aprile, meditazioni

27 Aprile 2019

27 Aprile 2019 – Sabato dell’Ottava di Pasqua – (At 4,13-21; Sal 117[118]; Mc 16,9-15) – I Lettura: Colui che apre l’intelligenza ai significati profondi delle Scritture e al mistero di Dio è Cristo Risorto. Questo tema, caro a san Luca, è evidente in questo brano dove Pietro e Giovanni non solo mostrano una conoscenza che nessun maestro umano ha loro impartito, ma sono descritti anche nell’atto di parlare con franchezza, come chi ha un insegnamento sicuro da trasmettere, un messaggio così importante da non temere neppure persecuzione o morte. Vangelo: Gli Undici, non sono testimoni solo dell’insegnamento di Gesù e della sua Risurrezione. Marco mette in evidenza in questo brano una caratteristica di coloro che saranno investiti della responsabilità di generare la fede tra le genti: la loro incredulità. Gesù li invia a predicare quello stesso Vangelo, la buona novella della morte e risurrezione di Cristo, che loro stessi non vollero credere subito. Ciò che dal principio è un limite, grazie alla luce dello Spirito, diventerà un potenziale in più: solo chi fa esperienza dei propri limiti, può comprendere le difficoltà degli altri, diventando testimoni credibili.

Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo Dal Vangelo secondo Marco: Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».

Riflessione: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura». Siamo nell’ultimo giorno dell’Otta-va di Pasqua, questa solenne settimana in cui la memoria del Risorto invade di gioia nuova, di vita nuova tutta la nostra esistenza. Gesù è il vino nuovo che chiede di essere messo in otri nuovi (cfr. Lc 5,38): fare memoria della sua Risurrezione significa lasciarci rinnovare nella mente e nel cuore (cfr. Ef 4,23). È triste vedere come, nonostante Gesù avesse più volte preannunciato la sua resurrezione, nonostante l’annuncio gioioso delle donne e della Maddalena in particolare, nonostante la testimonianza esultante di alcuni discepoli che lo avevano visto ed erano stati con il Risorto, nonostante tutto gli Apostoli non credono, rimangono duri di cuore, fermi nelle loro convinzioni. Ecco le due facce di quanti hanno incontrato il Cristo: da una parte ci sono coloro che hanno fatto esperienza del Risorto e che non riescono a stare fermi ma corrono ad annunciare a tutti la loro gioia, dall’altra parte troviamo quanti hanno conosciuto Gesù, ascoltato le sue parabole, assistito ai suoi miracoli, ma rimangono chiusi alla grazia e se ne stanno immobili. E noi?

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Questa è la volontà di Gesù – Lumen Gentium 19: Il Signore Gesù, dopo aver pregato il Padre, chiamò a sé quelli che egli volle, e ne costituí dodici perché stessero con lui, e per mandarli a predicare il regno di Dio (cfr. Mc 3,13-19; Mt 10,1-42); e questi li costituí apostoli (cfr. Lc 6,13) sotto la forma di un collegio o di un gruppo stabile, del quale mise a capo Pietro, scelto di mezzo a loro (cfr. Gv 21,15-17). Li mandò prima ai figli d’Israele e poi a tutte le genti (cfr. Rm 1,16) affinché, partecipi della sua potestà, rendessero tutti i popoli suoi discepoli, li santificassero e li governassero (cfr. Mt 28,16-20; Mc 16,15; Lc 24,45-48; Gv 20,21-23), e così diffondessero la Chiesa e la pascessero esercitando il loro ministero, sotto la guida del Signore, tutti i giorni sino alla fine del mondo (cfr. Mt 28,20). E in questa missione furono pienamente confermati il giorno di pentecoste (cfr. At 2,1-36) secondo la promessa del Signore: “Riceverete la forza dello Spirito santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni, sia in Gerusalemme, come in tutta la Giudea e la Samaria, e sino alla estremità della terra” (At 1,8). E gli apostoli, predicando dovunque il Vangelo (cfr. Mc16,20), accolto dagli uditori sotto l’azione dello Spirito santo, radunano la Chiesa universale, che il Signore ha fondato sugli apostoli e ha edificato sul beato Pietro, loro capo, mentre Gesù Cristo stesso ne è la pietra maestra angolare (cfr. Ap 21,14; Mt 16,18; Ef 2,20).

Gesù apparve prima a Maria di Màgdala – Papa Francesco (Udienza Generale, 3 Aprile 2013): Nelle professioni di fede del Nuovo Testamento, come testimoni della Risurrezione vengono ricordati solamente uomini, gli Apostoli, ma non le donne. Questo perché, secondo la Legge giudaica di quel tempo, le donne e i bambini non potevano rendere una testimonianza affidabile, credibile. Nei Vangeli, invece, le donne hanno un ruolo primario, fondamentale. Qui possiamo cogliere un elemento a favore della storicità della Risurrezione: se fosse un fatto inventato, nel contesto di quel tempo non sarebbe stato legato alla testimonianza delle donne. Gli evangelisti invece narrano semplicemente ciò che è avvenuto: sono le donne le prime testimoni. Questo dice che Dio non sceglie secondo i criteri umani: i primi testimoni della nascita di Gesù sono i pastori, gente semplice e umile; le prime testimoni della Risurrezione sono le donne. E questo è bello. E questo è un po’ la missione delle donne: delle mamme, delle donne! Dare testimonianza ai figli, ai nipotini, che Gesù è vivo, è risorto.

