giugno, Liturgia

24 Giugno 2018 – Natività san Giovanni Battista (S)

Antifona d’ingresso

Venne un uomo mandato da Dio, e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce e preparare al Signore un popolo ben disposto. (Gv 1,6-7; Lc 1,7)

Colletta

O Padre, che hai mandato san Giovanni Battista a preparare a Cristo Signore un popolo ben disposto, allieta la tua Chiesa con l’abbondanza dei doni dello Spirito, e guidala sulla via della salvezza e della pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Prima Lettura Is 49,1-6

Ti renderò luce delle nazioni.

Il servo è presentato come un profeta oggetto di una predestinazione divina e di una missione che supera quella degli altri profeti poiché egli stesso sarà reso «luce delle nazioni» (v. 5). Il vecchio Simeone stringendo tra le braccia il bambino Gesù presentato al tempio, si ispirerà proprio a questo passo per proclamare l’infante «luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele» (Lc 2,32). Infine, forte della forza di Dio, compirà un’opera di liberazione e di salvezza «fino all’estremità della terra» (v. 6).

Dal libro del profeta Isaìa

Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all’ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele – poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza – e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra».   Parola di Dio.

Salmo Responsoriale     Dal Salmo 138 (139)

Sono stupende le tue opere: «Il Padre ha compiuto delle meraviglie terribili e mirabili quando la morte del Cristo è stata accompagnata dalle tenebre, dal terremoto, dalla risurrezione dei morti. E poi la risurrezione del Cristo, la sua ascensione ecc… È la Trinità che ha fatto questo, ma secondo il suo solito il Cristo lo attribuisce alla potenza del Padre, per manifestare la loro unità. Il Cristo conosceva tutta l’opera del Padre, la vedeva nella pienezza della luce divina. Questa conoscenza del Padre per mezzo del Figlio e del Figlio per mezzo del Padre è unica, incomprensibile e inestimabile» (Cassiodoro).

Rit. Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda.

Signore, tu mi scruti e mi conosci,

tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,

intendi da lontano i miei pensieri,

osservi il mio cammino e il mio riposo,

ti sono note tutte le mie vie. Rit.

Sei tu che hai formato i miei reni

e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.

Io ti rendo grazie:

hai fatto di me una meraviglia stupenda. Rit.

Meravigliose sono le tue opere,

le riconosce pienamente l’anima mia.

Non ti erano nascoste le mie ossa

quando venivo formato nel segreto,

ricamato nelle profondità della terra. Rit.

Seconda Lettura    At 13,22-26

Giovanni aveva preparato la venuta di Cristo.

Luca ci riporta un eccellente resoconto della prima predicazione che Paolo offre ai giudei (vv. 17ss). Da fariseo trova argomentazioni che possano essere comprese dai suoi ascoltatori: parte dall’iniziativa salvifica di Dio nella storia di Israele (vv. 17-22); fa riferimento al precursore Giovanni (vv. 24-25), colui che prepara la strada con il battesimo di penitenza; annuncia il kérigma (vv. 26-31).

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, [nella sinagoga di Antiòchia di Pisìdia,] Paolo diceva: «Dio suscitò per i nostri padri Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”. Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele. Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”. Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata la parola di questa salvezza».   Parola di Dio.

Canto al Vangelo      Lc 1,76 

Alleluia, alleluia.

Tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade.

Alleluia.

Vangelo     Lc 1,57-66.80

Giovanni è il suo nome.
Come per molti personaggi della storia di Israele che hanno ricevuto una missione speciale da Dio e un nome  imposto da Jahvè, anche il nome Giovanni (Dio è misericordioso) diventa segno della sua elezione e della sua missione: egli condurrà molti ad affidarsi alla misericordia di Dio nella pratica della penitenza.

Dal Vangelo secondo Luca

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.    Parola del Signore.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

Egli deve crescere e io invece diminuire – Benedetto XVI (Angelus, 25 Giugno 2006): Ieri la liturgia ci ha fatto celebrare la Natività di San Giovanni Battista, l’unico Santo di cui si commemora la nascita, perché segnò l’inizio del compimento delle promesse divine: Giovanni è quel “profeta”, identificato con Elia, che era destinato a precedere immediatamente il Messia per preparare il popolo d’Israele alla sua venuta (cfr. Mt 11,14; 17,10-13). La sua festa ci ricorda che la nostra vita è tutta e sempre “relativa” a Cristo e si realizza accogliendo Lui, Parola, Luce e Sposo, di cui noi siamo voci, lucerne e amici (cfr. Gv 1,1.23; 1,7-8; 3,29). “Egli deve crescere e io invece diminuire” (Gv 3,30): questa espressione del Battista è programmatica per ogni cristiano.

