meditazioni, Ottobre

3 Ottobre 2019

3 Ottobre 2019 – Giovedì, XXVI del Tempo Ordinario – (Ne 8,1-4a.5-6.7b-12; Sal 18[19]; Lc 10,1-12)

I Lettura: Il testo della prima lettura descrive i riti della festa dei tabernacoli, la più popolare festa giudaica, nella quale era letta e spiegata la legge. Neemìa, il governatore, ed Esdra, il sacerdote e scriba, ricordano poi al popolo, che piange di pentimento alla lettura, che è la festa del novilunio, da solennizzarsi con gioia. È il giorno della “letizia di Jahvé”, cioè il giorno di festa.

Vangelo: “Gesù si ferma a spiegare in modo particolare lo stile del discepolo inviato da Lui, il Signore, e da Lui totalmente dipendente. Non sarà come alcuni missionari farisei, né come i filosofi itineranti, né come i rabbini visitatori. Sarà piuttosto come il levita del salmo 16, che nella sua povertà proclama: “Il Signore è mia porzione e mio calice”, perché confiderà solo nel Signore. Sarà povero, non misero, ma senza denaro con sé, senza assicurazioni per il viaggio, entrando nelle case e incontrando sulle strade quelli che cercano la vita piena” (E. Bianchi).

La vostra pace scenderà su di luiDal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

La messe è abbondante… – Paolo VI (Regina Coeli, 12 aprile 1970): La Chiesa ci ricorda oggi che è problema di capitale importanza e, per certi aspetti, è problema che riguarda tutti. Perché, senza Sacerdoti, e senza Religiosi e Religiose, come può la Chiesa compiere la sua missione? Il Signore ha voluto che la sua parola e la sua redenzione avesse apostoli, ministri, testimoni, che ne diffondessero e ne perpetuassero il felice annuncio. Il Signore ha voluto salvare gli uomini mediante gli uomini. Se viene a mancare questo ministero che cosa sarà del Vangelo, che cosa sarà della salvezza del mondo? Non tutti certo sono chiamati a questo ministero, ma tutti sono interessati a che esso ci sia; e tutti perciò sono obbligati a favorirne la continuazione e la perfezione, almeno pregando il Signore (come Egli stesso ci ha insegnato) perché «mandi operai nella sua messe» (Mt 9,37) «La messe è molta, Egli ha detto riferendosi all’umanità bisognosa d’essere evangelizzata, ma gli operai sono pochi». Questo è problema gravissimo oggi nella Chiesa: le vocazioni sono poche; il loro numero è assai inferiore al bisogno, mentre il bisogno cresce. La vita moderna non offre facili condizioni per una vocazione; si sa, si vede; mentre essa, con la sua cultura, avrebbe tanto da dare e, con la sua fame di Cristo, avrebbe tanto da ricevere, in ordine a coloro che consacrano totalmente la loro vita al regno di Dio. Bisogna dunque pregare per le vocazioni. Unica attrattiva ch’esse offrono oggi è il sacrificio, cioè l’amore che si dà, la Croce. Bisogna pregare affinché anime generose, giovani specialmente, ne sentano il fascino misterioso e potente.

Pregate dunque… – Pio XI (Lettera Enciclica Ad Catholici Sacerdotii): … quantunque debba sempre tenersi ben ferma la verità che il numero da sé non deve essere la principale preoccupazione di chi lavora per la formazione del clero, tutti però devono sforzarsi che si moltiplichino i validi e strenui operai della vigna del Signore, tanto più che i bisogni morali della società anziché diminuire vanno crescendo. E tra tutti i mezzi per sì nobile scopo, il più facile insieme e il più efficace è anche il più universalmente accessibile a tutti e quindi tutti devono assiduamente usarlo, cioè la preghiera, secondo il comando di Gesù Cristo stesso: “La messe è veramente copiosa, ma gli operai sono pochi; pregate adunque il Padrone della messe, che mandi operai alla sua messe”. E quale preghiera può essere più gradita al Cuore Santissimo del Redentore? Quale preghiera può sperare d’essere esaudita più prontamente e più abbondantemente di questa, che è sì conforme alle ardenti aspirazioni di quel Cuore divino? “Chiedete, e vi sarà dato”; chiedete dei buoni e santi sacerdoti e il Signore non li negherà alla sua Chiesa, come sempre ne ha concessi attraverso i secoli, anche in tempi che meno sembravano propizi al fiorire di vocazioni sacerdotali, anzi proprio allora in maggior copia, come attesta anche solo l’agiografia cattolica del secolo XIX, così ricca di nomi gloriosi dell’uno e dell’altro clero; fra i quali brillano come astri di prima grandezza quei tre veri giganti di santità, esercitata in tre campi così diversi, che Noi stessi avemmo la consolazione di cingere dell’aureola dei Santi: San Giovanni Maria Vianney, San Giuseppe Benedetto Cottolengo e San Giovanni Bosco.

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa

«Il Signore manda i discepoli a due a due, per farci capire che se uno non ha amore per gli altri, non deve mettersi a predicare. È detto bene che “li mandò innanzi a sé in ogni città e villaggio, dove egli pensava di recarsi” (Lc 10,1). Il Signore, infatti, va dietro ai suoi predicatori, perché prima arriva la predicazione nella nostra mente e poi vi arriva il Signore, quando si accetta la verità. Perciò Isaia dice ai predicatori: “Preparate la via del Signore, raddrizzate le vie di Dio” [Is 40,3]» (Gregorio Magno).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia

«Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi». Il Signore ci coinvolge nell’opera meravigliosa e faticosa dell’evangelizzazione; egli ci chiama al suo servizio per poter testimoniare al mondo la nostra fede, per trasmettere il messaggio della nostra speranza: Cristo, con la sua incarnazione, morte e risurrezione, ha sconfitto il peccato e la morte e ci ha dato la libertà dei figli di Dio! Un annuncio che si fonda sulla nostra personale adesione a Cristo: non possiamo testimoniare se prima non facciamo esperienza di Dio; non possiamo rivelare il Volto di chi non abbiamo anzitutto incontrato. Anche oggi ha bisogno di annunciatori fedeli e intrepidi, ha bisogno di chi viva e diffonda la vita buona del Vangelo. Se Cristo ha acceso in noi la lampada della fede, questa luce non può rimanere nascosta, ma deve illuminare la propria casa, il posto in cui lavoriamo, viviamo e ci muoviamo. Il mondo attende la gioia, il mondo ha bisogno di pace: noi abbiamo incontrato, conosciuto e creduto in Colui che è la nostra gioia e la nostra pace. Ora egli ci invia ai suoi fratelli perché sentendo il lieto annuncio dell’Amore di Dio e incontrando il Volto misericordioso del Padre, possano aprirsi alla grazia della fede e sperimentare nella propria esistenza la vita nuova che Cristo ci ha guadagnato sulla Croce.

Preghiamo

O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono, continua a effondere su di noi la tua grazia, perché, camminando verso i beni da te promessi, diventiamo partecipi della felicità eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

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