Andate in tutto il mondo – Catechismo degli Adulti 362: Riemerge oggi nella Chiesa la coscienza della comune vocazione missionaria e il magistero del papa e dei vescovi la esprime con forza. Il popolo di Dio «è inviato a tutti gli uomini, come luce del mondo e sale della terra». «Evangelizzare è la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare». «La missione riguarda tutti i cristiani, tutte le diocesi e parrocchie, le istituzioni e associazioni ecclesiali». L’impegno missionario, rivolto al proprio ambiente e al mondo intero, con la preghiera, la testimonianza e, se è possibile, con la parola, è indice della nostra fede in Cristo e criterio sicuro per verificare quanto siano validi organismi pastorali, movimenti, parrocchie e opere di apostolato. «Il Signore chiama sempre a uscire da se stessi, a condividere con gli altri i beni che abbiamo, cominciando da quello più prezioso che è la fede». Del resto, «la fede si rafforza donandola!».

La vocazione cristiana infatti è per sua natura anche vocazione all’apostolato (AA 2) – Apostolicam Actuositatem 2.3: Nella Chiesa c’è diversità di ministero ma unità di missione. Gli apostoli e i loro successori hanno avuto da Cristo la funzione di insegnare, santificare e governare in suo nome e con la sua autorità. Ma i laici, resi partecipi della funzione sacerdotale, profetica e regale di Cristo […] esercitano l’apostolato con la loro azione per l’evangelizzazione e la santificazione degli uomini, e animando e perfezionando con lo spirito evangelico l’ordine delle realtà temporali, in modo che la loro attività in questo ordine costituisca una chiara testimonianza a Cristo e serva alla salvezza degli uomini […]. I laici derivano il dovere e il diritto all’apostolato dalla loro stessa unione con Cristo capo. Infatti, inseriti nel corpo mistico di Cristo per mezzo del Battesimo, fortificati dalla virtù dello Spirito Santo per mezzo della confermazione, sono deputati dal Signore stesso all’apostolato.

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo – «È cosa buona andare per tutto il mondo a predicare il Vangelo ad ogni creatura… E quando per mezzo della grazia di Dio il peccatore si converte, ecco in lui viene creata una nuova creatura, cioè una coscienza pura e nuova. Questa è la vera Gerusalemme, la pacifica, che esulta della misericordia conferitale da Dio. E si crea anche un popolo di molti buoni sentimenti e pensieri… Allora le cose vecchie, cioè quelle che da gran tempo facevano con l’uso dei cinque sensi, passano e si allontanano: diventano nuove creature in Cristo» (Antonio da Padova).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura» (Mc 16,15): è l’invio, la missione, che scaturisce dall’intimità con il Signore: Gesù salì «sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli – perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni» (Mc 3,13-15). Il fine di questo mandato è quello di far conoscere a tutti che Dio «ha visitato e redento il suo popolo» (Lc 1,68); è «dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati» (Lc 1,77); è quello di far comprendere che Dio è amico dell’uomo e con lui vuole costruire la sua storia, la sua salvezza, la sua città terrena. La Chiesa ha il dovere di annunziare fino alla fine dei tempi, con l’esempio e la parola, la fede che ha ricevuto. Dedicarsi indefessamente e con abnegazione all’affermazione e diffusione del Vangelo è il DNA della Chiesa: «La Chiesa è nata con il fine di rendere partecipi, mediante la diffusione del regno di Cristo su tutta la terra a gloria di Dio Padre, tutti gli uomini della redenzione salvifica e ordinare effettivamente per mezzo di essi il mondo intero a Cristo. Tutta l’attività del corpo mistico ordinata a questo fine si chiama apostolato, che la Chiesa esercita mediante tutti i suoi membri, naturalmente in modi diversi» (AA 2). Predicando il Vangelo, la Chiesa «dispone gli uditori alla fede e alla confessione della fede, li prepara al Battesimo, li sottrae alla schiavitù dell’errore e li incorpora a Cristo» (LG 17).

 

Santo del giorno: 27 Aprile – Santa Zita (Cita), Vergine: “Nacque da una famiglia molto umile. A 12 anni dovette andare come domestica presso la nobile casa dei Fatinelli, a Lucca. Attenta e puntigliosa nell’attività lavorativa, sopportava angherie e rimproveri dei padroni, che la trattavano come una «serva». Inoltre, spesso doveva coprire con il suo impegno le manchevolezze degli altri domestici. La sua gentilezza d’animo finì per conquistare l’affetto della famiglia che le affidò la direzione della casa. Ne approfittò per aiutare le persone più povere senza mai sottrarre nulla agli altri. Metteva da parte quanto riusciva a risparmiare per soccorrere le persone bisognose. Morì il 27 aprile 1272. La sua fama si diffuse in breve tempo, tanto che i cittadini di Lucca chiesero che venisse sepolta nella Basilica di San Frediano dov’è tuttora custodita. Il suo culto fu approvato nel 1696 da Papa Innocenzo XII. Venne proclamata patrona delle domestiche da Pio XII” (Avvenire).

 

Preghiamo: O Padre, che nella tua immensa bontà estendi a tutti i popoli il dono della fede, guarda i tuoi figli di elezione, perché coloro che sono rinati nel Battesimo ricevano la veste candida della vita immortale. Per il

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