Come Giovanni la Chiesa si sente chiamata a rendere testimonianza a Gesù Cristo – Giovanni Paolo II (Angelus, 24 Giugno 1984): “Il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fin dal grembo di mia madre ha pronunziato il mio nome” (Is 49,1). Oggi la Chiesa celebra la natività di san Giovanni Battista. Questa natività è, al tempo stesso, vocazione. Già nel grembo di sua madre Elisabetta, moglie di Zaccaria, Giovanni è stato chiamato per nome da Dio. Egli doveva presentarsi sulla strada della divina rivelazione come l’ultimo dei profeti dell’Antica Alleanza e, al tempo stesso, come il precursore di Gesù Cristo, nel quale si compie la nuova ed eterna alleanza di Dio con l’umanità. Nel giorno della circoncisione di Giovanni, suo padre Zaccaria, nell’inno di ringraziamento a Dio, pronunciò le seguenti parole: “E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade” (Lc 1,76). La Chiesa, fin dai tempi più antichi, ha circondato di particolare venerazione san Giovanni Battista, la sua vocazione e la sua speciale missione. In questa vocazione e missione la Chiesa ritrova se stessa come l’erede del-l’antica alleanza e, in pari tempo, si sente chiamata a rendere testimonianza a Gesù Cristo, agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo (cfr. Gv 1,29).

Giovanni Battista inaugura il Vangelo – CCC 523: San Giovanni Battista è l’im-mediato precursore del Signore, mandato a preparargli la via. “Profeta del-l’Altissimo” (Lc 1,76), di tutti i profeti è il più grande e l’ultimo; egli inaugura il Vangelo; saluta la venuta di Cristo fin dal seno di sua madre e trova la sua gioia nell’essere “l’amico dello sposo” (Gv 3,29), che designa come “l’Agnello di Dio… che toglie il peccato del mondo” (Gv 1,29). Precedendo Gesù “con lo spirito e la forza di Elia” (Lc 1,17), gli rende testimonianza con la sua predicazione, il suo battesimo di conversione ed infine con il suo martirio.

Tutta la grandezza di Giovanni sta nell’essere… – Card. Tarcisio Bertone (Omelia, 24 Giugno 2010): Tutta la grandezza di Giovanni sta nell’essere il Precursore, il testimone di Gesù Cristo. Sul finire della sua missione, egli dirà: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali” (At 13,25). Diceva sant’Agostino che la grandezza di Giovanni sta proprio in questo: nel fatto che si sarebbe potuto fare passare per il Messia, perché la gente aveva per lui una stima così grande, aveva visto in lui in modo così evidente l’azione e la presenza di Dio che lo avrebbe riconosciuto e accettato come Messia. Ma quando Giovanni dice: “io non sono quello che voi pensate”, significa che Giovanni non ha chiesto alla gente la sua identità: chi sono io? Non è andato in prestito di una vocazione dalle attese o dalle pretese delle persone. Questa sua identità l’aveva riscoperta stando davanti a Dio nella percezione della sua volontà; e l’aveva scoperta come missione di preparazione e di attesa, quindi vissuta in funzione di un altro: “Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”. Giovanni è tutto riferito a Gesù, non solo con la voce, ma con le scelte di vita. È profeta non solo con le parole che dice, ma con la stessa vita e persona. Giovanni è al servizio della vera novità della storia: Gesù Cristo. Dall’incontro con Gesù sono nate in ogni tempo persone nuove, che hanno contribuito alla costruzione di un mondo nuovo.

Preghiera dei Fedeli       (proposta)

Fratelli carissimi, nel glorioso ricordo di san Giovanni Battista, ultimo fra i profeti e primo fra i testimoni del Cristo salvatore, rivolgiamo al Padre la nostra preghiera.

Preghiamo insieme e diciamo: Rinnova, Signore, i prodigi del tuo Spirito.

– Per la santa Chiesa, perché Dio Padre susciti uomini pieni di Spirito Santo per disporre gli animi ad accogliere il Signore Gesù Cristo, unico redentore del mondo, preghiamo. Rit.

– Per tutti i popoli della terra, perché rifiutando la violenza e la menzogna, si aprano al Cristo, portatore di salvezza e di pace, preghiamo. Rit.

– Per tutti i consacrati a Dio nella vita ascetica, monastica e apostolica, perché sappiano abbracciare generosamente le rinunzie e i sacrifici che la loro vocazione comporta, preghiamo. Rit.

– Per tutti i perseguitati a causa della verità e della giustizia, perché di fronte alle potenze di questo mondo sperimentino la forza misteriosa che animò il Precursore di Cristo, preghiamo. Rit.

– Per tutti noi battezzati, perché riscoprendo il sacramento che ci unisce alla morte e risurrezione di Cristo, diventiamo realmente sacerdoti, re e profeti nel popolo di Dio, preghiamo. Rit.

