meditazioni, Ottobre

13 Ottobre 2018

13 Ottobre 2018 – Sabato, XXVII del Tempo Ordinario – (Gal 3,22-29; Sal 104[105]; Lc 11,27-28) – I Lettura: “Per accogliere la giustizia come dono gratuito, bisogna prima rinunciare a pretenderla come cosa dovuta. La Scrittura è espressione e strumento del disegno di Dio. Quando il pedagogo ha condotto il fanciullo fino al maestro, il suo ruolo è finito. Così era il ruolo preparatorio, essenzialmente temporaneo, della Legge, ormai compiuta dalla fede in Cristo e dalla grazia” (Bibbia di Gerusalemme, nota). Vangelo: Il brano del Vangelo che ci viene proposto oggi dalla liturgia, ha come obbiettivo quello di voler mettere in risalto la giusta beatitudine. Una donna dalla folla, della quale non conosciamo il nome, ad alta voce esclama una fervida lode alla Madre di Gesù, lode che Gesù stesso non obbiettò assolutamente, ma approfitta dell’occasione per dare un forte insegnamento in merito alla vera beatitudine: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!”.

Beato il grembo che ti ha portato! Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio – Dal Vangelo secondo Luca: In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

Riflessione: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Alle donne non era consentito parlare pubblicamente, non rientrava nel decoro che alzassero la voce pubblicamente ed era certo sconvenevole che interrompessero un rabbino o un maestro spirituale durante i suoi insegnamenti. È quindi certo inconsueto il gesto di questa donna che, mentre Gesù parla, sente salire dal cuore quel grido di ammirazione, di lode, di gioia esplosiva, intrattenibile, incontrastabile. Non può farne a meno e deve gridare questa esclamazione: non una semplice affermazione, ma un vero e proprio grido liberatorio! Un grido di lode che si innalza da una donna, quasi certamente una mamma, che vede in quel giovane Maestro tutto ciò che una mamma possa augurarsi per il proprio figlio. Cosa vorrebbe il cuore di una madre per il proprio figlio se non il massimo in ogni campo, umano, sociale, spirituale… Sentiva parlare Gesù, ammirava la sua sapienza, si soffermava sulla bellezza del suo sguardo, sull’amorevolezza dei suoi gesti, sulla potenza della sua parola, sulla verità dei suoi insegnamenti: possiamo ben affermare che questa donna è il prototipo di ogni cuore contemplativo, di quanti non si fermano alla superficie, ma scendono nelle profondità del mistero, ammirano l’Opera divina e si lasciano condurre dallo stupore suscitato dallo Spirito Santo. Guarda Gesù, contempla il suo mistero, e si immedesima nella Madre: quanta gioia avrà questa Mamma, quale consolazione in cotanto Figlio, quale gloria per lei vedere tale frutto delle sue viscere! Se beato è il frutto quanto più lo sarà la pianta! Beata, dunque, è colei che ha portato in grembo e ha allattato, cresciuto, educato un figlio così degno di ammirazione! Chi non si unirebbe al grido di questa donna! Ma Gesù va ben oltre: Maria è certamente tutto questo, ma è molto di più, infinitamente oltre tutto questo! Perché la beatitudine di Maria non solo non sarà scalfita quando il Figlio non avrà più la bellezza per attirare lo sguardo della folla e provare in lui diletto (cfr. Is 53,2), ma sarà accresciuta proprio quando, tolto ogni umano onore, ella rimarrà fedele alla Parola accolta e vissuta, perfettamente consenziente, aderente fino alla fine alla volontà del Padre.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano – Benedetto XVI (Udienza Generale, 9 Novembre 2011): La legge divina, oggetto dell’amore appassionato del Salmista e di ogni credente, è fonte di vita. Il desiderio di comprenderla, di osservarla, di orientare ad essa tutto il proprio essere è la caratteristica dell’uomo giusto e fedele al Signore, che la «medita giorno e notte», come recita il Salmo 1 (v. 2); è una legge, quella di Dio, da tenere «sul cuore», come dice il ben noto testo dello Shema nel Deuteronomio: Ascolta, Israele… Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore. Li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti troverai in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai (6,4.6-7). Centro dell’e-sistenza, la Legge di Dio chiede l’ascolto del cuore, un ascolto fatto di obbedienza non servile, ma filiale, fiduciosa, consapevole. L’ascolto della Parola è incontro personale con il Signore della vita, un incontro che deve tradursi in scelte concrete e diventare cammino e sequela. Quando gli viene chiesto cosa fare per avere la vita eterna, Gesù addita la strada dell’osservanza della Legge, ma indicando come fare per portarla a completezza: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!» (par.). Il compimento della Legge è seguire Gesù, andare sulla strada di Gesù, in compagnia di Gesù.

Beato il grembo – Redemptoris Mater 20: Il Vangelo di Luca registra il momento in cui “una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse”, rivolgendosi a Gesù: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!” (Lc 11,27). Queste parole costituivano una lode per Maria come Madre di Gesù secondo la carne. La Madre di Gesù non era forse conosciuta personalmente da questa donna; infatti, quando Gesù iniziò la sua attività messianica, Maria non lo accompagnava e continuava a rimanere a Nazaret. Si direbbe che le parole di quella donna sconosciuta l’abbiano fatta in qualche modo uscire dal suo nascondimento. Attraverso quelle parole è balenato in mezzo alla folla, almeno per un attimo, il vangelo dell’infanzia di Gesù. È il vangelo in cui Maria è presente come la madre che concepisce Gesù nel suo grembo, lo dà alla luce e lo allatta maternamente: la madre-nutrice, a cui allude quella donna del popolo. Grazie a questa maternità, Gesù – figlio dell’Altissimo (cfr. Lc 1,32) – è un vero figlio dell’uomo. È “carne”, come ogni uomo: è “il Verbo (che) si fece carne” (cfr. Gv 1,14). È carne e sangue di Maria! Ma alla benedizione, proclamata da quella donna nei confronti della sua genitrice secondo la carne, Gesù risponde in modo significativo: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano” (Lc 11,28). Egli vuole distogliere l’attenzione dalla maternità intesa solo come un legame della carne, per orientarla verso quei misteriosi legami dello spirito, che si formano nell’ascolto e nell’osservanza della parola di Dio.

