meditazioni, Ottobre

1 Ottobre 2019

1 Ottobre 2019 – Martedì, XXVI del Tempo Ordinario – Santa Teresa di Gesù Bambino (Memoria) – (Zc 8,20-23; Sal 86[87]; Lc 9,51-56)

I Lettura: L’AT anticipa l’universalità della salvezza operata da Cristo. Egli ha ricapitolato nella sua umanità il genere umano tutto intero, ristabilendo gli uomini nella comunione con il suo Creatore. La grazia di Dio, dunque, che sgorga dall’opera redentrice del Cristo, dispiega la sua forza salvifica sul mondo intero e il popolo ebreo, depositario della verità, sarà anticipatore e guida di tutti gli uomini appartenenti a nazioni straniere.

Vangelo: Gesù sta per iniziare il suo ultimo viaggio verso Gerusalemme. La meta ultima che l’attende è però il monte calvario dove consumerà il suo sacrificio. Passando di villeggio in villaggio egli continua la sua missione di annunciare il Regno di Dio, di invitare tutti alla conversione e usare ogni situazione per insegnare ai suoi l’amore misericordioso di cui si è fatto portatore.

Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso GerusalemmeDal Vangelo secondo Luca

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme – CCC 557: «Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme» (Lc 9,51). Con questa decisione, indicava che saliva a Gerusalemme pronto a morire. A tre riprese aveva annunziato la sua passione e la sua risurrezione. Dirigendosi verso Gerusalemme dice: «Non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme» (Lc 13,33).

Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi – CCC 2262: Nel discorso della montagna il Signore richiama il precetto: «Non uccidere» (Mt 5,21); vi aggiunge la proibizione dell’ira, dell’odio, della vendetta. Ancora di più: Cristo chiede al suo discepolo di porgere l’altra guancia, di amare i propri nemici.  Egli stesso non si è difeso e ha ingiunto a Pietro di rimettere la spada nel fodero.

La pace – CCC 2302: Richiamando il comandamento: «Non uccidere» (Mt 5,21), nostro Signore chiede la pace del cuore e denuncia l’immoralità dell’ira omicida e dell’odio. L’ira è un desiderio di vendetta. «Desiderare la vendetta per il male di chi va punito è illecito»; ma è lodevole imporre una riparazione «al fine di correggere i vizi e di conservare il bene della giustizia». Se l’ira si spinge fino al proposito di uccidere il prossimo o di ferirlo in modo brutale, si oppone gravemente alla carità; è un peccato mortale. Il Signore dice: «Chiunque si adira contro il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio» (Mt 5,22).

L’odio – CCC 2303: L’odio volontario è contrario alla carità. L’odio del prossimo è un peccato quando l’uomo vuole deliberatamente per lui il male. L’odio del prossimo è un peccato grave quando deliberatamente si desidera per lui un grave danno. «Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste…» (Mt 5,44-45).

Si voltò e li rimproverò – Nostra Aetate 2: La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni [non cristiane]. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini. Tuttavia essa annuncia, ed è tenuta ad annunciare, il Cristo che è «via, verità e vita» (Gv 14,6), in cui gli uomini devono trovare la pienezza della vita religiosa e in cui Dio ha riconciliato con se stesso tutte le cose. Essa perciò esorta i suoi figli affinché, con prudenza e carità, per mezzo del dialogo e della collaborazione con i seguaci delle altre religioni, sempre rendendo testimonianza alla fede e alla vita cristiana, riconoscano, conservino e facciano progredire i valori spirituali, morali e socio-culturali che si trovano in essi.

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa

«E se egli rimprovera i discepoli che volevano far discendere il fuoco su coloro che non avevano voluto accogliere Cristo [cfr. Lc 9,55], questo ci indica che non sempre si devono colpire coloro che hanno peccato: spesso giova di più la clemenza, sia a te, perché fortifica la tua pazienza, sia al colpevole, perché lo spinge a correggersi. Ma il Signore agisce mirabilmente in tutte le sue opere. Egli non accoglie colui che si offre con presunzione, mentre non si adira contro coloro che, senza nessun riguardo, respingono il Signore. Egli vuole così dimostrare che la virtù perfetta non ha alcun desiderio di vendetta, che non c’è alcun posto per la collera laddove c’è la pienezza della carità, e che, infine, non bisogna respingere la debolezza ma aiutarla. L’indignazione stia lungi dalle anime pie, il desiderio della vendetta sia lontano dalle anime grandi; e altrettanto lontano stia dai sapienti l’amicizia sconsiderata e l’incauta semplicità. Perciò egli dice a quello: «Le volpi hanno tane»; il suo ossequio non è accettato perché non è trovato effettivo. Con circospezione si usi dell’ospitalità della fede, nel timore che aprendo agli infedeli l’intimità della nostra dimora si finisca col cadere, per la nostra imprevidente credulità, nella rete della cattiva fede altrui» (Ambrogio).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia

«Essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme». Gesù prende una decisione e la prende con una risolutezza che traspare da ogni suo gesto, da ogni sa scelta. I samaritani non vogliono accoglierlo perché vedono in lui questa risoluzione ferma, non lo accolgono perché va verso Gerusalemme. Questa è la città santa, dove risiede Dio e dove si compirà il mistero della Redenzione. Gerusalemme è il simbolo della nostra patria Celeste, il Paradiso. Gesù si incammina decisamente verso il compimento della volontà del Padre, verso la realizzazione del suo progetto di salvezza per ciascuno di noi. In Gerusalemme, il Cristo darà gloria al Padre e consolazione agli uomini; offrirà se stesso per aprirci le porte del Cielo. E noi? Abbiamo preso la ferma decisione di intraprendere le vie che conducono al Paradiso? Abbiamo preso la risoluzione certa di voler dare gloria a Dio? Vogliamo farci santi per adempiere il progetto del Padre in noi e, per mezzo nostro, diventare strumenti di santità per i fratelli? Questa decisione appare chiaramente anche all’esterno? La facciamo cogliere anche a chi è nemico di Gerusalemme, lontano da Dio? Amici, parenti, colleghi… vedono (dal nostro atteggiamento, dal nostro modo di parlare, di agire, di vestire…) il nostro desiderio di santità? Magari non vorranno più accoglierci, ci osteggeranno e ci rinnegheranno: ma saremo testimoni veraci del Padre.

Preghiamo

O Dio, nostro Padre, che apri le porte del tuo regno agli umili e ai piccoli, fa’ che seguiamo con serena fiducia la via tracciata da santa Teresa di Gesù Bambino, perché anche a noi si riveli la gloria del tuo volto. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

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