meditazioni, Novembre

11 NOVEMBRE 2019 – LUNEDÌ, XXXII DEL TEMPO ORDINARIO – SAN MARTINO DE TOURS (MEMORIA)

I Lettura: L’inizio del libro della Sapienza, propostoci oggi dalla liturgia, ci dà delle indicazioni ben precise per le condizioni richieste e le disposizioni d’animo necessarie perché lo Spirito Santo possa operare nel cuore umano, riempiendo tutti gli spazi con la Sua divina presenza ed espellendo ogni voce estranea e ogni spirito che non è da Dio. Il cuore umano tende ad essere abitato da una serie di inclinazioni, continuamente conteso tra Dio e il suo nemico.

Vangelo: “È inevitabile che vengano scandali”. Questa espressione dell’evangelista Luca ci pone dinanzi alla responsabilità di prendere coscienza del fatto che il nostro cuore, proprio perché in continua lotta fra il bene e il male, tende a varie infedeltà e difetti. Non bisogna mai dimenticare questo aspetto umano. Il vero e proprio scandalo, che in primis ostacola l’annuncio del Regno, è proprio la mancanza di perdono e di comunione fra i fratelli cristiani.

Se sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai – Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

Lo scandalo – CCC 2286-2287: Lo scandalo può essere provocato dalla legge o dalle istituzioni, dalla moda o dall’opinione pubblica. Così, si rendono colpevoli di scandalo coloro che promuovono leggi o strutture sociali che portano alla degradazione dei costumi e alla corruzione della vita religiosa, o a «condizioni sociali che, volutamente o no, rendono ardua o praticamente impossibile una condotta di vita cristiana, conformata ai precetti del Sommo Legislatore». La stessa cosa vale per i capi di imprese i quali danno regolamenti che inducono alla frode, per i maestri che «esasperano» i loro allievi o per coloro che, manipolando l’opinione pubblica, la sviano dai valori morali. Chi usa i poteri di cui dispone in modo tale da spingere ad agire male, si rende colpevole di scandalo e responsabile del male che, direttamente o indirettamente, ha favorito. «È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono» (Lc 17,1).

State attenti a voi stessi – Mons. Vincenzo Paglia, Vescovo (Omelia, 12 novembre 2007): Gesù mette in guardia i discepoli dal dare scandalo, ossia dall’essere “pietra d’inciampo”. E lo ritiene talmente grave da fargli dire che sarebbe meglio, per chi lo procura, di essere gettato nel mare con una pietra al collo. Forse il primo scandalo che i discepoli debbono evitare è quello di contraddire, con la loro vita, il Vangelo. In tal modo, infatti, lo rendono inefficace. Gesù, del resto, aveva già detto: se il sale perde il sapore a null’altro serve che ad essere gettato via. “State attenti a voi stessi!”, dice Gesù ai discepoli. Essi, infatti, debbono ascoltare ogni giorno il Vangelo per non tradirlo e per evitare che il peccato attecchisca e si radichi nella loro vita. Gesù richiama perciò alla dimensione del perdono, una dimensione ineliminabile e quotidiana nella vita della comunità cristiana. Egli conosce bene la debolezza dei discepoli. Per questo aggiunge che la misericordia e il perdono debbono sovrabbondare sul peccato. Perdonare “sette volte”, vuol dire sempre. Mai infatti il perdono deve mancare nella vita della famiglia di Dio, è come pegno dell’amore e della gioia che il Signore dona.

Accresci in noi la fede! – Card. Tarcisio Bertone (Omelia, 6 ottobre 2007): Nella domanda degli Apostoli non sono forse contenuti i dubbi e le paure che segnano l’esistenza di tutti i credenti? Chi di noi non è preso talvolta da questi interrogativi esistenziali? E Gesù li rassicura e ci rassicura: non vi preoccupate – Egli ci ripete quest’oggi -, non temete! “Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe” (Lc 17,6). Per chi ha fede l’impossibile diventa possibile. Il gelso viene citato da Gesù perché ha radici profonde e solide, resistenti anche a venti impetuosi… eppure un “granellino” di fede può sradicarlo e trapiantarlo nel mare. La parola “fede”, nella lingua semitica che Gesù usava abitualmente, indica “fermezza e certezza, sicurezza e fiducia”. Più che un’idea astratta è qualcosa di assai concreto: e ben la raffigura l’immagine di un bambino che riposa tranquillo tra le braccia della madre. È proprio così: aver fede è lasciarsi abbracciare da Dio in ogni situazione. Il vangelo di oggi pone in evidenza questa fiducia in Dio che scaturisce dal credere che Egli mantiene le sue promesse perché è buono, potente e misericordioso.

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa

Scandalizzarsi in Cristo e nella Chiesa – «Chi ama suo fratello, dimora nella luce e non vi è scandalo in lui (1Gv 2,10). Chi sono coloro che subiscono o danno scandalo? Sono quelli che si scandalizzano in Cristo o nella Chiesa. Se tu hai la carità, non ti scandalizzerai né in Cristo, né nella Chiesa; tu non abbandonerai né Cristo, né la Chiesa. Infatti, se uno abbandona la Chiesa, come può essere in Cristo, non trovandosi più tra le membra di Cristo? Come può essere in Cristo, non trovandosi nel corpo di Cristo? Si scandalizzano, dunque, quelli che abbandonano Cristo o la Chiesa. Ma come è che non vi è scandalo in colui che ama il fratello? In quanto colui che ama il fratello sopporta tutto per l’unità, perché l’amore fraterno consiste nell’unità dell’amore» (Agostino).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia

«È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono». Cosa è uno “scandalo”? Possiamo usare questa definizione: “Turbamento della coscienza e della serenità altrui, provocato da azione, contegno, fatto o parola che offra esempio di colpa, di male o di malizia” (www.treccani.it). Gesù oggi nel Vangelo parla dello scandalo, ma non certo come ce ne parlano i mass-media: questi vanno cercando lo scandalo per avere ascolti, tutt’al più per assolvere al dovere di informare gli utenti. Gesù, invece, ha a cuore la crescita umana e spirituale di tutti gli uomini; egli conosce la nostra fragilità e sa quanto è precario il nostro cammino: ecco perché freme all’idea che noi, suoi figli e fratelli, possiamo rimanere bloccati o distrutti dagli scandali. Quando avviene uno scandalo? Quando qualcuno parla o agisce in modo da porre degli ostacoli, dei tranelli, nella coscienza del prossimo: questo lo si può fare in tanti modi: dando un cattivo esempio, usando un linguaggio che spinga l’altro alla violenza; educando l’altro ad essere orgoglioso o vanitoso o superbo o tornacontista (quanti di questi scandali compiono alcuni genitori verso i figli!). Chi crea lo scandalo avvelena la vita del fratello, a volte irrimediabilmente: ecco perché tanta severità di giudizio dal Signore.

Preghiamo

O Dio, che hai fatto risplendere la tua gloria nella vita e nella morte del vescovo san Martino, rinnova in noi i prodigi della tua grazia, perché né morte né vita ci possano mai separare dal tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

 

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *