gennaio, Liturgia

III Domenica del Tempo Ordinario (C) 27 Gennaio 2019

Antifona d’ingresso

Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore da tutta la terra; splendore e maestà dinanzi a lui, potenza e bellezza nel suo santuario. (Sal 96,1.6)

Colletta 

Dio onnipotente ed eterno, guida i nostri atti secondo la tua volontà, perché nel nome del tuo diletto Figlio portiamo frutti generosi di opere buone. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Oppure: 

O Padre, tu hai mandato il Cristo, re e profeta, ad annunziare ai poveri il lieto messaggio del tuo regno, fa’ che la sua parola che oggi risuona nella Chiesa, ci edifichi in un corpo solo e ci renda strumento di liberazione e di salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Prima Lettura            Ne 8,2-4.5-6.8-10

Leggevano il libro della legge e ne spiegavano il senso.

Neemìa è un Giudeo altolocato alla corte persiana. Laico zelante partecipò alla ricostruzione delle mura di cinta di Gerusalemme. Ma il vero muro di difesa da erigere è la conoscenza e l’osservanza della Legge. Il brano di oggi ci mostra Neemìa che, con il sacerdote Esdra, convocano la comunità giudaica che si sta ricostituendo dopo la cattività babilonese, per una solenne liturgia dove viene letto e spiegato il libro della Legge, il Deuterònomio. La commozione che coglie il popolo è segno della sua conversione e, dunque, del desiderio di ricominciare una vita nuova nel segno della fedeltà e della gioia.

Dal libro di Neemìa

In quei giorni, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere. Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge. Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza. Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore. I levìti leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura. Neemìa, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i levìti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge. Poi Neemìa disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza».     Parola di Dio.

Salmo Responsoriale     Dal Salmo 18 (19)

«Chi ama la legge di Dio, onora anche ciò che in essa non comprende. Ciò che gli pare poco logico, giudica piuttosto di non averlo compreso e pensa che vi si trovi celato qualcosa di grande. […] Perciò, se alcuni di loro cadono, egli non se ne scandalizza e non rovina così se stesso. Al contrario, egli ama la legge del Signore per se stessa, e in lui vi è sempre grande pace e mai scandalo. L’ama senza preoccupazioni, perché sa che anche se molti peccano contro la legge, essi non peccano certo a causa della legge» (Sant’Agostino).

Rit. Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

La legge del Signore è perfetta,

rinfranca l’anima;

la testimonianza del Signore è stabile,

rende saggio il semplice. Rit.

I precetti del Signore sono retti,

fanno gioire il cuore;

il comando del Signore è limpido,

illumina gli occhi. Rit.

Il timore del Signore è puro,

rimane per sempre;

i giudizi del Signore sono fedeli,

sono tutti giusti. Rit.

Ti siano gradite le parole della mia bocca;

davanti a te i pensieri del mio cuore,

Signore, mia roccia e mio redentore. Rit.

Seconda Lettura          1Cor 12,12-30 forma breve 12,12-14.27

Voi siete corpo di Cristo, ciascuno per la sua parte.

Continua il discorso di Paolo sui carismi iniziato domenica scorsa. I Corìnzi, ancora non pienamente formati nella fede, vanno fieri dei loro carismi riempiendosi di orgoglio nei confronti di altri. Paolo mette in evidenza come con il Battesimo non siamo più dei singoli ma un’unità: in Cristo formiamo un solo corpo, ognuno è membro indispensabile per la formazione di questo organismo vivo e spirituale. I carismi sono donati al corpo nella sua unità perché possa svilupparsi, non per ornamento del singolo che lo possiede.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito. E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra.     Parola di Dio.

Canto al Vangelo         Lc 4,18

Alleluia, alleluia.

Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione.

Alleluia.

Vangelo     Lc 1,1-4; 4,14-21

Oggi si è compiuta questa Scrittura.

Luca si accinge alla stesura del suo Vangelo facendone un “resoconto dettagliato”, come un buon cronista che non va per fantasia ma valuta bene ogni fonte. Il resoconto è indirizzato a Teòfilo che potrebbe essere una persona reale, oppure, tenendo conto del suo significato etimologico (amico di Dio), potrebbe trattarsi di ogni cristiano. Luca insiste sulla storicità di Gesù, raccontando fatti avvenuti “tra noi” e trasmessi da “testimoni oculari”. Commentando il brano di Isaìa egli dichiara che le promesse di Dio si sono “incarnate” nella sua persona.

Dal Vangelo secondo Luca

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».       Parola del Signore.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

Cristo parla ancora – Catechismo degli Adulti 610: Oggi la parola è inflazionata nel chiasso della pubblicità e della propaganda, nel vuoto di tanti discorsi e scritti; perciò la sua reputazione è in ribasso. Si sente dire: «Contano i fatti e non le parole». Ma è veramente così? La parola non è solo informazione: è comunicazione e azione. Provoca gioia e dolore, amicizia e ostilità, reazioni e iniziative. La sua forza costruisce e distrugge, unisce e divide; fa andare avanti la storia non meno dei fatti economici e tecnici. A maggior ragione è attiva e feconda la parola di Dio che crea, libera, santifica, giudica e sconvolge.

Gesù è la Parola eterna e creatrice di Dio fatta carne – Catechismo degli Adulti 611: La parola di Dio è Dio stesso che si rivela e si dona nella storia degli uomini, fino a comunicarsi personalmente in Gesù di Nàzaret. Gesù è la Parola eterna e creatrice di Dio fatta carne e dice parole che «sono spirito e vita» (Gv 6,63): risana i malati, apre gli occhi ai ciechi, risuscita i morti, converte i peccatori, chiama i discepoli, promette e dona lo Spirito Santo. Secondo gli Atti degli apostoli, la Parola, colma di Spirito Santo, porta avanti il cammino della Chiesa: cresce, si rafforza e si diffonde. I protagonisti umani sono i suoi servitori e si affidano ad essa «che ha il potere di edificare e di concedere l’eredità con tutti i santificati» (At 20,32). I servitori possono essere fermati e messi in catene, ma la Parola «non è incatenata» (2Tm 2,9) e corre. Questa Parola non è solo una notizia riguardante la salvezza, ma è parte integrante dell’avvenimento stesso della salvezza; non solo ha per contenuto Cristo morto e risorto, ma prima ancora è Cristo stesso, che parla attraverso i suoi inviati: «Mossi da Dio, sotto il suo sguardo, noi parliamo in Cristo» (2Cor 2,17). I discepoli continuano a predicare e a insegnare in suo nome e con la sua presenza.

Leggere la Parola di Dio in accordo con la Chiesa – Catechismo degli Adulti 615: Molti, anche praticanti, si considerano cattolici, ma a modo proprio. Non si curano seriamente della parola di Dio. Ignorano la Sacra Scrittura, oppure ne danno un’interpretazione individuale o di gruppo, senza tener conto dell’interpretazione autentica del magistero ecclesiale. Invece, chiamato a vivere la fede, il cristiano ha bisogno di leggere il libro sacro e di leggerlo in accordo con la Chiesa.

Il Magistero della Chiesa – Catechismo degli Adulti 621: Accanto all’in-segnamento definitivo e infallibile, vi è un insegnamento ordinario non definitivo del papa e dei vescovi in materia di fede e di agire morale, che ha lo scopo di guidare il popolo di Dio verso una profonda comprensione e una coerente prassi cristiana. Anche questo insegnamento ordinario non definitivo gode di una particolare assistenza divina. Esige un assenso interiore, non però un’adesione totale di fede come il precedente. Sacra Scrittura, Tradizione, magistero dei vescovi e del papa sono congiunti insieme «sotto l’azione del medesimo Spirito Santo». Il Magistero è l’interprete autentico posto a servizio della Scrittura e della Tradizione: piamente ascolta, santamente custodisce e fedelmente espone la verità di Dio contenuta in esse.

Preghiera dei Fedeli          (proposta)

Fratelli e sorelle, Gesù è il Messia che ha iniziato il regno di Dio: il tempo in cui Dio trasforma i nostri cuori e ci rende fratelli. Offriamo la nostra preghiera affinché tutti i cristiani continuino a lasciarsi guidare dalla sua Parola riconoscendolo Signore Gesù.

Preghiamo insieme e diciamo: Signore, completa la nostra speranza.

– Per la Chiesa di Dio: perché la proclamazione della Parola sia sempre una priorità, via privilegiata dell’incontro con i fratelli. Preghiamo.

– Per i perseguitati politici, vittime di regimi autoritari: li sostenga la speranza della liberazione e la fede nelle promesse del Signore. Preghiamo.

– Per coloro che sono troppo attaccati al lavoro, al denaro, al successo, e dimenticano gli altri: il loro cuore accolga la vita dello Spirito. Preghiamo.

– Per la nostra comunità cristiana: dia conforto e aiuto ai poveri, agli oppressi, ai malati, a coloro che si sentono soli, ricercando nella Parola il senso del servizio. Preghiamo.

