gennaio, Liturgia

II del Tempo di Natale 5 gennaio 2020

“Solo lo Spirito può introdurci nella contemplazione del mistero dell’incarnazione e farcene scoprire l’intima ragione, la sua intrinseca convenienza e bellezza. Il Figlio di Dio si è fatto uomo perché l’uomo potesse divenire figlio di Dio. Dio si è introdotto nella nostra condizione umana, perché l’uomo fosse introdotto nella condizione divina. Il mistero di questa «discesa divina» che è «ascesa umana» è il centro della meditazione della Chiesa in questi giorni.

In esso contempliamo in primo luogo l’amore di Dio che svela se stesso e chiama l’uomo all’alleanza con lui: è un amore che non ha altra ragione di essere che se stesso. La sua gratuità è completa e l’uomo può solo lodare e ringraziare, senza fine.

In esso contempliamo l’umiltà del Verbo Incarnato, «che non considerò il suo essere uguale a Dio come un tesoro da tenere gelosamente», ma assume la nostra condizione: l’umiltà che condivide è il linguaggio dell’amore” (Mons. Carlo Caffarra).

La Parola che oggi ci viene donata è una Parola di comunione e di amore. Ci viene donata nella Parola la comunione d’amore della santissima Trinità; e nella Parola ci viene donato l’amore che ci fa entrare in comunione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

“Il termine latino «Verbo» vuol tradurre una parola greca che noi, più che con l’aiuto del vocabolario, possiamo comprendere con l’amore e l’esperienza. Verbo è «parola». Ma che cos’è la «parola»? Quando noi vogliamo esprimere il nostro amore, o qualche decisione d’amore che impegna la vita, non abbiamo parole sufficienti. Ne adoperiamo qualcuna, però ci accorgiamo che il suono che esce dalle labbra è solo un piccolo segno della pienezza che occupa il cuore e vuole comunicarsi. Ci pare addirittura che il bacio parli più della parola, perché esso è un segno che coinvolge di più la nostra persona: un segno che coinvolge il sentimento e il corpo oltre che l’intelligenza. Col termine «logos», Verbo, vogliamo pensare proprio alla pienezza del cuore di Dio che vuole comunicarsi, donarsi, esprimersi e raggiungerci. Una pienezza che sarebbe limitata dalle parole, anche se esse diventano utili e necessarie. Il Verbo è ciò che sta in Dio e che Lui vuole donarci, e che precede tutte le parole. Dio comunica la sua pienezza! Egli ha delle intenzioni, un suo progetto, una volontà che è amore, perché Egli stesso è Amore” (Don V. Covi).

Antifona d’ingresso

Nel quieto silenzio che avvolgeva ogni cosa, mentre la notte giungeva a metà del suo corso, il tuo Verbo onnipotente, o Signore, è sceso dal cielo, dal trono regale. (Sap 18,14-15)

Colletta  

Dio onnipotente ed eterno, luce dei credenti, riempi della tua gloria il mondo intero, e rivèlati a tutti i popoli nello splendore della tua verità. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Oppure:

Padre di eterna gloria, che nel tuo unico Figlio ci hai scelti e amati prima della creazione del mondo e in lui, sapienza incarnata, sei venuto a piantare in mezzo a noi la tua tenda, illuminaci con il tuo Spirito, perché accogliendo il mistero del tuo amore, pregustiamo la gioia che ci attende, come figli ed eredi del regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

 

Prima Lettura  Sir 24,1-4.12-16 (NV) [gr. 24,1-2.8-12]

La sapienza di Dio è venuta ad abitare nel popolo eletto.

La prima lettura canta la sapienza divina, la relazione che intercorre tra Dio e il creato, opera delle sue mani e del viaggio che ha compiuto per porre la sua dimora tra gli uomini: “fissa la tenda in Giacobbe e prendi in eredità Israele”. Il cristiano non può considerare la sapienza come un dato acquisito una volta per sempre, valida in ogni tempo e circostanza. La tenda suggerisce la volontà di progredire verso orizzonti nuovi, l’instabilità della condizione terrena che attende la dimora stabile nei cieli.

Dal libro del Siràcide

La sapienza fa il proprio elogio, in Dio trova il proprio vanto, in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria. Nell’assemblea dell’Altis-simo apre la bocca, dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria, in mezzo al suo popolo viene esaltata, nella santa assemblea viene ammirata, nella moltitudine degli eletti trova la sua lode e tra i benedetti è benedetta, mentre dice: «Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine, colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse: “Fis-sa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele, affonda le tue radici tra i miei eletti”. Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato, per tutta l’eternità non verrò meno. Nella tenda santa davanti a lui ho officiato e così mi sono stabilita in Sion. Nella città che egli ama mi ha fatto abitare e in Gerusalemme è il mio potere. Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore è la mia eredità, nell’assemblea dei santi ho preso dimora».     Parola di Dio.

