meditazioni, Ottobre

2 Ottobre 2018

2 Ottobre 2018 – Martedì – Santi Angeli custodi (Memoria) – (Es 23,20-23a; Sal 90[91]; Mt 18,1-5.10) – I Lettura: In questo passo dell’Èsodo si parla dell’Angelo che il Signore manda davanti al suo popolo come protettore e guida, testimone della presenza di Dio. Il contesto biblico chiarisce che la presenza dell’Angelo indica una relazione del popolo con Dio ancora imperfetta. Egli è, dunque, come un intermediario, colui che fa camminare verso Dio e che contemporaneamente, in un certo senso, protegge dalla sua terribile presenza, fino a quando il popolo sarà in grado di presentarsi alla sua maestà divina. Vangelo: Il Vangelo ci riporta una delle rare parole di Gesù sugli angeli. Partendo dalla domanda su chi sia il più grande tra i suoi discepoli, Gesù preferisce parlare dell’innocenza dei bambini e dell’amore che dobbiamo loro. Il Signore insegna che gli angeli custodi dei bambini contemplano sempre il volto del Padre. Di qui l’invito a farci anche noi come i bambini, a divenire puri come loro per essere degni figli del Regno di Dio. Gesù, inoltre, si identifica con questi piccoli: chi accoglie loro, accoglie il Signore stesso.

I loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli – Dal Vangelo secondo Matteo: In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».

Riflessione: «… abbi rispetto della sua presenza!». Festeggiare gli angeli custodi significa celebrare la nostra fede in questi spiriti, invisibili ai nostri occhi mortali, che Dio ha creato per amore. Come gli uomini e ogni altra cosa, Dio crea sempre e solo per amore, per comunicare il suo amore, per manifestarlo affinché possiamo liberamente aderirvi, per rendercene partecipe ammettendoci alla sua presenza e alla contemplazione sua gloria. Dio non crea gli angeli perché necessita di chi lo serva, ma perché desidera ardentemente che questi siano con lui nella gloria celeste. Gli angeli, a loro volta, partecipando a tanto amore, comunicano anche al divino desiderio che «tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità» (1Tm 2,4), e traducono tale desiderio mettendosi, in obbedienza a Dio, a servizio della santità degli uomini. Gli angeli custodi, quindi, sono spinti da questo duplice desiderio: obbedire pienamente alla volontà di Dio, e dargli la massima gloria possibile attraverso la santificazione degli uomini. Pur essendo di natura superiore agli uomini, per amore si mettono a loro servizio: non a servizio della loro volontà o dei loro capricci, ma a servizio della loro santità che si realizza nella misura in cui viene a realizzarsi in essi la volontà di Dio. Ricordarci degli angeli custodi, quindi, significa anzitutto muovere il nostro cuore alla lode e al ringraziamento; significa celebrare la divina misericordia che non manca di corredarci di quanti più doni possibili perché sia facilitato il nostro cammino che conduce al suo Regno. Ricordarci degli angeli custodi deve spingerci a metterci, come loro, a servizio della gloria del Padre, in perfetta adesione al suo disegno salvifico, pronti a muovere la nostra volontà nella direzione dei suoi progetti, pronti a metterci in opera per realizzare in spirito di servizio ciò che maggiormente è utile a tutti. Ricordarci degli angeli custodi significa prendere coscienza che viviamo in una realtà che supera i nostri sensi e che ci ammette alla presenza di Dio. Ecco perché vanno ricordati, onorati, rispettati, pregati e benedetti. Rispettare la loro presenza, nel nostro quotidiano, si traduce anche con l’evitare un linguaggio turpe, l’immodestia, pensieri frivoli, sporchi, senza Dio.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: Mando un angelo davanti a te – Card. Crescenzio Sepe (Omelia, 2 Ottobre 2008): Celebriamo oggi con tutta la nostra Chiesa la festa dei Santi Angeli Custodi. Questa festa ci richiama una presenza spesso trascurata e dimenticata nel mondo di oggi, abituato a considerare vere e reali solo le cose che si toccano con mano. La nostra società è dominata dal materialismo e dall’attaccamento a una realtà che ci accorgiamo di non riuscire a dominare del tutto, che ci sfugge, perché è più grande e più profonda di noi. Questa festa liturgica ci rimanda alla realtà del cielo, del luogo di Dio, della vita con Dio. La Parola di Dio e la liturgia della Chiesa ci riportano perciò alla verità di noi stessi: uomini deboli e piccoli, che hanno bisogno della presenza e della protezione di Dio, che ci parla e si avvicina a noi. Gli angeli sono già nell’Antico Testamento il segno di questa presenza: Dio si preoccupa di noi, si prende cura delle sue creature. Egli non persegue i suoi interessi, non difende la sua posizione di distanza e di diversità dagli uomini; al contrario si umilia fino ad abbassarsi a noi, tanto da divenire uomo nel Figlio suo, Gesù Cristo. Il brano del libro dell’Esodo che abbiamo ascoltato si colloca all’interno del grande avvenimento della rivelazione di Dio al suo popolo Israele sul monte Sinai, il luogo della legge e dell’alleanza. Dio appare lontano, tanto che solo Mosè può salire sul monte, ma non il popolo. Eppure egli non lascia solo Israele nel cammino difficile che lo attende: “Ecco io mando un angelo davanti a te per custodirti nel cammino e per farti entrare nel luogo che io ho preparato”. L’angelo parla, è un messaggero, custodisce l’uomo, lo protegge dal male. Il Signore sa che la nostra vita è difficile, cari amici, costellata di paure, di incertezze, di dubbi. Egli conosce la forza del male e la fatica del vivere, ma non si rassegna, non smette di parlare e di accompagnare ognuno di noi con pazienza amorevole. Per questo la Parola di Dio ci esorta: “Abbi rispetto della sua presenza, ascolta la sua voce e non ribellarti a lui…”.