Celebrante: Accogli, Padre santo, la nostra preghiera e per intercessione di san Giovanni Battista, che riconobbe fin dal grembo materno la presenza del tuo Figlio, concedi anche a noi di essere santificati dall’Agnello senza macchia, Cristo nostro Signore. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Preghiera sulle offerte

Accogli, o Padre, i nostri doni nel solenne ricordo della nascita di san Giovanni il precursore, che annunziò la venuta e indicò la presenza del Cristo Salvatore del mondo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Prefazio    (proposta)

La missione del Precursore. 

È veramente cosa buona e giusta,

nostro dovere e fonte di salvezza,

rendere grazie sempre e in ogni luogo

a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Noi ti lodiamo per le meraviglie

operate in san Giovanni Battista,

che fra tutti i nati di donna

hai eletto e consacrato a preparare la via a Cristo Signore.

Fin dal grembo materno esultò per la venuta del Redentore;

nella sua nascita preannunziò i prodigi dei tempi messianici

e, solo fra tutti i profeti,

indicò al mondo l’Agnello del nostro riscatto.

Egli battezzò nelle acque del Giordano

lo stesso tuo Figlio, autore del Battesimo,

e rese a lui la testimonianza suprema

con l’effusione del sangue.

E noi, uniti agli angeli e ai santi,

cantiamo senza fine l’inno della tua lode: Santo…

 

Antifona alla comunione

Nella bontà misericordiosa del nostro Dio ci ha visitato dall’alto un sole che sorge, Cristo Signore. (cfr. Lc 1,78)

Oppure: 

“Giovanni è il suo nome”. Davvero la mano del Signore stava con lui. (Lc 1,60.66)

Preghiera dopo la comunione

Esulti, o Padre, la tua Chiesa, nutrita alla cena dell’Agnello; riconosca l’autore della sua rinascita, Cristo tuo Figlio, che la parola del precursore annunziò presente in mezzo agli uomini. Per Cristo nostro Signore.

Un po’ di pane per camminare

«Giovanni è il suo nome». Entrando nella riflessione della solennità che oggi la Chiesa ci invita a celebrare, dobbiamo brevemente sottolineare due cose particolari che avvengono oggi da un punto di vista liturgico. Anzitutto, notiamo che pur essendo domenica, non celebriamo la Liturgia domenicale ma la solennità della nascita di Giovanni Battista; e questa, se vogliamo, è la seconda particolarità: tranne che di Gesù (il 25 dicembre) e della Madonna (giorno 8 settembre), la Chiesa non ricorda la nascita di alcun santo, per quanto famoso, munifico di grazie, antico o contemporaneo. Per rispondere alla prima particolarità dobbiamo dire che le domeniche hanno la priorità sulle memorie e le feste (come ordinariamente vengono ricordati i santi), ma lasciano il posto alle solennità: quindi se una solennità cade di domenica si celebra la solennità e non la domenica stessa (quindi il colore liturgico non sarà il verde ma il bianco, l’ordinario e le letture della Messa saranno proprie della solennità, come anche la Liturgia delle Ore). Ma come mai tanta importanza data a san Giovanni Battista (e così rispondiamo alla seconda particolarità), e perché tanta solennità per la sua nascita (più che per la morte stessa, seppur coronata dal martirio)? Giovanni Battista è il precursore del Messa, e quindi storicamente viene prima di lui, come anche lo precede nel ministero pubblico e nella morte cruenta. Anche se viene dopo il Messia nell’ordine della grazia, il Battista è a pieno titolo l’ultimo dei profeti della Antica Alleanza e l’inauguratore della Nuova. Come Mosè guidò il popolo verso la terra promessa, la indicò al popolo, ne celebrò le lodi, e se ne rallegrò alla vista, seppur non vi entrò ma ne rimase fuori, così il Battista è colui che guidò il popolo verso la Nuova Alleanza, verso i Tempi Nuovi, e se anche non entrò nella Chiesa del Cristo, non fu un Apostolo e non poté assaporare la gioia sponsale di Cristo con la Chiesa, tuttavia udì la voce dello Sposo e se ne rallegrò; lo riconobbe ancora in grembo, presente nel grembo della Vergine; vide la sua gloria e lo indicò al mondo, contemplò i cieli aperti sul Cristo, vide lo Spirito scendere su di lui e lo presentò come l’Agnello che toglie i peccati del mondo.

Conosciamo l’Opus Matris Verbi Dei

Capitolo 6

In continua penitenza

Art. 105 – Il carattere preminentemente interiore della penitenza non attenua la necessità dell’ascesi anche esterna e fisica, perciò:

– si accettino con prontezza e perfetta letizia le infermità corporali, le contrarietà della vita, le fatiche apostoliche e del nostro ufficio, i disagi climatici ecc;

– si sottolinei la penitenzialità dei tempi liturgici di Quaresima e di Avvento, nonché dei venerdì di tutto l’anno con una mensa più povera e con altre personali mortificazioni (cfr. SCDA III, 13-14; Can. 1250).

 

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