Salmo Responsoriale           Dal Salmo 147

“Loda, Gerusalemme, il Signore, e raddoppia le tue lodi, perché nessun nemico può entrare per le tue porte e nessun amico può uscirne; in te sono benedetti i tuoi figli, con ogni benedizione spirituale, in Cristo [Ef 1,3]” (San Bernardo).

Rit. Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi.

Celebra il Signore, Gerusalemme,

loda il tuo Dio, Sion,

perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,

in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. Rit.

Egli mette pace nei tuoi confini

e ti sazia con fiore di frumento.

Manda sulla terra il suo messaggio:

la sua parola corre veloce. Rit.

Annuncia a Giacobbe la sua parola,

i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.

Così non ha fatto con nessun’altra nazione,

non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi. Rit.

Seconda Lettura          Ef 1,3-6.15-18

Mediante Gesù, Dio ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi.

Questo è uno dei tre grandi inni cristologici di Paolo che fa riflettere sul ruolo di Gesù nel progetto di amore del Padre. In particolare questo inno di Efesìni ci parla della predestinazione dei credenti. È il Padre che sin dall’inizio dei tempi aveva pensato a noi, per renderci santi, per renderci suoi figli. Ciascuno di noi è chiamato a questa via di santità, cioè a una relazione di amore forte e incondizionato con il Signore.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. Perciò anch’io, avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.     Parola di Dio.

Canto al Vangelo        cfr 1Tm 3,16

Alleluia, alleluia.

Gloria a te, o Cristo, annunziato a tutte le genti; gloria a te, o Cristo, creduto nel mondo.

Alleluia.

Vangelo     Gv 1,1-18

Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

«Il prologo del vangelo secondo Giovanni è un canto dossologico dell’operare di Dio nell’universo: dalla creazione nell’in-principio (cfr Gen 1,1) alla venuta di Dio stesso nel mondo attraverso il farsi carne umana della sua Parola. Questo testo è un abisso di luce, una cascata di illuminazioni che fanno segno, che indicano come Dio ha voluto entrare nella storia e diventare uomo tra noi umani. Impossibile farne qui un commento, perciò ci mettiamo solo in ascolto» (E. Bianchi).

Dal Vangelo secondo Giovanni

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. Parola del Signore.

Preghiera dei Fedeli                                              (proposta)

Fratelli e sorelle, mentre continuiamo a festeggiare la nascita di Gesù in questo «tempo natalizio», rivolgiamo la nostra preghiera al Padre perché ci aiuti a ricevere in noi la luce di Gesù e a capire la grande dignità che egli ha donato a ciascuno di noi.

Preghiamo insieme e diciamo: Illuminaci con la tua parola, Signore!

– Per la Chiesa, perché diffonda nel mondo la parola di Gesù che svela e fa gustare all’uomo la sua dignità di essere figlio di Dio. Preghiamo. Rit.

– Per tutti i cristiani: perché credano profondamente che Dio è loro Padre e che tutti gli uomini sono fratelli. Preghiamo. Rit.

– Per tutti noi, perché crediamo profondamente alla nostra dignità di figli di Dio, e non la turbiamo con una condotta indegna. Preghiamo. Rit.

– Per la nostra comunità: sappia sempre vedere nei vecchi e nei bambini, nei sani e negli ammalati, e in ogni uomo o donna gli appartenenti a un’unica razza, quella dei figli di Dio. Preghiamo. Rit.

Celebrante

O Padre, che ci hai illuminati con la luce di Gesù e ci hai svelato la nostra dignità, aiutaci a vivere sempre come tuoi figli, e a vedere in ogni persona un nostro fratello. Per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Santifica, o Padre, questi doni con la grazia del Natale del tuo unico Figlio, che a tutti i credenti indica la via della verità e promette la vita eterna. Per Cristo nostro Signore.

Antifona alla comunione

A tutti quelli che lo hanno accolto il Verbo incarnato ha dato il potere di diventare figli di Dio. (cfr Gv 1,12)

Preghiera dopo la comunione

Questo sacramento agisca in noi, Signore Dio nostro, ci purifichi dal male e compia le nostre aspirazioni di giustizia e di pace. Per Cristo nostro Signore.

 

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