Maria e la vita pubblica di Gesù – Lumen Gentium 58: Nella vita pubblica di Gesù la madre sua appare distintamente fin da principio, quando alle nozze in Cana di Galilea, mossa a compassione, indusse con la sua intercessione Gesù Messia a dar inizio ai miracoli (cfr. Gv 2,1-11). Durante la predicazione di lui raccolse le parole con le quali egli, mettendo il Regno al di sopra delle considerazioni e dei vincoli della carne e del sangue, proclamò beati quelli che ascoltano e custodiscono la parola di Dio (cfr. Mc 3,35; Lc 11,27-28), come ella stessa fedelmente faceva. Così anche la beata Vergine avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette (cfr. Gv 19,25), soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al suo sacrifico, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata; e finalmente dallo stesso Gesù morente in croce fu data quale madre al discepolo (cfr. Gv 19,26-27).

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: Maria è benedetta per la sua fede – «Allorché il Signore, attraverso i segni e i prodigi che compiva, andava rivelando ciò che nascondeva nella carne fino a riempire tutti di stupore e di ammirazione, qualcuno in mezzo alla folla, particolarmente preso dall’entusiasmo, esclamò: Beato il seno che ti ha portato. E lui: Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono. Come a dire: “Anche mia madre, che tu chiami beata, è beata appunto perché custodisce la parola di Dio, non perché in lei il Verbo si è fatto carne e abitò fra noi [Gv l, 14]; ma perché custodisce il Verbo stesso di Dio per mezzo del quale è stata fatta, e che in lei si è fatto carne. Non si limitino gli uomini al godimento della prole temporale; godano piuttosto di congiungersi spiritualmente con Dio» (Agostino).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia: Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano! Ascoltare e osservare significa compiere ciò che Dio Padre chiede ai suoi figli attraverso la vita di ogni giorno: lavoro, famiglia, professione, impegni sociali, politici… una vita sinceramente cristiana, seria e impegnata, fortemente radicata nella concretezza del quotidiano, non con la testa tra le nuvole di gratificanti sogni. Il brano evangelico ci ricorda la “casa costruita sulla roccia o sulla sabbia” (Mt 7,21-27): chi ascolta la parola di Gesù costruisce la sua casa sulla roccia, ed è beato; come dire che la “beatitudine”, la salvezza eterna, dipende dall’ascolto della Parola; se non ascolta l’uomo costruisce la sua eterna rovina. La furia degli elementi della natura, ricordata nel racconto della “casa costruita sulla roccia”, in Ez 13,1-16 sta ad indicare l’ira di Dio che si abbatte rovinosamente su tutto quanto era stato costruito dai falsi profeti (cfr. Mt 7,15-20): «Di’ a quegli intonacatori di mota: Cadrà! Scenderà una pioggia torrenziale, una grandine grossa, si scatenerà un uragano ed ecco, il muro è abbattuto… Perciò dice il Signore Dio: Con ira scatenerò un uragano, per la mia collera cadrà una pioggia torrenziale, nel mio furore per la distruzione cadrà grandine come pietre; demolirò il muro che avete intonacato di mota, lo atterrerò e le sue fondamenta rimarranno scoperte; esso crollerà e voi perirete insieme con esso e saprete che io sono il Signore» (Ez 13,11-14). Ritornando al nostro brano, allora, si può dire: colui che non ascolta va incontro all’ira di Dio! Per l’evangelista Luca  l’ascolto delle parole di Gesù e il metterle in pratica è fonte di beatitudine, praticamente è la condizione per entrare nel regno dei cieli. Si può dire che Luca crea volutamente un nesso strettissimo tra l’insegnamento di Gesù, la sua Parola e l’ascolto, ma non più della Torah (Dt 6,4-9), bensì del Vangelo. In questo emerge la novità della concezione della salvezza, il quale, benché in sintonia con la mentalità pragmatica dei giudei insista sul “fare” più che sull’ascolto della parola, ripone il conseguimento della vita eterna nell’ascolto-accoglienza della Parola, la seconda Persona della Trinità. Si può così dire che Gesù mette al centro del suo insegnamento l’uomo e lo riveste con il manto regale della libertà, è libero di ascoltare o di non ascoltare; è libero di imboccare la strada della beatitudine, o di imboccare la via delle eterna perdizione.

Santo del giorno: 13 Ottobre – Beata Alessandrina Maria da Costa, Cooperatrice salesiana: Laica portoghese, all’età di quattordici anni si gettò da una finestra per difendere la sua verginità. Riportò gravi danni, che un po’ alla volta la resero completamente paralizzata. Abbracciò la sua croce e in vari modi partecipò alla passione di Gesù. Dal suo letto svolse un prezioso apostolato di preghiera e di consiglio a favore dei numerosi visitatori, attratti dalle sue virtù e carismi straordinari, che esercitò nell’obbedienza alle autorità ecclesiastiche. Il decreto sulle sue virtù eroiche è stato emesso nel 1995.

Preghiamo: O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

 

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