Il nostro Angelo custode – Mons. Salvatore Gristina, Vescovo (Omelia, 2 Ottobre 2009): La celebrazione odierna onora i Santi Angeli Custodi che il Padre, nella sua misteriosa provvidenza, manda dal cielo a nostra custodia e protezione (cfr. Colletta). Essi hanno il compito di sorreggerci sempre nel cammino della vita. Così il nostro esodo verso la gioia eterna, cioè lo svolgimento della nostra esistenza, come quello del popolo ebraico verso il luogo che Dio gli aveva preparato, è custodito dall’assistenza che i Santi Angeli riservano a ciascuno di noi e all’intera comunità cristiana. Nella prima lettura (Es 23,20-23) sono stati sottolineati gli atteggiamenti con cui dobbiamo onorare i Santi Angeli: rispetto della loro presenza, ascolto della loro voce, docilità alle loro indicazioni. I nostri genitori, i sacerdoti della nostra fanciullezza ci hanno iniziato alla devozione verso l’Angelo Custode che abbiamo tante volte invocato con grande fiducia: “Angelo di Dio, che sei il mio custode: illumina, custodisci, reggi e governa me che ti sono affidato dalla pietà celeste. Amen”. La devozione all’Angelo custode non è qualcosa di puerile. Il Catechismo della Chiesa Cattolica parla degli Angeli e ne sottolinea il rapporto con Cristo e la missione che svolgono nei riguardi della Chiesa e di ogni singolo fedele (cfr. nn. 325-336). Sono particolarmente chiare, al riguardo, due affermazioni: “… la vita della Chiesa beneficia dell’aiuto misterioso e potente degli angeli”; “Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita” (S. Basilio di Cesarea).

