni. La voce di Dio, infatti, si fa sentire con sempre maggiore chiarezza e il soggetto acquista progressivamente la consapevolezza della sua provenienza divina. La persona chiamata da Dio impara col tempo ad aprirsi sempre di più alla parola di Dio, disponendosi ad ascoltare ed a realizzare nella propria vita la sua volontà.

La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei… – CCC 1503: La compassione di Cristo verso i malati e le sue numerose guarigioni di infermi di ogni genere sono un chiaro segno del fatto che Dio ha visitato il suo popolo e che il regno di Dio è vicino. Gesù non ha soltanto il potere di guarire, ma anche di perdonare i peccati: è venuto a guarire l’uomo tutto intero, anima e corpo; è il medico di cui i malati hanno bisogno. La sua compassione verso tutti coloro che soffrono si spinge così lontano che egli si identifica con loro: «Ero malato e mi avete visitato» (Mt 25,36). Il suo amore di predilezione per gli infermi non ha cessato, lungo i secoli, di rendere i cristiani particolarmente premurosi verso tutti coloro che soffrono nel corpo e nello spirito. Esso sta all’origine degli instancabili sforzi per alleviare le loro pene.

“Pregare dunque, come Gesù. Pregare forte. Pregare oggi. E sempre nella fiduciosa comunione che l’orazione ha stabilito fra noi e il Padre; perché è ad un padre, è al Padre che la nostra umile voce si rivolge” – Paolo VI (Udienza Generale, 16 giugno 1976): Fra i maggiori favori che il cristianesimo, la fede, Gesù Cristo anzi in persona, abbia conferito all’umanità è proprio questo dell’orazione vera, valida, indispensabile, fortunatissima. Cristo ha stabilito la comunicazione fra l’uomo e Dio; e questa comunicazione, che prevale su tutte le nostre moderne e meravigliose comunicazioni tecniche e sociali, ha per sua prima, normale espressione, la preghiera. Pregare vuol dire comunicare con Dio. E Cristo è lui stesso questa fondamentale comunicazione. Lo è con la manifestazione di se stesso: entriamo nel sacrario della esplorazione di chi è Cristo, oggetto ancor oggi di tormentate e, in fondo, fatalmente negative indagini per chi si distacchi dalla definizione calcedonense circa l’unica Persona del Verbo, vivente in due nature, divina ed umana (Cfr. DENZ.-SCHÖN., DS 301-302; BOUYER, Le Fils éternel, 469 ss.); il «ponte», come si esprimeva Santa Caterina (S. CATHARINAE, Dial., 25ss.). Ed è lui stesso, Gesù, Sacerdote per eccellenza (cfr. Eb 5), l’esempio più luminoso della preghiera, che documentata nel Vangelo diventa per noi la via regia dell’orazione e della vita spirituale. A questa scuola tuttora l’umanità seguace e credente è alunna indefessa. «Per quale via posso giungere io a Cristo e al suo messaggio?», si chiede un noto pensatore cattolico moderno; e risponde: «ve n’è una certissima e semplicissima: guardo nell’anima di Gesù che prega, e credo» (C. ADAM, Cristo, nostro fratello, 37, cfr. il bel capitolo «La preghiera di Gesù»).

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa

«“Venuta, poi, la sera gli presentarono molti, e curò le loro infermità”. Il Signore delle virtù ed autore della salvezza degli uomini, elargiva a tutti, come pio e misericordioso Dio, il rimedio della medicina celeste, liberava i posseduti dal demonio, scacciava gli spiriti immondi, faceva scomparire anche tutte le malattie ed infermità del corpo con la parola del suo divino potere, affinché mostrasse di essere venuto per la salvezza del genere umano, e dimostrasse fino all’evidenza di essere Dio attraverso un così gran numero di azioni prodigiose, perché questi così grandi segni miracolosi non li può effettuare se non Dio solo» (Cromazio di Aquileia).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia

«Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ri-tirò in un luogo deserto, e là pregava». Una giornata intensa quella di Gesù, piena di impegni e di incontri: alla sinagoga aveva avuto modo di incontrare pii israeliti pronti all’ascolto ma anche alla critica più aspra; e con loro anche indemoniati e ammalati. Era stato quindi in casa di Pietro e anche lì tanta grazia, tanti insegnamenti, tante guarigioni. Fino a tarda sera, ben oltre il tramonto del sole, la fila è ancora lunga. Ma Gesù non si concede pause: pur essendo vero uomo e quindi bisognoso di riposo, di sonno, eccolo presto, quando ancora è buio, già fuori, in disparte: ritirandosi in luoghi deserti, lontano da tutti, si mette alla presenza del Padre rimanendo a lungo in una preghiera assorta, intima, personalissima ma comprendente tutti e ciascuno di noi. Gesù aveva imparato da Maria e Giuseppe a intrattenersi a lungo in preghiera; con loro cresceva in età, sapienza e grazia. Nel clima della Sacra Famiglia aveva assaporato il dolce dialogo con Dio, l’ascolto sapiente della Parola, l’intrattenersi a lungo nel silenzio orante. Uno stile imparato da piccolo e che manterrà per tutta la vita.

Preghiamo

Ispira nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza di compiere ciò che ha veduto. Per il nostro Signore Gesù…

 

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *