Dicembre, meditazioni

19 Dicembre 2018

19 Dicembre 2018 – Mercoledì, Feria di Avvento – (Gdc 13,2-7.24-25a; Sal 70[71]; Lc 1,5-25) – I Lettura: “Ci troviamo di fronte ad una pagina letteraria di tipo classico nella Bibbia: il genere delle «annunciazioni», sviluppato sempre su un cliché identico, che mira a sottolineare il carattere eccezionale del personaggio che nascerà in quanto dono di Dio al popolo eletto. Dio manifesta la sua forza e la sua onnipotenza attraverso la scelta di strumenti deboli o incapaci (qui la sterilità della futura madre di Sansone). Il bambino, consacrato a Dio fin dal seno materno, svolgerà la funzione di salvatore del popolo eletto” (Messale Feriale, LDC). Vangelo: “La nascita straordinaria di Giovanni battista trova non rari riscontri nell’AT, e prepara all’annunciazione di un’altra nascita non soltanto straordinaria ma soprannaturale, divina: la nascita di Gesù. Per la sua incertezza nella fede Zaccarìa resterà muto; Maria invece davanti al grande annuncio trova la forza di offrirsi a Dio come umile ma libero strumento a servizio del suo piano di salvezza” (Messale Feriale, LDC).

La nascita di Giovanni Battista è annunciata dall’angelo – Dal Vangelo secondo Luca: Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».

Riflessione: Gli annunci degli angeli: Monaci Benedettini Silvestrini (Omelia, 19 Dicembre 2011): Gli angeli sono a servizio di Dio, sono i cantori della sua gloria e i suoi messaggeri presso di noi. Uno particolare ci è stato affidato dal momento del nostro concepimento nel seno materno. L’arcangelo Gabriele ha avuto il compito speciale di annunziare alla Vergine di essere stata prescelta per diventare la Madre del Redentore. Oggi due annunci ci vengono narrati: “L’angelo del Signore apparve a questa donna (la futura madre di Sansone) e le disse: Ecco, tu sei sterile e non hai avuto figli, ma concepirai e partorirai un figlio”. L’annuncio di una nascita ad una donna sterile avviene per un particolare intervento divino e il nascituro ha sempre una missione particolare da compiere. “Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse. Lo spirito del Signore cominciò ad agire su di lui”. Ha del prodigioso anche la nascita di Giovanni Battista: L’arcangelo Gabriele la predice già a Maria: “ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile”. La nascita prodigiosa di Giovanni Battista segna l’intima unione che esiste tra vecchio e nuovo testamento. L’approdo è Cristo. Tutto ciò che lo precede e tutto ciò che segue, va visto e letto alla sua luce. Scopriamo così una mirabile trama divina che si snoda nella storia e ce la rivela come evento di amore e di salvezza. «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore!». È l’esclamazione di Zaccaria che ha preso coscienza dell’intervento del Signore nella sua vita. Sentiamo l’eco di quell’incessante rendimento di grazie che sgorga dal cuore dei salvati, di tutti coloro che riconoscono che Dio ha fatto grandi cose, ha compiuto prodigi, ha tolto la vergogna del peccato tra gli uomini. La fecondità prodigiosa ci fa pensare all’aridità, al deserto dove nulla più fiorisce, al vuoto di tante vite e d’altra parte alla fecondità della grazia, alla santità di tanti fratelli e sorelle.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: E la donna partorì un figlio che chiamò Sansone – Giovanni Paolo II (Udienza Generale, 17 Gennaio 1990): Nel Libro dei Giudici vengono celebrati degli uomini che inizialmente sono “eroi liberatori”, ma poi anche governatori di città e distretti, nel periodo di assestamento tra il regime tribale e quello monarchico. Secondo l’uso del verbo shâfat, “giudicare”, nelle lingue semitiche imparentate all’ebraico, essi vanno considerati non solo come amministratori della giustizia, ma come capi delle loro popolazioni. Essi vengono suscitati da Dio, che comunica loro il suo spirito (soffio-ruah) in risposta a suppliche rivolte a lui in situazioni critiche. Più volte nel Libro si attribuisce la loro comparsa e la loro azione vittoriosa a un dono dello spirito. Così nel caso di Otniel, il primo dei grandi giudici di cui si riassume la storia, è detto che “gli israeliti gridarono al Signore e il Signore suscitò loro un liberatore, Otniel…, ed egli li liberò. Lo spirito del Signore fu su di lui ed egli fu giudice d’Israele” (Gdc 3,9-10). Per Gedeone l’accento è posto sulla potenza dell’azione divina: “Lo spirito del Signore investì Gedeone”. Anche di Iefte è detto che “lo spirito del Signore discese su Iefte”. E di Sansone: “Lo spirito del Signore cominciò ad agitarlo”. Lo spirito di Dio in questi casi è il donatore di una forza straordinaria, del coraggio delle decisioni, a volte di un’abilità strategica, per cui l’uomo è reso capace di svolgere la missione affidatagli per la liberazione e la guida del popolo (cfr. Gdc 6,34; 11,29; 13,25).

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni – “Chi conduce una vita privata, dice che nulla è più inutile e noioso di tale vita; il soldato dice che nulla è più faticoso e pericoloso della vita militare: sarebbe meglio vivere di pane e di acqua che sopportare tali gravami. Chi comanda, dice che nulla è più pesante ché prendersi cura degli altri; chi è comandato, che nulla è più basso e servile che esser soggetti al volere altrui. Chi è sposato, dice che nulla è peggio della moglie e dei pensieri della famiglia; chi non è sposato, che per un uomo indipendente nulla è peggio del celibato, della privazione di una casa e della pace domestica. Il commerciante proclama beato il contadino per la sua tranquillità, il contadino proclama beato il commerciante per la sua ricchezza. In ultima analisi: la razza umana è una razza scontenta, querula, avvilita. […]. Quanti ammirano la vecchiaia? Quanti proclamano beata la giovinezza? Così anche l’età è fonte di grande scontento. Quando, per la nostra età, ci sentiamo rimproverare, diciamo: «Perché non siamo vecchi?». Quando il nostro capo si fa canuto esclamiamo: «Dove se n’è andata la giovinezza?». E mille cause abbiamo di dolerci. Una sola è la via che pone termine a tanti mali, quella della virtù; anzi, anch’essa ha la sua sofferenza, ma è una sofferenza non inutile, che reca guadagno e vantaggio” (San Giovanni Crisostomo).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia: La tua preghiera è stata esaudita – “Tante sono le cose che vorremmo accadessero a noi e alla nostra famiglia, tante quelle che chiediamo a Dio di concederci. Spesso ci abbattiamo perché non otteniamo quello che desideriamo, ma ne siamo proprio certi? Siamo sicuri di non ottenerlo? E se fosse invece che il Signore vuole mettere alla prova la nostra Fede? Se fosse che Dio vuole vedere in noi quanto veramente crediamo, quanta fiducia riponiamo nella preghiera? Sarebbe facile se tutto ciò che chiediamo lo ottenessimo all’istante, tutti sarebbero amici di Gesù, ma sarebbe in buona parte per convenienza, per opportunismo. Se i vostri figli vi chiedessero cose importanti per loro non vorreste dargliele? A volte però dite di no, oppure prendete tempo? É cattiveria? É giusto che i figli si ribellino? No certamente, ma a volte i no o l’attesa di un sì è per educarli, fortificarli, insegnar loro il valore dei sentimenti, che non è giusto usare le persone e fare grandi sorrisi donando immensi abbracci a chi ci da quello che vogliamo, mettendo però il muso, finanche a scatenare guerre in famiglia se la risposta alle nostre richieste tarda ad arrivare. Dio ci insegna la pazienza, ci insegna a saper aspettare, ad aver fiducia in Lui che ci vuole bene, che ci è Padre. Ci insegna che se abbiamo Fede potremo ottenere tutto ciò che desideriamo se è giusto. Non smettete mai di credere, non interrompete mai la vostra supplica verso il Signore. La pazienza e l’attesa serena e fiduciosa saranno ricompensate al momento in cui Dio riterrà opportuno donarvi ciò che chiedete” (Riccardo Ripoli, Omelia, 19 Dicembre 2012).

Santo del giorno: 19 Dicembre – Sant’Anastasio I, Papa: “Il «Liber Pontificalis» lo dice romano di origine. Edificò a Roma la basilica Crescenziana, individuata, oggi, in San Sisto Vecchio. Combatté con energia il donatismo nelle provincie settentrionali dell’Africa, ratificando le decisioni del Concilio di Toledo del 400. Questo Pontefice è conosciuto specialmente per la controversia origenista. Nel 399 gli amici di san Gerolamo si adoperarono per ottenere da lui una formale condanna dell’origenismo. Sollecitato anche da lettere e da ambasciatori di Teofilo, vescovo di Alessandria, per la partecipazione dell’Occidente a questa lotta, condannò le proposizioni presentategli. Fu in ottimi rapporti con Paolino, poi vescovo di Nola. Della copiosa corrispondenza, che Anastasio dal Laterano indirizzò a personalità di vari paesi, sono rimaste poche lettere. Dopo un pontificato breve (399-401) e molto attivo, Anastasio morì il 19 dicembre 401” (Avvenire).

Preghiamo: O Dio, che hai rivelato al mondo con il parto della Vergine lo splendore della tua gloria, concedi al tuo popolo di venerare con fede viva e di celebrare con sincero amore il grande mistero dell’incarnazione. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

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