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: «Non sappiamo con esattezza se gli angeli siano eguali o diversi fra loro; soltanto Dio, il loro creatore, conoscendo a fondo tutte le cose, lo sa. Differiscono, in ogni caso, di splendore e di rango: sia che abbiano la loro condizione a seconda dello splendore di cui sono dotati, sia che, viceversa, partecipino dello splendore conformemente alla qualità della loro condizione. Si illuminano reciprocamente, secondo l’ordine e la natura di ciascuno di essi: quelli che sono superiori, ovviamente, effondono sugli inferiori luce e sapienza. Validi e solleciti nel compiere la volontà di Dio, sono talmente veloci da trovarsi immediatamente dove la volontà di Dio li ha assegnati. Alcuni custodiscono le varie parti della terra, presiedono a nazioni e regioni secondo l’ordine del sommo Creatore, governano le nostre cose e ci recano aiuto. Anche se, dalla volontà e dal comando di Dio, gli angeli sono stati posti al di sopra di noi, essi stanno sempre attorno a Dio. Sono restii al male, ma non assolutamente impeccabili. Se essi attualmente non tendono in alcun modo verso di quello, ciò non dipende dalla loro natura, ma dalla grazia e da quella fedeltà con la quale aderiscono all’unico bene. Guardando Dio, per quanto ad essi è possibile, in lui trovano il loro nutrimento. Gli angeli sono superiori a noi, in quanto incorporei e immuni dalle passioni fisiche. Tuttavia, essi non sono del tutto liberi da ogni genere di passione, poiché ciò è proprio soltanto di Dio. Si trasformano in qualunque cosa voglia il Signore Iddio e in tal modo si mostrano agli uomini e aprono loro i divini misteri. Soggiornano in cielo e hanno quest’unico ufficio: lodare Dio e compiere la sua divina volontà» (Giovanni Damasceno).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia: Il ministero degli Angeli in favore degli uomini – Giovanni Paolo II (Udienza Generale, 6 Agosto 1986): Tra i libri del Nuovo Testamento, sono specialmente gli Atti degli apostoli che ci fanno conoscere alcuni fatti che attestano la sollecitudine degli angeli per l’uomo e per la sua salvezza. Così, quando l’angelo di Dio libera gli apostoli dalla prigione (cfr. At 5,18-20) e prima di tutto Pietro, che era minacciato di morte dalla mano di Erode (cfr. At 12,5-10). O quando guida l’attività di Pietro nei riguardi del centurione Cornelio, il primo pagano convertito (cfr. At 10,3-8; 11,12-16), e analogamente l’attività del diacono Filippo lungo la via da Gerusalemme a Gaza (cfr. At 8,26-29). Da questi pochi fatti citati a titolo esemplificativo, si comprende come nella coscienza della Chiesa abbia potuto formarsi la persuasione sul ministero affidato agli Angeli in favore degli uomini. Perciò la Chiesa confessa la sua fede negli angeli custodi, venerandoli nella liturgia con una festa apposita, e raccomandando il ricorso alla loro protezione con una preghiera frequente, come nell’invocazione dell’“Angelo di Dio”. Questa preghiera sembra fare tesoro delle belle parole di san Basilio: “Ogni fedele ha accanto a sé un angelo come tutore e pastore, per portarlo alla vita” (Adversus Eunomium, III,1; si veda anche san Tommaso, Summa Theologiae, I, q. 11, a. 3).

Santo del giorno: 2 Ottobre – Beati Ludovico e Lucia, sposi, con i figli Andrea e Francesco Yakisci Martiri: I beati coniugi Ludovico e Lucia Yakichi ed i loro figli Andrea e Francesco, famiglia della diocesi di Funai, patirono la morte per Cristo in Giappone, loro patria. I due fanciulli furono decapitati assieme alla madre dinanzi al padre, e questi venne infine bruciato vivo. Ciò avvenne il 2 ottobre 1622 a Nagasaki, città giapponese della quale erano nativi. I due figli erano nati rispettivamente nel 1615 e nel 1619, mentre dei genitori non si conoscono le date. Il sommo pontefice Beato Pio IX beatificò questa intera famiglia il 7 maggio 1867, insieme con un gruppo complessivo di ben 205 martiri in terra giapponese, tra cui altre 15 coppie di sposi, tutte della medesima nazionalità.

Preghiamo: O Dio, che nella tua misteriosa provvidenza mandi dal cielo i tuoi Angeli a nostra custodia e protezione, fa’ che nel cammino della vita siamo sempre sorretti dal loro aiuto per essere uniti con loro nella gioia eterna. Per il nostro…

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