Celebrante: Signore Gesù, noi crediamo che tu sei all’opera nel mondo per portarvi la Parola che è annuncio di giustizia, di amore e di pace. Aumenta la nostra fede e rendici tuoi fedeli collaboratori. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Preghiera sulle offerte

Accogli i nostri doni, Padre misericordioso, e consacrali con la potenza del tuo Spirito, perché diventino per noi sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.

Prefazio delle Domeniche del Tempo Ordinario IX             (proposta)

La missione dello Spirito nella Chiesa.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza,

rendere grazie sempre e in ogni luogo

a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

In ogni tempo tu doni energie nuove alla tua Chiesa

e lungo il suo cammino mirabilmente la guidi e la proteggi.

Con la potenza del tuo Santo Spirito le assicuri il tuo sostegno,

ed essa, nel suo amore fiducioso, non si stanca mai d’invocarti nella prova,

e nella gioia sempre ti rende grazie per Cristo nostro Signore.

Per mezzo di lui cieli e terra inneggiano al tuo amore;

e noi, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo senza fine la tua gloria: Santo…

Antifona alla comunione

Guardate al Signore e sarete raggianti, e il vostro volto non sarà confuso. (Sal 34,6)

Oppure: 

“Io sono la luce del mondo”, dice il Signore; “chi segue me, non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. (Gv 8,12)

Oppure: 

“Lo Spirito del Signore è sopra di me: mi ha mandato per annunziare ai poveri il lieto messaggio”. (Lc 4,18)

Preghiera dopo la comunione

O Dio, che in questi santi misteri ci hai nutriti col corpo e sangue del tuo Figlio, fa’ che ci rallegriamo sempre del tuo dono, sorgente inesauribile di vita nuova. Per Cristo nostro Signore.

Un po’ di pane per camminare

Al centro della Liturgia di questa III domenica del T.O. troviamo la proclamazione della Parola che non ha la semplice valenza dell’informa-zione, ma contiene in sé una potenza che può cambiare la vita di coloro che l’ascoltano. Le letture odierne infatti, in particolar modo la prima e il Vangelo hanno il loro fulcro nella proclamazione pubblica della Parola da parte di Esdra e di Gesù; a questa proclamazione ne segue la spiegazione operata da Esdra e Neemìa e da Gesù. Ma tutto questo avviene con una grande differenza: mentre il popolo d’Israele rimane molto impressionato dalla lettura della Parola, perché si ritrova inadempiente verso di essa: “Tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge”, vedremo la prossima domenica come i contemporanei di Gesù non accoglieranno la sua autorivelazione tentando di ucciderlo, facendoci ricordare come, se la Parola proclamata nelle nostre assemblee è sempre la stessa portatrice delle novità di Dio, la nostra risposta potrebbe essere non sempre positiva.

Nel brano evangelico il lezionario passa, con un lungo salto, dal prologo di Lc all’episodio della visita di Gesù a Nazàret, che contiene il primo annuncio del messaggio di Cristo e dove è in evidenza non tanto la proclamazione dell’avvento del Regno di Dio e delle condizioni per entrarvi (cfr. Mt 4,17; Mc 1,13-15), quanto la persona stessa di Cristo come culmine della storia della salvezza preparata e narrata dall’AT.

Gesù ritornò in Galilea”. Questo versetto non è solo la descrizione della fine del tempo passato da Gesù nel deserto, ma soprattutto il passaggio dal silenzio della vita nascosta al tempo della vita pubblica che è segnato dalla proclamazione della Parola.

Con la potenza dello Spirito”. Luca insiste nel riferire che Gesù, nelle sue scelte, era sempre guidato dallo Spirito. Luca sottolinea come l’unione tra Gesù e lo Spirito è una realtà che accompagna Gesù sin dal suo concepimento verginale (cfr. Lc 1,35), si manifesta con forza nel battesimo (cfr. Lc 3,22), e continua ad operare nella vita pubblica: “Gesù, pieno di Spirito Santo” (cfr. Lc 4,1.14.18).

Conosciamo l’Opus Matris Verbi Dei

Capitolo 8

La formazione specifica dei candidati al sacerdozio

Art. 163 – La responsabilità della formazione e dei metodi educativi nello Studentato compete al Sodale professo incaricato dal Responsabile Generale con il consenso del suo Consiglio. È suo compito animare la vita formativa del gruppo dei candidati al sacerdozio, conoscerli e presentarli agli ordini sacri, facendosi garante della loro preparazione.

Art. 164 – Per l’ammissione ai ministeri e agli ordini sacri del diaconato e del presbiterato e per il loro conferimento si seguano con grande diligenza e fedeltà le norme e i criteri stabiliti dalla Chiesa (cfr. Can. 1024 -1054).

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